sabato 5 settembre 2009

SFILA IN STRADA E IN MARE LA FESTA DEGLI HINDU KENIOTI LA MALINDI MULTIETNICA E INTERRELIGIOSA DA' SPETTACOLO

La Malindi multietnica e interreligiosa ha dato spettacolo anche ieri.
Lo chiamano "Ganesh Utsan Festival", è la processione che ogni anno in questo periodo, in India e nelle altre parti del mondo dove la comunità induista è presente, viene organizzata per rendere omaggio a Ganesh, una delle divinità adorate da questa religione antichissima. A Malindi gli hindu sono parecchie centinaia e ieri molti di loro si sono dati appuntamento al Malindi Complex dove hanno issato il loro Ganesh su un carro predisposto per l'occasione, per poi portarlo, in una processione attraverso la cittadina, fino al porto, dove lo hanno poi messo in acqua e mandato al largo. Ganesh è una divinità rappresentata da una donna con testa di elefante a una sola zanna, ventre prominente e gambe incrociate. L'icona che ieri ha sfilato per Malindi è stata preparata in India e ci sono voluti mesi per crearla. Ogni anno se ne usa una differente. La messa in mare finale, poi, simboleggia che la forza di Dio abbraccia tutto il pianeta, la terra come il mare. Durante la processione, famiglie intere, vecchi e bambini, hanno cantato e ballato secondo la tradizione indù. Colori, suoni e vivacità che portano cultura in una località ormai sinonimo di integrazione.

venerdì 4 settembre 2009

DOMENICA SERA MALINDI IN TV CON BOLDI E IL SUO "COCCODRILLO"

Scatta domenica sera su Canale 5 l'appuntamento con la fiction ambientata a Malindi, Watamu e sulla strada del Parco Nazionale dello Tsavo. Si tratta di "Un coccodrillo per amico" (il titolo è stato cambiato ultimamente, in origine era "Amici per la pelle") che ha come protagonisti il comico Massimo Boldi e l'attrice Barbara De Rossi per la regia di Francesca Marra. Il film televisivo in due puntate è stato girato lo scorso novembre in Kenya dalla produzione Rodeo Drive, dopo attenti sopralluoghi. Molte le location che gli affezionati di Malindi e dintorni riconosceranno: due villaggi turistici, il Casino Malindi, il Galana Centre, la old town più la bianca spiaggia di Watamu, che nella finzione televisiva accoglie una missione condotta proprio da "Suor" Barbara De Rossi. Una bella pubblicità per il Kenya, il film infatti va in onda in prima serata al ritorno dalle vacanze, come prima fiction di punta della stagione, con buone prospettive di audience. Ecco la trama della fiction, secondo quanto ha lasciato trapelare l'ufficio stampa di Mediaset: "Un coccodrillo per amico" è la storia di una grande amicizia che, a causa di una truffa, si trasformerà in altro. Lorenzo e Sandro, i due amici, arrivati a Malindi inaspettatamente ritrovano Suor Laura. Cosa faranno i nostri eroi quando scopriranno che la missione di questa suora fuori dall'ordinario sta per chiudere? E chi è il misterioso Tony Latino? E ancora, chi ruberà i loro soldi? Riusciranno i nostri amici, tra mille imprevisti, nella Savana, nel deserto e sulle spiagge africane a rinsaldare la loro grande amicizia? Insieme con Boldi e la De Rossi giostrano Maurizio Mattioli (Sandro), Antonio Catania, Maurizio Casagrande, Elisabetta Pellini, George Hilton e la fidanzata di Boldi, Loredana De Nardis. Appuntamento per chi vuole rivedere il "suo" Kenya e per chi vuole scoprirne qualche scorcio, domenica sera su Canale 5.

giovedì 3 settembre 2009

TORNA LA MODA Di PRANZI E CENE IN RIVA AL MARE A MALINDI

A Malindi è l'ora di un pranzo o di una cena in riva al mare. Il vento che è normale in questa stagione, specialmente davanti all'Oceano a luglio e agosto, si sta attenuando e c'è finalmente per turisti e villeggianti, la possibilità di godere al massimo delle possibilità di gustare la buona cucina dei ristoranti che sorgono sulla spiaggia. Le novità che si affiancano all'ormai nota Rosada Beach (solo pranzo) da quest'anno sono rappresentate dal White Elephant che, sotto una nuova gestione, propone sia il pranzo, al bordo della piscina con una splendida vista mare da una pedana rialzata, che la cena nella terrazza coperta, con un'atmosfera molto raffinata e la panoramica della spiaggia illuminata. Particolare ed esclusiva anche l'atmosfera del Kilili Baharini, che da quest'anno apre ancor più a chi non soggiorna nel resort, con la serata del venerdì, cena di pesce davanti al mare con una live band che intrattiene a suon di soul e jazz, ma anche con la possibilità di prenotare una cena davvero romantica, in uno spazio "privè" con la propria colonna sonora e un cameriere a disposizione. Uno spuntino alternativo, è quello che propone invece il Lost Lounge, per chi ama stare leggero e privilegia cocktail e altre specialità alcoliche. Si può però gustare uno spiedino di carne e accompagnare gli aperitivi, fino a quando la serata si trasforma in "movida". Insomma, da quest'anno la sera malindina sulla spiaggia ha tante possibilità in più, e si prepara ad offrirle a chi la vuole scoprire.

mercoledì 2 settembre 2009

A MALINDI SIAMO FREGATI: LE ZANZARE NON PUNGONO CHI E' STRESSATO

La magia, il relax del Kenya, l'abbandono dei nervi e il ritrovare la propria serenità interiore. Ecco cosa ci frega con le zanzare, quaggiù. Almeno è quello che pensano gli studiosi al soldo delle aziende farmaceutiche che lavorano nel Rothamsted Research Center. Secondo i luminari britannici, l'individuo più è stressato, più è in grado di produrre umori che tengono lontani gli insopportabili insetti che rappresentano una delle pochissime seccature di chi soggiorna sulla costa keniota. Per ora sapevamo cosa attrae le zanzare, tra cui le pericolose anofele femmina che portano la malaria (tra parentesi: agosto sulla costa, nessun caso tra turisti e residenti), ovvero l'alito e l'acido lattico prodotto, quindi anche il sudore da sforzo. Ma nessuno ancora aveva individuato addirittura categorie di persone "esentate" dall'essere succhiate vive dalle minuscole rompiscaole.
Non che queste ricerche siano da prendere troppo sul serio, ma senza dubbio qualcosa c'è, se è vero che per arrivare a tali conclusioni sono state fatti test approfonditi su oltre quattrocento volontari. Gente stressata che si è fatta punzecchiare insieme ad amici sudatissimi, a persone dall'alito pesante per indigestione di aglio, a chi ha camuffato il suo odore cospargendosi di sedano e limone e via dicendo. Queste pratiche al limite della perversione saranno servite a qualcosa? Sembra che i soggetti più ignorati siano stati ex agenti di borsa, tassisti e vigili urbani. Mentre i più vulnerabili erano turisti appena tornati da ferie indimenticabili. Ecco svelato l'arcano, che servirà a produrre sicuramente un nuovo deodorante all'inconfodibile mix di odori: dal traffico sulla tangenziale alla ressa in metropolitana, dalla giornata uggiosa al dopobarba dell'ufficiale delle imposte. Per chi sta o viene a Malindi, mi dispiace, ma c'è poco da fare. I candidati ai nervi distesi avranno sempre una compagnia pungente.

martedì 1 settembre 2009

NUOVA LEGGE PER DARE IMPULSO AL TURISMO IN KENYA

Una nuova legge per il comparto turistico, togliere del tutto la tassa d'ingresso nel Paese per i turisti e creare più uffici turistici provinciali in Kenya. Ecco le proposte avanzate dal Ministro del Turismo keniota Najib Balala in vista della nuova stagione estiva, che come si sa in Kenya inizia a dicembre. Mentre il Kenya Tourist Board di Nairobi viene inserito nella lista dei migliori enti turistici del pianeta dal TTG di Londra. Quello italiano di Rimini, invece, quest'anno non vedrà il Kenya protagonista, per mancanza di fondi da destinare alle fiere. Potrebbe essere annunciata per quell'evento l'ulteriore svolta che Balala ha intenzione di dare al mercato delle vacanze in Kenya. Se i soldi del Governo da investire in pubblicità sono finiti, è ora di agire con infrastrutture e leggi che facilitino gli investimenti. In questo ambito, la Malindi Watamu Tourism Welfare Group sarà in prima fila nelle richieste al ministero del Turismo e nei prossimi giorni speriamo di poter comunicare importanti novità scaturite dal nostro impulso di aiutare il Kenya a proporsi in maniera sempre più importante nel campo della vacanza e nel favorire la crescita del settore anche sulla costa.

lunedì 31 agosto 2009

TROPPI STUDENTI IN KENYA, NON BASTANO LE UNIVERSITA'

Tra i meriti di una tendenza finalmente positiva in Kenya, sicuramente c'è anche quello di tanti italiani che negli ultimi anni hanno aiutato centinaia di ragazzi a studiare fino alla laurea, migliorando il loro status e quello di tante famiglie che potranno mantenere con un buon lavoro. Tendenza positiva a cui però il Ministero della pubblica istruzione non riesce a fare fronte. Infatti ultimamente in Kenya sono stati aperti tredici nuovi istituti di medio livello che offriranno corsi speciali per assorbire migliaia di studenti che non riescono a entrare negli atenei di Nairobi. Ogni anno oltre 45.000 studenti infatti non riescono ad accedere alle facolta’ pubbliche a causa della mancanza di posti. Su più di trecentomila aspiranti matricole, nel 2008, solo settantamila hanno passato i test di ingresso per iscriversi ai corsi universitari. "Siamo consapevoli del fatto che gli studenti delle scuole superiori dovrebbero potersi iscrivere dove vogliono, ma attualmente non siamo in grado di rafforzare il sistema universitario e abbiamo deciso di puntare su una formazione di medio livello", ha spiegato il ministro della Pubblica istruzione, Sally Kosgei.

domenica 30 agosto 2009

INAUGURATO L'OSPEDALE "ITALIANO" DI GEDE

Grande giorno, oggi sulla costa keniota. A Gede si apre il sipario su una delle più grandi opere pubbliche che gli italiani che frequentano e amano il Kenya abbiano mai approntato. Si tratta del nuovo ospedale di Gede, il cui primo lotto di lavori è stato inaugurato ieri mattina alle dieci, alla presenza del Ministro della Salute keniota James Gesami, del parlamentare ed ex sindaco di Malindi Gideon Mung'aro e della responsabile sanitaria provinciale, Dottoressa Anisa Omar.
Con loro il presidente della Onlus Karibuni Gianfranco Ranieri e alcuni soci dell'organizzazione no profit comasca che è lo sponsor maggiore di questo grandissimo sogno divenuto realtà, alla cui costruzione, con materiali e donazioni, ha partecipato buona parte dell'imprenditoria italiana di Malindi e Watamu.
Si tratta di una struttura moderna che sarà ultimata nel febbraio 2010 e che per ora vedrà attivo il pronto soccorso. "Tra i tanti progetti che abbiamo messo in campo da quattro anni a questa parte - spiega Ranieri - il nosocomio di Gede è senz'altro il più importante, una struttura che aiuterà tutto il distretto e che avrà organizzazione e assistenza del tutto europea. Dobbiamo ringraziare le istituzioni locali che ci hanno agevolato e molti italiani che vivono sulla costa keniota che, chi più e chi meno, hanno creduto nella forza di questo sogno e ci hanno dato una mano".

sabato 29 agosto 2009

PREMIATA INVENZIONE KENIOTA: IL FORNO SOLARE CHE COSTA 5 EURO!

L'invenzione dell'anno arriva dal Kenya. Si tratta di un forno ad energia solare che costerà la bellezza di cinque euro. Per questa invenzione il residente keniota (ma norvegese di nascita) John Bohmer, ha vinto il Climate Change Challenge, premio indetto annualmente nientemeno che dal Finantial Times.L’invenzione dello scandinavo-keniota Bohmer è stata ribattezzata "Kyotobox" e si compone di due scatole di cartone, infilate una nell’altra. Quella esterna è foderata di carta argentata, quella interna è dipinta di nero. Messo al sole, questo rudimentale forno si riscalda quel che basta per far bollire litri d’acqua e cuocere il pane. Il dispositivo può essere prodotto in qualunque scatolificio con costi irrisori, senza bisogno di modificare i macchinari. Una fabbrica di Nairobi già prevede di confezionarne due milioni e mezzo di esemplari in un mese. In termini pratici, la diffusione del forno solare potrebbe significare la salvezza per milioni di bambini africani che ogni anno muoiono per aver bevuto acqua infetta. Inoltre, abbattendo la necessità di legna, potrebbe ridurre il problema della deforestazione.
«Ci sono scienziati che lavorano per mandare la gente su Marte», dice Bohmer con una punta di orgoglio. «Io ho cercato qualcosa di più semplice e popolare». Bohmer ha battuto la concorrenza di altre trecento idee ammesse al concorso.

lunedì 20 luglio 2009

I RACCONTI DI FREDDIE: "IL TURISMO SESSUALE E' UN'INVENZIONE DELLA SINISTRA"

Inizia una nuova stagione per il turismo italiano in Kenya, e già c’è chi punta il dito contro Malindi, “meta di turismo sessuale”. Già, ma le cose quest’anno sono cambiate! Perché da qualche mese qualsiasi uomo in vacanza sulle rive dell’Oceano Indiano, specialmente se un po’ in là con gli anni, si sente protetto, spalleggiato, se non addirittura fiero e orgoglioso di frequentare ragazze locali.
Da quando ha saputo che un settantaquattrenne che invita a casa sua una diciassettenne e ci passa insieme la serata è un virtuoso e giammai un pedofilo (e mi sembra anche giusto…la ragazzina a diciassette anni è ben capace di intendere e di volere), che le festicciole con orgia sono in realtà “disegni sovversivi della sinistra”, cammina leggero per Lamu Road ed entra nelle discoteche che s’illuminano di musica, cocktail e sorrisi con l’aria di chi porta alto l’onore del suo Paese.
Da quando ha scoperto che un vecchio che vuole sentirsi ancora un playboy, riempie di banconote una ragazza di vita per infilarsela di nascosto nel letto di uno dei palazzi più importanti d’Italia, gli pare fin troppo onesto far entrare con una mancetta al portiere di notte la sua conquista serale nel villaggio turistico che non accetta le sconosciute.
Poi ha sentito dire che nessuno deve poter introdursi nella vita privata di un essere umano, che non ne può rovinare a suo piacere la reputazione. Andassero a quel paese quei giornalisti che cercano lo scandalo a tutti i costi! Anche qui a Malindi, con quelle inchieste che ti vengono a spiegare che il sole splende e il mare è bagnato. Da che mondo e mondo ci piacciono le donne, meglio se giovani!
“Tanto più che io ho ancora più coraggio di quel vecchio così importante” pensa tra sé e sé il turista pensionato.
“Perché io mi sono innamorato e non ho paura a dirlo!”.
Già. E’ successo tutto la prima sera che era arrivato a Malindi.
Dopo cena, attirato dal ritmo ripetitivo della musica dance, come fosse un fachiro indiano col flauto, era entrato come un discoletto nel disco-pub con una gran voglia disco-pare…ehm…di curiosare.
Si era aggirato tra il bancone e la pista da ballo ammirando quelle bellezze d’ebano da urlo che ancheggiavano, aveva anche osato qualche passo di rumba e ordinato una caipirinha.
A un tratto una splendida regina d’Africa, dallo sguardo felino di pantera e dalle forme sinuose come quelle di una gazzella, si era alzata dal suo sgabello e gli si era fatta incontro.
“Tu, bel mzungu”
“Chi, io?” si era guardato intorno, per vedere se non ci fosse un giovane aitante e ben vestito proprio dietro di lui. Con un riflesso condizionato, però, si era aggiustato il colletto della camicia alla Tony Manero.
No, la pantera guardava proprio lui, con occhi magici di conquista.
“Vuoi ballare con me?”
Si sentì trasportato indietro alla festa delle medie, quando la più bella della classe gli aveva chiesto di invitarlo per un ballo della mattonella e solo il giorno dopo aveva saputo che era stato per una scommessa con le amiche. Vinta.
Ma quale scommessa poteva essere questa? Lo scherzo di un connazionale burlone?
La trappola di un giornalista di sinistra ficcanaso?
Chissà, non aveva voglia di chiederselo.
Ballò, si strusciò, l’abbracciò. Al diavolo i disegni sovversivi.
Sarà stato il caldo, il viaggio in aereo, le milleluci del disco-pub, la caipirinha.
Era visibilmente rincoglionito.
Ma lei se lo stava mangiando con lo sguardo!
Si innamorò all’istante e benedì quelle pastiglie di viagra che gli aveva dato l’amico farmacista del Paese: “Vai in Africa, Celestino…! Fai il leone, una volta nella vita!”.
Il leone… veramente ora il cuore gli batteva come quello di un pettirosso.
Fu una notte meravigliosa, per lui.
Lei invece, mentre lo abbracciava con dolcezza e si faceva accarezzare dall’alba nascente tra le lenzuola, trovò in lui quel confidente di cui evidentemente aveva tanto bisogno, quella figura paterna che avrebbe capito i suoi problemi. E che problemi! Una sorella minore che doveva assolutamente finire gli studi per poter aiutare la famiglia col suo stipendio da segretaria d’azienda, la mamma molto malata che avrebbe dovuto emigrare a Johannesburg per farsi operare e tornare a una vita normale, il fratello arruolato nell’esercito e morto durante gli scontri dell’anno prima, lasciando tre bambini da mantenere.
Lui pianse e si sentì molto vicino alle lacrime di quel vecchio importante durante i giorni del terremoto dell’Abruzzo.
L’avrebbe aiutata, glielo promise ieratico come stesse parlando al popolo italiano.
“Amare in fondo significa questo, essere capaci di provare sentimenti di ogni tipo, dal profondo altruismo al trasporto fisico”.
Lei si ritrasse, asciugò le lacrime con il lenzuolo e, al riparo dal suo sguardo, sorrise.
Poi si voltò morbidamente e gli salì di nuovo a cavalcioni, ripetendo mentalmente e meccanicamente quella splendida parola in italiano che la sua amica Janet le aveva insegnato: “Reversibilità”.
Quando il giorno li colse, prima di un sonno ristoratore e giusto che sarebbe durato fino all’ora di pranzo, lui ebbe un lampo.
Le lanciò un’occhiata nuova, da amante irreprensibile.
Per la prima volta appariva duro e irremovibile anche a se stesso.
“Ti chiedo soltanto una cosa” disse, e la sua voce era ferma e non dava adito a ripensamenti.
“Ti prego, non chiamarmi mai, dico mai, PAPI”.

domenica 1 marzo 2009

I RACCONTI DI FREDDIE: FUGHE DI CERVELLI: ANCHE MALINDI E' UNA META

In Italia, da diversi anni, si dibatte e ci si rammarica per le cosiddette “fughe di cervelli”, ovvero la dipartita dal Belpaese di studiosi, scienziati e ricercatori che preferiscono gli Stati Uniti, la Francia o la Germania alle nostre università e ai nostri centri, esasperati dai continui tagli alla ricerca e attratti da fondi e stipendi ben più interessanti. Bene, siamo in grado di dimostrare che anche Malindi ha saputo approfittare dell'esilio volontario di pezzi da novanta.
Ebbene sì, possiamo dire che Malindi è una delle mete predilette dei “cervelli in fuga”.
Fin troppo facile parlare di ricercatori in Africa. Dai tempi del dottor David Livingstone, qualsiasi viaggiatore, avventuriero o turista arrivato in questi luoghi non si è limitato ad esplorare, ma ha trasformato il suo viaggio in una ricerca introspettiva, nella ricerca di un mondo migliore o nella ricerca della felicità e della pace interiore (di cui nemmeno gli scienziati più acclamati hanno svelato il segreto). Anche sulla costa Keniota abbiamo fior di ricercatori. Ma non mancano nemmeno gli scienziati, gli studiosi e chi si cimenta con la vasta gamma di usanze e deviazioni in dotazione al genere umano, fino a sperimentarne di persona le dinamiche e i risultati.
Eccovi alcune tra le più note categorie di “cervelli” che hanno lasciato l'Italia per affinare o migliorare le proprie attitudini.

BIOLOGI
Capire la vita attraverso la Natura, comprendere il linguaggio degli animali e diventare uno di loro per capire nel profondo la vita all'Equatore e quella degli italiani che in questo luogo hanno saputo attingere dal Regno degli Animali: dalla generosità degli avvoltoi, dall'altruismo della iena, dalla dolcezza del ghepardo, dalla bontà dell'ippopotamo e dalla saggezza del facocero. Vivere in prima persona l'esistenza di una pianta, dormendo ubriachi nell'incavo di un baobab, bevendo il mnazi dalla palma. Solo qui un biologo moderno può trovare le risposte essenziali al rapporto tra uomo e natura e tra stato vegetale e stato neuro-vegetativo. Metodo empirico, si direbbe. Non immaginate quanti famosi biologi si celano sotto le mentite spoglie di residenti che conversano per ore con un Frangipane o muovono la testa al ritmo di un varano, quanti insigni luminari sembrano semplicemente dei vecchi fulminati che si muovono con la lentezza del ragno e simulano l'acutezza mentale della rana toro.

FISICI NUCLEARI
Non si tratta di ricercatori alle prime armi, spesso sono attempati studiosi che amano mettere in pratica anni di teorie mai applicate. Testoni nucleari alla ricerca di altri “fisici”, nel senso di figure esplosive, di vere e proprie bombe. Spesso trovano i fisici che gli interessano e cercano di unirsi a loro in improbabili fusioni a caldo, non senza problemi. Infatti spesso i fondi a loro destinati non sono sufficienti e ogni tanto il risultato degli esperimenti non è soddisfacente, a volte prendono certe testate nucleari contro il muro... Spesso la ricerca ricomincia da capo. C'è chi si è arreso e ha scelto fisici non proprio nucleari, lasciando i centri di ricerca (ve ne sono due molto noti, in centro, aperti solo di sera) per studioli a casa propria. Ma c'è anche chi della ricerca ha fatto un vero e proprio stile di vita, tanto che la considera più importante delle scoperte stesse.

PSICANALISTI
Arrivare in un luogo, perdipiù di un altro continente, e capire tutto dopo due giorni. Si tratta di cervelli superiori, persone dotate di una capacità di analisi e sintesi fuori dal comune (e in fatti sono ben lontani dal loro comune di origine). Arrivati a Malindi da poche ore, già stringono amicizia con personaggi locali che sono pronti (gratuitamente, s'intende...) a consigliare loro le migliori occasioni, l'albergo in cui soggiornare, le boutique meno care, i connazionali da frequentare, come cavarsi in fretta dagli impacci in cui loro stessi li hanno cacciati. Allo stesso modo dopo una settimana sono pronti ad acquistare terreni a prezzi che un italiano residente da vent'anni non spunterebbe nemmeno pregando in dialetto yemenita, troveranno la fidanzata che almeno venti connazionali sognavano di possedere e usciranno in un solo giorno dalla stazione di polizia, entrandoci però un paio di volte al mese. Dopo sole due settimane, gli psicanalisti in fuga potranno erudire loro stessi i neofiti di Malindi, sarà lo stesso rafiki locale con cui aveva stretto amicizia, a portarglieli...
INGEGNERI
Ci sono cervelli che vanno in fuga senza sapere di esserlo, poi arrivano in un luogo magico che, come per incanto, esalta le loro inaspettate potenzialità. E' il caso di camionisti, parrucchieri, giocatori d'azzardo, postini e fabbri che arrivati in Kenya hanno l'illuminazione: “ma io sono un costruttore edile!”. Altro che geometri o architetti, ma quali ingegneri! Questi cervelloni sono in grado di progettare, costruire e arredare la villa dei tuoi sogni in un batter d'occhio e in un buttar di soldi, e te la consegnano cancello in mano (le chiavi qui non si usano e le inferriate si staccano facilmente...). Menti italiane sopraffine qui trovano mani pronte a mettere in pratica le loro geniali intuizioni. Grazie a loro, gli studi sposano la pratica, i progetti diventano materia.
Incredibile, una sola persona riunisce in sè almeno quattro diverse specializzazioni: geometra, architetto, ingegnere e paraculo! Che cervelli!

Mimetizzati, incantati o in simbiosi con questo mondo, i “cervelli in fuga” dall'Italia costituiscono ormai una minoranza, sono inoffensivi e per loro stessa volontà (questa è la grandezza massima dello studioso) si sono trasformati in cavie per permettere a nuovi geni in arrivo di non fare i loro errori di percorso. Anche per questo noi ce li coccoliamo come si fa con una specie protetta, con esemplari rari che hanno scelto, alla fine, di fuggire addirittura dal loro stesso cervello.

lunedì 16 febbraio 2009

INAUGURATA LA SCUOLA DI MUYEYE COSTRUITA A MALINDI DAGLI AMICI DI VIGEVANO

Il sogno è diventato realtà. Il sogno è quello di quattro amici di Vigevano, Pippo Failla, Gabriella Bonalda, Egidio Suanno e Sandro Colombo. Colombo, giornalista pavese, non c'è più e a lui, oltre che al figlio di Failla, Carlo, prematuramente scomparso in un incidente, è dedicata la scuola di Muyeye inaugurata ieri. Ecco dunque il sogno divenuto realtà. Ai quattro amici, portatori sani di una passione davvero contagiosa, si sono unite aziende di Vigevano, privati e anche il Comune che ha collaborato con i mezzi di cui ha potuto disporre. In rappresentanza di Vigevano c'erano gli educatori comunali Mario Luisari e Carlotta Colli Vignarelli. La scuola, primaria e asilo, ospita già cinquecento alunni, molti dei quali fino a poco tempo fa erano costretti a svolgere lezione sotto la pianta che ora domina il cortile della ricreazione, cambiando di posizione a second adell'ombra. Ora la struttura, inaugurata ieri mattina alla presenza del Console Italiano Roberto Macrì, ha tutto quel che serve per educare e crescere i bambini in maniera sufficientemente dignitosa, ma i vigevanesi non si fermeranno certo qui, come ha annunciato lo stesso Failla. "Questo è solo l'inizio - ha detto Pippo durante la cerimonia - andremo avanti, innanzitutto recintando il terreno, poi costruendo altre strutture utili". All'inaugurazione era presente, in rappresentanza dell'Associazione Malindi Watamu Tourism Welfare Group, il costruttore Fernando Vischi, in arte Masharubu.

sabato 14 febbraio 2009

ANCHE LA BUONAMICI RACCONTA A "CHI" LA SUA VACANZA A MALINDI

Anche il vicedirettore del Tg5 Cesara Buonamici non ha resistito alla tentazione di raccontare la sua vacanza a Malindi e lo ha fatto, come Lady Briatore Elisabetta Gregoraci, utilizzando le pagine di Chi, per un servizio esclusivo di cui lei stessa ha scritto i testi. Parole che evidenziano il piacere, l'incanto e la magia dell'Africa, che ha conquistato la giornalista televisiva, ospite insieme al compagno, il medico Joshua Kalman, della splendida villa malindina della designer Lalla Spagnol. "Mi sono affezionata al Kenya perchè questa terra è massima espressione della Natura, ma anche di tante sofferenze umane". Un solo appunto, tra le righe delle splendide parole riservate al paradiso keniota, la superficialità nell'accennare al turismo sessuale e alla pedofilia, proprio nel periodo in cui gli italiani insieme al Governo e alle organizzazioni internazionali, hanno dato un giro di vite con la campagna "Maklindi protegge i bambini" e con tante operazioni di prevenzione e anche di polizia.

venerdì 13 febbraio 2009

APERTO UN NUOVO ORFANOTROFIO "ITALIANO" NELL'ENTROTERRA DI MALINDI

Siamo andati a Majengo, piccolo villaggio del distretto di Magarini. Lungo la polverosa strada che porta verso Marafa, c'è poco o nulla. Qualche capanna, l'insegna di un pub che in realtà è una baracca per bevitori del deleterio vino di palma, la chiesa, una delle dodici in cui Don Joseph viene a dire messa nella zona.
Qui i coniugi Benaglia, erbesi, nel 2004 hanno capito che c'era bisogno di loro. Lui è architetto e ha progettato un orfanotrofio, lei è una "malata d'Africa" e di solidarietà e ne ha già pensate cento.
Nel corso del tempo si sono uniti, come spesso succede a chi viene contagiato da una passione autentica e lodevole, tanti amici e conoscenti.
Ieri si sono potuti ammirare i primi frutti di questo percorso, con l'inaugurazione dell'orfanotrofio che ne giro di poco tempo ospiterà 48 bambini. "Un po' per volta - spiega Claudio Benaglia - abbiamo avuto tanta pazienza, è meglio fare le cose piano ma per bene". Per vedere i frutti di questo amore per il prossimo sbocciato in Kenya, sono arrivati a Malindi anche due consiglieri comunali della cittadina brianzola, Glauco Bartesaghi e Roberto Dugo, tre medici della struttura sanitaria erbese e altri amici, tra cui qualcuno che inizierà un'adozione a distanza, dopo aver conosciuto le due bambine di cui si prenderà cura.
C'è chi ha portato medicine, chi semplicemente cibo e acqua. Per Marisa questa giornata non è altro che un inizio: "Contiamo di riempire l'orfanotrofio di bambini locali, ma anche di iniziare i lavori per la costruzione di un poliambulatorio aperto a tutti, di una farm con vacche, capre e galline e coltivazioni di mais e ortaggi per l'autosostentamento intelligente, e di corsi di formazione per infermieri, in collaborazione con i medici della nostra cittadina". Marisa è un vulcano di bene, siamo certi che da qui a un anno saremo a parlare di una nuova inaugurazione.

giovedì 12 febbraio 2009

UN REALITY SHOW IN KENYA PER ELEGGERE IL MIGLIOR TALENTO AFRICANO DEL MONDO, ANCHE MALINDI IN LIZZA

Si chiamerà "Africa's World Best" e sarà il più grande reality show africano mai trasmesso. Tra tutti gli stati del Continente Nero, come sede di questo evento mediatico, è stato scelto il Kenya. Vi parteciperanno sessanta africani provenienti da Europa, Stati Uniti ed Africa stessa, inizierà ad Aprile e dovrà proclamare l'africano migliore del mondo, tra chi si diletta in discipline d'arte, spettacolo e cultura e possibilmente le raduna tutte in sè. I concorrenti si contenderanno un premio ambito, 100.000 dollari più un automobile di lusso. Ma non è tutto, il vincitore diventerà ambasciatore dell'Africa nel mondo, parteciperà a convegni con personalità si spicco del Continente come Nelson Mandela, promuoverà l'immagine dell'Africa e si farà portavoce dei suoi problemi. "Il reality tv Africa's World Best - dicono dall'organizzazione - è un modo di dare forza agli africani in Africa e di credere nei giovani e nei bambini d'Africa".

martedì 10 febbraio 2009

GRANDE SUCCESSO PER LA PAGINA SULLA MALINDI ITALIANA DEL SOLE 24 ORE

"Dalla redazione ringraziano e si complimentano per il successo della pagina sul Kenya". A confermarlo è l'autrice degli articoli pubblicati sabato scorso dal Sole 24 Ore, Mariangela Latella. Con lei abbiamo collaborato nelle scorse settimane, per fornire dati, numeri, statistiche e informazioni atte a confezionare un articolo sul mercato immobiliare che però, grazie alle nostre informazioni e alla competenza e disponibilità dei due imprenditori e membri dell'associazione MWTWG, Roberto Marini e Marco Vancini, si è trasformato in un servizio positivo su come vivono molti italiani sulla costa keniota, sulle "facilities" e le spese anche quotidiane.
Ecco da dove deriva la soddisfazione della redazione di Casa& Case, l'inserto molto letto del primo quotidiano economico italiano.
Molte le mail giunte al giornale, ed alcune sono già arrivate anche al nostro portale. Sono per lo più complimenti per il nostro lavoro, ma anche richieste di informazioni di ogni tipo, scaturite dagli articoli degli ultimi due sabati. A queste due pagine positive aggiungiamo anche la segnalazione, sul Venerdì di Repubblica di questa settimana, uscito venerdì, un trafiletto sulla campagna contro gli abusi sui minori promossa dall'associazione Malindi Watamu Tourism Welfare Group e da malindikenya.net, insieme con il Cisp e Unicef. Peccato che, nonostante le nostre continue mail di aggiornamento, con dati e statistiche aggiornate (diminuzione dei casi, aumento della scolarizzazione nel 2008) il Venerdì abbia utilizzato ancora i famigerati numeri parziali di Unicef che ormai risalgono a quattro anni fa.

lunedì 9 febbraio 2009

ANCHE IL SOLE 24 ORE PARLA DELLA MALINDI ITALIANA IN TERMINI POSITIVI, GRAZIE AL NOSTRO UFFICIO STAMPA

Il titolo e l'intero articolo lo potete vedere su www.malindikenya.net, "Kenya, il mare d'inverno italiano", l'articolo è pubblicato a tre quarti di pagina sul più prestigioso quotidiano economico italiano, il Sole 24 ore e parla in termini assolutamente positivi di Malindi, del Kenya "italiano" e della possibilità di soggiornare l'inverno sulla costa, come di acquistare una casa. Vengono intervistati due membri dell'associazione Malindi Watamu Tourism Welfare Group, Roberto Marini della Sabaki Investments e Marco Vancini del Key Group, si parla del libro ironico del direttore di Malindikenya.net Freddie del Curatolo, "Malindi, Italia guida semiseria all'ultima colonia italiana d'Africa" e delle iniziative della comunità italiana. La nostra agenzia ha fornito dati, numeri e anche riferimenti delle agenzie immobiliari più importanti. Con un servizio del genere è facile per un giornalista e una redazione mettere insieme un servizio fatto bene, credibile.
Ecco quindi un altro "colpo" messo a segno dal nostro ufficio stampa, che era in contatto da ormai dieci giorni con la giornalista Mariangela Latella e con la redazione del Sole 24 ore. Ecco come cambia la costa keniota agli occhi degli italiani, tramite la stampa, basta solo trovare giornalisti competenti e soprattutto fornire loro notizie confutate e confutabili, essere d'aiuto e presenti, spedire materiale, procurare interviste. Come ogni ufficio stampa che sia degno di questo nome. Il quotidiano finanziario ha puntato lo sguardo specialmente sui costi delle case ("Ville con piscina a 100 mila euro") e sulle spese di tutti i giorni, dall'allacciamento della luce allo stipendio di un houseboy. Insomma, un piccolo prontuario per chi decidesse di acquistare casa o passare i mesi invernali in Kenya. Per tutte le altre informazioni e per approfondire, chiaramente, c'è malindikenya.net!

sabato 7 febbraio 2009

I DIPENDENTI DEL GIORNALE RACCONTANO COME SONO STATI BENE A MALINDI

Lo scorso dicembre il quotidiano "Il Giornale" ha proposto ai suoi dipendenti una vacanza a Malindi, sotto l'egida del giornalista Stefano Passaquindici, un'eminenza del giornalismo turistico e grande amico del Kenya e di Malindi. Il gruppo è stato alloggiato al Coral Key e ha potuto visitare Malindi e dintorni, vivendo il Kenya in maniera davvero speciale.
Ecco le prime impressioni del viaggio, pubblicate da ieri su Ilgiornale.it“Desidero esternare la mia riconoscenza al nostro Giornale – scrive Emanuela - che, grazie a questa iniziativa mi ha permesso di vivere un'esperienza nel suo genere unica, in un ambiente naturale splendido a contatto con un'umanità autentica e commovente. Le emozioni che ho provato resteranno in me a lungo. A tutti voi del Giornale il mio "asante sana".
Simile il pensiero di Luciano: “Mia moglie ed io siamo tornati entusiasti dal viaggio in Kenya organizzato dal "Giornale", al quale siamo grati per l'esperienza unica fattaci vivere, grazie anche alla capacità e alla solerzia dell'amico Passaquindici. Non è stata la classica vacanza di mare - che anzi, in virtù della stagione a ridosso delle piogge e delle maree sfavorevoli, è diventato secondario (ma quale escursione marina nella zona detta "Sardegna 2"!).
Però la bellezza dei luoghi, i comforts del villaggio, straordinario parco equatoriale, l'accoglienza calda ed ospitale della popolazione di Malindi ci hanno confortato e riempito le giornate.
Con il popolo del "Giornale" abbiamo poi vissuto una bella esperienza di integrazione: finalmente idee e sentimenti omogenei e scambievoli, senza l'accapigliarsi che caratterizza ormai la vita delle nostre città e perfino delle famiglie.
Ma sopra ogni altra cosa due sensazioni irripetibili e commoventi: lo scenario grandioso della savana, con i suoi riti quotidiani di sopravvivenza e di morte; e gli occhi tristissimi – severi e imploranti a un tempo – di in piccolo Keniota della scuola - orfanatrofio (ma anche delle centinaia di altri bambini) che Passaquindici ci ha fatto visitare. Una commozione che mi ha mosso senza remore al pianto e che mi induce a fare qualcosa per questi poveri bambini.
Il Giornale assuma quindi iniziative anche modeste ma concrete al riguardo ed inviti i lettori - il nostro popolo generoso – ad aderire secondo le possibilità di ciascuno.
Siamo infine in attesa di prossimi altri programmi di viaggio cui dovremo partecipare ancora più numerosi, nello stesso spirito che non è solo di svago ma anche di propositi di solidarietà umana e sociale. Grazie, grazie di tutto”.
“Dopo aver viaggiato in Brasile e in Sud Africa – racconta invece Paolo - quindi dopo aver visto favelas e baracche, confesso, per la prima volta, di essermi sentito veramente impotente di fronte alla povertà e abbandono in cui versa la popolazione kenyana. Se poi pensiamo che siamo stati a Malindi, località marina ove il turismo aiuta moltissimo la popolazione locale, possiamo immaginare invece come possano essere le condizioni in cui si trova la popolazione residente all'interno o nei pressi degli altipiani.
Devo altresì riconoscere, per quel che ho potuto capire, che la mentalità di coloro che ho avuto la possibilità di avvicinare e con i quali ho potuto trascorrere anche lunghi periodi di conversazione (per inciso quasi tutti i giovani di Malindi parlano molto bene la nostra lingua, poiché in questa cittadina vivono circa 2mila italiani) è abbastanza intrisa di "fatalismo". Ovvero si vive giorno per giorno, senza fare programmi per il futuro e ciò naturalmente condiziona fortemente lo sviluppo di tali aree. Per fortuna vi sono molte organizzazioni, laiche e religiose, che assistono tali popolazioni, soprattutto nella fase dell'infanzia, ma vi è veramente tanto da fare. Per concludere, ho incontrato una signora toscana che trascorre molta parte del suo tempo a Malindi e che mi ha raccontato come con la sua organizzazione di beneficenza sta cercando di insegnare ai nativi alcune attività elementari: cucire, intagliare, colorare, al fine di instillare, soprattutto nella mentalità dei giovani, quello spirito imprenditoriale, vero motore del progresso e della crescita sociale. Devo riconoscere che gli oggetti da loro prodotti sono fatti con buona tecnica e perizia.
Ecco credo che, oltre alle donazioni, adozioni a distanza, eccetera, eccetera, si debba cercare di far crescere queste popolazioni, insegnando a loro le attività artigianali di base e invogliarle a rimanere nel loro territorio e lì crescere e far crescere i loro conterranei, piuttosto che aprire le braccia, accoglierli qui da noi e poi abbandonarli per le strade.”

venerdì 6 febbraio 2009

TORNANO LE SFILATE DI MODA A MALINDI CON IL FASHION SHOW DEL CASINO

Tornano le sfilate di moda a Malindi. Si terrà l'otto marzo, festa della donna, come accadde per la prima edizione nel 2006, il Casino Malindi Fashion Show, kermesse che ha per protagonista la moda keniota, creata e prodotta da stilisti europei o locali. Dopo il grande successo della prima e della seconda edizione (che ha avuto anche un ottimo eco sulla stampa e in televisione, con canali anche sudafricani arrivati per l'occasione a girare degli special), l'anno scorso per ovvi motivi la manifestazione non si è tenuta, ma visto il perdurare della stagione turistica, quest'anno la sala da gioco malindina ha deciso di riproporre l'elegante passerella sul palco del ristorante La Griglia. Tra le sicure firme della sfilata, hanno confermato la loro presenza "Moo Cow" (Carol Wahome e Regina Njogu) che, partiti dalle borse e approdati ai vestiti, oggi lavorano anche per la popolare Tinga Tinga. John Kaveke, uno stilista keniota che ha studiato alta moda in Spagna e ha aperto la sua linea che pone lo sguardo sull'Africa più attuale. Torna anche Lalesso, fondata da due stilisti locali e apprezzata per le sue scelte di colori sgargianti e per i tradizionali "kanga" con sfumature romantiche. Parteciperà anche la fantasiosa creatrice francese Corinne Pizzanelli, con i suoi sandali e le borse che da anni sono tra le più richieste della costa. Le creazioni di moda saranno adornate dai manufatti di artiste del gioiello e dell'oggettistica da indossare, come Njee Muturi, Jaqueline Resley, Adele Dejak e Marzia Chierichetti.

giovedì 5 febbraio 2009

IL KENYA VA ALLA BIT DI MILANO E SI FA PUBBLICITA' IN TRAM

Il Kenya cala il tris promozionale in Italia. Dopo la settimana del Turismo a Milano con la bella esposizione in piazza Mercanti, dopo la fiera TTG di Rimini con visite record, anche il prestigioso spazio BIT (Borsa Italiana del Turismo) del capoluogo lombardo. Il 19 e 20 febbraio il Kenya Tourist Board allestirà il suo stand (sotto l'egida Magical Kenya, che ormai è il logo ufficiale del Ministero del Turismo) e sarà presente insieme ad alcune aziende turistiche che operano in Kenya (anche i nostri associati dell'Aquarius Resort di Watamu) all'importante fiera. Sarà lo stesso ministro del Turismo keniota Najib Balala a presenziare all'apertura e ad incontrare agenti, operatori e stampa, per ribadire l'impegno del Kenya ad attirare turisti e investitori italiani, particolarmente a Malindi e lungo la costa del Paese africano.
Ma non è questa l'unica iniziativa ad interessare Milano in questo periodo. In concomitanza con la partecipazione al Bit, infatti, per tutto il mese di febbraio un tram colorato porterà in giro per i luoghi più importanti e frequentati della metropoli i paesaggi kenioti, i suoi animali, la natura il mare e il Kilimanjaro. L'iniziativa organizzata dal Kenya Tourist Board aveva già avuto buoni riscontri alla vigilia della manifestazione che aveva visto il Kenya in mostra in piazza Mercanti (oltre cinquemila visitatori), con poster e locandine nelle metropolitane e tram e autobus sponsorizzati. Il ministro Balala crede molto in questo tipo di promozione e, nonostante la crisi, si prevede un buon afflusso di interessati, neofiti, curiosi e addetti ai lavori negli stand fieristici. Il Kenya si trova nel padiglione 2, THE WORLD, stand G 10 - H 09.

mercoledì 4 febbraio 2009

IL NOME DI MALINDI ANCHE A UNA CANNA DA PESCA

Sapevamo di alcuni locali balneari sulla riviera italiana (il più noto, il Malindi Bikini di Cattolica, bagno trasformato in lounge-disco) e di barche da solitari transoceanici. Ora il nome di Malindi viene associato anche a una rivoluzionaria canna da pesca. La canna da pesca "Malindi" è stata lanciata da poco sul mercato, lo rende noto il portale "Progetto pesca", che definisce così la novità: "La Malindi è una innovativa canna da stand-up, leggera, sensibile e potente, concepita e strutturata per l’uso con lenze sottili. ecco perché questi nuovi fusti sono stati creati più lunghi di una normale canna da stand-up : per scaricare e distribuire la potenza in una zona più ampia e quindi in modo più progressivo ed uniforme, realizzati in microfibra e arricchiti con carbonio HR, per un veloce ritorno elastico. il manico smontabile è in anticorodal. per gli anelli abbiamo adottato gli innovativi fuji, in quanto con lenze sottili non è possibile utilizzare rullini che a causa della loro massa non sarebbero entrati in rotazione in tempi sufficientemente brevi ed inoltre si correva il rischio che la sottile lenza restasse impigliata negli anelli o nella punta. montata con anelli BLR."
E via, allora! E che ogni volta che si pesca, si pensi a come sarebbe bello farlo sulla costa keniota, sperando nell'abbocco di un sailfish o di un blue marlin.

martedì 3 febbraio 2009

COME CAMBIA MALINDI AGLI OCCHI DELLA STAMPA, ORA ANCHE L'AVVENIRE LODA LE BUONE AZIONI DEGLI ITALIANI

Anche l'Avvenire, quotidiano che nel passato non si era sottratto al facile e superficiale tiro al bersaglio nei confronti della comunità italiana di Malindi, vedendo come sempre solo la punta dell'iceberg e facendo di tutta la savana un fascio, si è accorto che la Malindi italiana è anche e soprattutto un'altra. La giornalista Paola Scarsi è stata condotta da malindikenya.net alla scoperta di quel sottobosco che spesso è meno visibile di primo acchito di quanto lo possa essere un pensionato a passeggio con una giovane ragazza locale, ma sicuramente più legato al territorio in cui ha scelto di vivere o lavorare.
Così l'inchiesta che il quotidiano cattolico ha pubblicato a pagina 3 dell'edizione di sabato scorso, ha questo richiamo in prima pagina: "Malindi, turismo dai due volti: c'è anche la solidarietà degli italiani".
E questa volta si parla di pedofilia senza esagerare cifre o inventarsi casi, ma parlando dell'iniziativa "Malindi protegge i bambini" e le cifre che si snocciolano non sono più quelle di statistiche Unicef o rapporti della polizia (con dati sempre ridicoli, rispetto a ciò che accade in Italia), ma quelle relative ai cittadini kenioti aiutati dagli italiani a Malindi, di quelli impiegati nelle case (che sono 3 mila, tra ville e appartamenti, da Watamu a Mambrui) e negli hotel. Con una stima di almeno 60 mila persone che hanno migliorato il loro status grazie alla comunità italiana direttamente e altrettanti tramite l'indotto. Finalmente si fanno nomi, esempi, viene intervistato il nostro direttore con nome e cognome, non ignoti (o inventati) residenti che remano contro o ai quali si estorgono dichiarazioni estemporanee di cui poi si pentono. Non abbiamo la pretesa che si debba sempre e solo parlare bene di Malindi, perchè siamo i primi a denunciare i problemi che ancora affliggono questo territorio, ma finalmente apprezziamo una pagina importante di giornalismo serio che approfondisce una comunità che merita di essere conosciuta dall'interno, senza fermarsi a facili, comodi e veloci sguardi tramutati in articoli sensazionalistici.

lunedì 2 febbraio 2009

IL NOME DI MALINDI ANCHE A UNA CANNA DA PESCA!

Sapevamo di alcuni locali balneari sulla riviera italiana (il più noto, il Malindi Bikini di Cattolica, bagno trasformato in lounge-disco) e di barche da solitari transoceanici. Ora il nome di Malindi viene associato anche a una rivoluzionaria canna da pesca. La canna da pesca "Malindi" è stata lanciata da poco sul mercato, lo rende noto il portale "Progetto pesca", che definisce così la novità: "La Malindi è una innovativa canna da stand-up, leggera, sensibile e potente, concepita e strutturata per l’uso con lenze sottili. ecco perché questi nuovi fusti sono stati creati più lunghi di una normale canna da stand-up : per scaricare e distribuire la potenza in una zona più ampia e quindi in modo più progressivo ed uniforme, realizzati in microfibra e arricchiti con carbonio HR, per un veloce ritorno elastico. il manico smontabile è in anticorodal. per gli anelli abbiamo adottato gli innovativi fuji, in quanto con lenze sottili non è possibile utilizzare rullini che a causa della loro massa non sarebbero entrati in rotazione in tempi sufficientemente brevi ed inoltre si correva il rischio che la sottile lenza restasse impigliata negli anelli o nella punta. montata con anelli BLR."
E via, allora! E che ogni volta che si pesca, si pensi a come sarebbe bello farlo sulla costa keniota, sperando nell'abbocco di un sailfish o di un blue marlin.

sabato 31 gennaio 2009

LA MALINDI CHE SI RILASSA, ARRIVATO ANCHE l'EX CT DELLA NAZIONALE DI CALCIO ROBERTO DONADONI

Anche gli sportivi, non solo gli amanti della vita mondana e i divi di cinema e televisione amano rilassarsi sulla costa keniota: dopo i piloti di Formula Uno Fernando Alonso e Giancarlo Fisichella, dopo Francesco Totti (tornato a tempo record in campo grazie anche alla "cura" di Diani) e l'ex allenatore del Bologna Daniele Arrigoni, è ora la volta del Commissario Tecnico della Nazionale Italiana agli ultimi europei di calcio e indimenticata mezzala del Milan e della Nazionale stessa, Roberto Donadoni. In vacanza a Malindi, è quasi scontato che lo vedremo sul campo da golf di Kilimandogo, visto che è un appassionato delle 18 buche ed un ottimo giocatore a livello italiano.

venerdì 30 gennaio 2009

E' USCITO OUT OF ITALY, IL PERIODICO DI CHI VIVE E CAPISCE L'AFRICA DA ITALIANO

Per rimanere in temi cari a questi giorni, quello di Out of Italy non è stato un parto facile. Esce ora il primo numero dell'anno nuovo dei "periodico di opinione e informazione indipendente per le comunità italiane in Africa" diretto da Franco Nofori e che si avvale di un pool di volontari conoscitori dell'Africa e dei suoi paradossi. Il numero appena uscito affronta temi caldi e d'attualità come la piaga della pedofilia, ancestrale e dalle molteplici diramazioni in Africa. Viene presentata la campagna "Malindi protegge i bambini" ma si va anche a scavare sulle ragioni e sui cambiamenti. Si parla poi di corruzione, un tema di scottante attualità soprattutto in Kenya, e di calunnie e soprusi, come quelli perpetrati per anni dal presidente-criminale del Sudan Omar Hassan. Si parla poi di Obama e del cambiamento, e della crisi economica. "Out of Italy" viene letto ogni anno da ventimila persone ed è uno di quei piccoli miracoli, tra tante intemperie e disomogeinità, che ci fanno sentire orgogliosi che esista una comunità italiana in Kenya. Proprio su questa linea è l'augurio del direttore per il 2009: "...Vogliamo dimostrare che rinunceremo ad accapigliarci tra noi, cancellando la vergogna di offrire la nostra biancheria sporca ai loro sguardi corrotti che infliggono all'intera comunità italiana l'umiliazione dei loro lazzi e dei loro denigranti giudizi? Questo è l'accorato e affettuoso augurio che vogliamo rivolgere ai nostri lettori: restiamo uniti e non rassegnamoci al sopruso. Migliaia di voci sono anche più forti del tuono".

giovedì 29 gennaio 2009

E' NATA AGATA ZENA, FIGLIA DEL DIRETTORE DI MALINDIKENYA FREDDIE DEL CURATOLO

Ecco Agata Zena Del Curatolo, neonata residente malindina, figlia del direttore di Malindikenya.net Freddie e di sua moglie Miky. Con la sua nascita, la prima del 2009, la "colonia" di bimbi italiani nati in Kenya si allarga ulteriormente. Negli ultimi mesi sono stati cinque i neonati "malindini" venuti al mondo tra Mombasa (Cassandra e Vincenzo gli ultimi in ordine di tempo), l'Italia e Malindi. Così come accadde undici-dodici anni fa, il nuovo "baby boom" sembra fare proseliti. Attendiamo il prossimo!

mercoledì 28 gennaio 2009

PILOTA RIPARTE DA MALINDI SENZA SCARICARE I BAGLI DEI TURISTI: FERMATO IN TEMPO

Chissà che impegni inderogabili aveva il comandante del Fokker della compagnia 540 che ieri faceva tappa da Mombasa a Malindi, per poi tornare indietro. Dopo aver trasportato quattro turisti italiani e averli "scaricati" a Malindi, il pilota del velivolo della linea di charter interni del Kenya, ha pensato di fare dietrofront e imboccare subito la pista di decollo, senza far prendere i bagagli agli inservienti e senza caricare il solo cliente diretto a Mombasa. Avvertito immediatamente via radio, il comandante avrebbe risposto che non aveva intenzione di fermarsi. Poi, compreso il problema dei bagagli, l'aereo ha subito una brusca frenata, le valige sono tornate ai legittimi proprietari e l'unico passeggero diretto a Mombasa, con qualche patema, è salito a bordo./Chissà che impegni inderogabili aveva il comandante del Fokker della compagnia 540 che ieri faceva tappa da Mombasa a Malindi, per poi tornare indietro. Dopo aver trasportato quattro turisti italiani e averli "scaricati" a Malindi, il pilota del velivolo della linea di charter interni del Kenya, ha pensato di fare dietrofront e imboccare subito la pista di decollo, senza far prendere i bagagli agli inservienti e senza caricare il solo cliente diretto a Mombasa. Avvertito immediatamente via radio, il comandante avrebbe risposto che non aveva intenzione di fermarsi. Poi, compreso il problema dei bagagli, l'aereo ha subito una brusca frenata, le valige sono tornate ai legittimi proprietari e l'unico passeggero diretto a Mombasa, con qualche patema, è salito a bordo.

martedì 27 gennaio 2009

GREGORACI: IL MAL D'AFRICA E LA MALINDI DI LADY BRIATORE SU "DIVA DONNA"

"Stare a Malindi mi da sensazioni di pace e tranquillità, così lontane dalla vita frenetica a cui sono abituata. Appena arrivi qui hai una sensazione di totale libertà. E' un'esperienza rigenerante a tutti gli effetti. E' bello sapere che esiste un posto così e che posso tornarci ogni volta che ne sento la necessità".
Come non condividere queste parole, che quasi tutti coloro che frequentano il Kenya si sono ritrovati a pensare. Queste in particolare arrivano da Elisabetta Gregoraci e sono sull'ultimo numero del settimanale "Diva Donna". Un ampio servizio dedicato alla vacanza natalizia dei coniugi Briatore, con fotografie dedicate particolarmente alla bellezza mediterranea della Gregoraci ma anche alle iniziative di solidarietà della coppia, volte specialmente ad aiutare la comunità di Mayungu (40 famiglie, 170 persone). A parte i tentativi di divagare della giornalista autrice del servizio, la signora Briatore si sofferma molto sul rapporto con il Kenya, sulla magia dei tramonti, delle passeggiate in spiaggia la mattina presto, sul relax agli isolotti del parco marino, sui sorrisi dei bambini che la chiamano per nome e sull'operazione di solidarietà che porta avanti "perchè è impossibile chiudere gli occhi". Certo, è lei stessa a definirla "una goccia nel mare", qualcuno direbbe nel mare di milioni in cui il marito naviga, ma è un'azione costante ed esemplare. Elisabetta trova anche il modo di elogiare lo staff di "Lion in the sun", compreso il "mitico Pierino, medico che da dieci anni è responsabile di tutte le attività di Flavio in Africa e che ha deciso di trasferirsi qui proprio perchè affascinato dalla sincerità e dalla gratuità dei sorrisi della gente...". Personaggi egocentrici, abituati ai flash e alle prime pagine, alla mondanità e alle riviste patinate, ma di certo ottimi testimonial di quanto di buono può offrire Malindi e il Kenya.

lunedì 26 gennaio 2009

NEGRITA: LA CANZONE IN SWAHILI NATA DOPO UN VIAGGIO DI SOLIDARIETA' IN KENYA

"Karibu jambo bwana leo jua kali sana, asante sana jicho asante sana kesho hapana jua kali sana". Questo ritornello, sopra una musica rock orecchiabile, impazza da qualche tempo nelle radio italiane. E' la canzone "Radio Conga" del gruppo italiano Negrita, uno dei più apprezzati dai giovani. Il testo in realtà non dice un granchè (Benvenuto, ciao signore oggi il sole è forte, grazie molte, occhio, grazie domani il sole non picchierà".
Ma la canzone ha un senso ben più profondo di questo ritornello musicale, perchè è solo il risvolto artistico di un'esperienza che ha visto il cantante e leader della formazione toscana, Paolo Bruni (in arte Pau) nella regione keniana del Kajiado, al confine tra Kenya e Tanzania, dove il bisogno d'acqua negli ultimi anni si è fatto disperato. Il progetto "Diamo da bere ha chi ha veramente sete" è stato coordinato da Amref Italia e dal musicista milanese e creatore di Rock Tv Mario Riso, che tempo fa ha radunato una serie di artisti e gruppi emergenti italiani nel progetto "Rezophonic", registrando un disco i cui ricavati sarebbero andati ad Amref per la costruzione dei primi dieci pozzi nella regione del Kenya. Riso si è recato più volte in Kenya ed ha ormai il Mal d'Africa.
“Il viaggio di Mario Riso in Kenya con la Nazionale Artisti Tv ha avvicinato l’Africa al mondo della musica alternativa italiana - si legge sul sito ufficiale - Rezophonic dimostra come la spontaneità e l’amicizia di questi artisti sia stata in grado di dare vita a un progetto concreto e finalizzato alla realizzazione di un preciso obiettivo”. L'obbiettivo è quello per cui Amref sta operando in Kenya da tanti anni, grazie al lavoro del responsabile del settore acqua Icio de Romedis.
Riso è nuovamente tornato in Kenya accompagnato proprio da Pau dei Negrita, dal trombettista Roy Paci e da Danilo dei Negramaro, per "controllare" la fine dei lavori del decimo pozzo d’acqua. E' stato durante questo viaggio di solidarietà che il leader del gruppo rock aretino che prende il nome da una canzone dei Rolling Stones (Hey Negrita) ha scritto la canzone Radio Conga, che è contenuta nell'ultimo album della band, dal titolo "Helldorado". Ma l'iniziativa di Riso ha avuto anche altre adesioni, infatti
al progetto Rezophonic hanno partecipato anche Lacuna Coil, Linea 77, Verdena, Joxemi degli Ska-P, Extrema, Olly degli Shandon, PFM, Deasonika, L’Aura, Malfunk, Morgan e Andy dei Bluvertigo, Le Vibrazioni, Saturnino e molti altri.

domenica 25 gennaio 2009

PARCO MARINO DI MALINDI E WATAMU: OLTRE ALLA BEFFA DELL'AUMENTO, IL DANNO DELLA PESCA ILLEGALE

Parco Marino: le barche per turisti pagano di più, ma la pesca illegale prolifera. Il lungo braccio di ferro tra la cooperativa dei “barcaroli” del parco e riserva marina di Malindi e Watamu si è praticamente concluso in un nulla di fatto. Chi vuole uscire paga ben 11 euro a turista (aumento superiore al 50%) e il Kenya Wildlife Service è vigile e pronto a multare chi prova ad aggirare il pagamento del ticket. Ma, a quanto pare, non ha il polso altrettanto fermo contro la pesca di frodo con le reti illegali, le cosiddette “ring net”, un tipo di reti vietate in kenya come ormai in tutto il mondo, in grado di rovinare i fondali e la barriera corallina.
Proprio ieri è stata avvistata un’imbarcazione di pescatori che usavano questo tipo di reti all’interno del parco marino, alla faccia delle autorità e a pochi metri dai turisti che facevano le immersioni.
Angelo De Faveri, diver professionista, è sconcertato da quello che ha visto e che ha fotografato ieri per noi. “Io pago di buon grado il biglietto – spiega De Faveri – addirittura per accedere alla riserva marina che parco non è, anzi lo sto pagando maggiorato, ma trovo bizzarro ed increscioso che i turisti, nel mio caso subacquei, che pagano ben 11 euro per guardare i pesci, sono costretti a guardare anche i pescatori professionisti, muniti di mezzi non tradizionali di pesca”. Nella foto si possono notare le bombole a poppa della barca, e le famigerate “ring net”.
“Tutto questo è successo a soli cinquanta metri dal punto di immersione - prosegue De Faveri - e dalla foto si può notare anche quanto la barca fosse vicina alla riva, ferma e non in movimento. Stavano tirando su le reti, e le persone che erano con noi hanno dovuto assistere alla pesca dei pesci tropicali che noi durante il briefing pre-immersione proibiamo di disturbare e toccare, così come d'altronde pubblicizza e richiede il KWS”.
Insomma, sarebbe come se i turisti nei parchi nazionali, dopo avere pagato per vedere gli animali e assistere allo spettacolo della fauna selvaggia e libera nel suo habitat naturale, dovessero assistere o venire a conoscenza di mattanze di animali, il tutto in modo illegale e sotto gli occhi del KWS che un attimo prima ha staccato i biglietti ai turisti stessi. I metodi di pesca tollerati dalle leggi del Kenya nella riserva marina sono esclusivamente quelli di tipo tradizonale, ovvero con lenze e canoe, e dunque non certo barconi di trenta persone impegnate con attrezzature subacquee e reti illegali. De Faveri, come oggi farà l’Associazione Turistica di Malindi e Watamu, ha già inoltrato ogni tipo di protesta ufficiale al KWS, che per quanto riguarda i parchi nazionali in savana non dimostra di essere tenero con i bracconieri (cinquanta arresti nei mesi scorsi per la tratta dei leopardi e un cacciatore colto in flagrante e ucciso due giorni fa). “Non riesco a spiegarmi come mai ciò che avviene sotto al mare non venga protetto in maniera adeguata – conclude De Faveri - anche e soprattutto in vista di aumenti del cinquanta per cento degli ingressi al parco marino e per di più estesi anche a zone che parco non sono”

sabato 24 gennaio 2009

IL KENYA SI LANCIA SULL'ENERGIA EOLICA, POSSIBILE ANCHE A MALINDI?

Via libera del Governo all'energia eolica in Kenya, anche a Malindi ora teoricamente si può pensare all'energia alternativa più gettonata ultimamente, anche se per ora la licenza è stata data a una sola impresa. Ma il pensiero di non dipendere più dalla Kenya Power and Lightning da solo autorizza a un sorriso di speranza. Vediamo come stanno le cose, riportando un servizio dell'agenzia Greenreport.it
La Lake Turkana Wind Power (Ltwp), un´impresa del Kenya, prevede di produrre 300 MW di energia elettrica entro il 2012, utilizzando il vento che spira forte nel nord del paese dell´Africa orientale. Il direttore di Turkana Wind Power, Chris Staubo, ha detto alla Reuters, che dopo 4 anni sono praticamente terminati gli studi per produrre energie eolica nella inospitale regione del lago Turkana e che «La piena produzione avverrà nel giugno 2012, ma la produzione dovrebbe essere avviata nel mese di giugno 2011». Una volta completato, il progetto potrebbe soddisfare circa un quarto della domanda totale di energia del Kenya, che è di circa 1.200 MW, solo leggermente al di sotto della capacità installata. Il governo di Nairobi è fortemente impegnato nello sviluppo di fonti energetiche "verdi", come l´eolico e la geotermia, per soddisfare la domanda di energia che sta crescendo dell´8% all´anno.Secondo Staubo il progetto costerà in totale 760 milioni di dollari e la African development bank ci metterà un finanziamento del 30%, il restante 70% verrà da banche keniote, da banche di investimento sudafricane, medio-orientali e statunitensi. Il progetto è impressionante: 360 turbine eoliche da 850 kw l´una, sarà realizzato dalla danese Vestas Wind System che provvederà a collegare immediatamente ogni pala eolica appena installata alla linea di trasmissione che in 426 km che collegherà il sito di Loiyangalani a Suswa nel sud-ovest del Kenya, per poi immettere l´energia elettrica eolica nella rete nazionale. Il problema è che la rete elettrica kenyota andrà adeguata, perché attualmente non è in grado di sopportare questa immissione di energia. Per ora è la Kenya Electricity Generating Company a produrre la maggior parte dell´energia elettrica utilizzata in Africa orientale, sfruttando l´idroelettrico e la geotermia. L´eolico in Kenya sembra attirare molte attenzioni: altre società stanno valutando la redditività della produzione di energia eolica sulle Ngong Hills, alla periferia di Nairobi e a Kinangop nel Kenya centrale, anche se il governo fino ad ora ha dato concessioni solo alla Lake Turkana Wind Power. Una curiosità, il desolato sito di Loiyangalani nel 2005 ha fatto da set cinematografico per "The Constant Gardner", il film basato tratto dal racconto di John le Carre.

giovedì 22 gennaio 2009

NATIVO ONLUS E MONTERENZIO (BOLOGNA) AIUTANO QUATTROCENTO BIMBI DI WATAMU

Monterenzio per Watamu, ecco un'altra bella iniziativa degli italiani per i bambini del Kenya.
Quest'anno, grazie alla generosità della pubblica assistenza di un intero comune del Bolognese e all'opera della Onlus Nativo, che da anni assiste e aiuta i bambini di Watamu, quattrocento bambini del villaggio costiero avranno accesso gratuito all'assistenza medica. L'operazione ha avuto il suo apice con la raccolta di fondi organizzata da Nativo Onlus durante una festa con la Pubblica Assistenza di Monterenzio. Grazie ai 70 volontari dell'associazione del paese in provincia di Bologna e ai simpatizzanti, Nativo Onlus ha potuto raccogliere fondi destinati al suo progetto pediatrico.
Il 2009 per i bambini di Watamu assistiti da Nativo è iniziato benissimo, con una festa di buon anno lo scorso 4 gennaio, in cui l'assistenza agli alunni ha aggiunto sette nuovi bambini. Così sono 53 i ragazzi, con parecchie soddisfazioni: il piccolo Baraka ad esempio ha superato gli esami delle primarie con il miglior risultato della scuola e tra qualche giorno, a febbraio, inizierà le scuole secondarie. Procede anche il progetto di sartoria, con il negozio "Kids alive tayloring" che riesce già ad autogestirsi. Il politecnico di Gede vede due ragazzi di Nativo iscritti: Emmanuel al corso di falegname e Amani a quello di elettricista. Nel nuovo anno Nativo proseguirà con i progetti di microcredito e aiuterà Cisp e Associazione Turistica Malindi Watamu nella divulgazione della campagna "Malindi protegge i bambini". Auguri, Nativo e grazie Monterenzio.

mercoledì 21 gennaio 2009

"MALINDI PROTEGGE I BAMBINI": INIZIA IL TRAINING A INSEGNANTI E COMUNITA' LOCALI

E' uno degli obiettivi primari della campagna contro gli abusi sessuali nei confronti dei minori che Cisp e Associazione Turistica di Malindi e Watamu, sotto l'egida dell'Unicef, hanno approntato per educare e sensibilizzare la popolazione locale a quello che a ragione si può ritenere uno dei grandi tabù dell'Africa e, numeri alla mano, anche del Kenya. Così i frutti degli studi accurati del Cisp di Malindi si sono concretizzati proprio ieri, con l'inizio degli incontri illustrativi della campagna e delle problematiche a riguardo, con gli insegnanti del distretto di Magarini e con le donne delle comunità di Misufini, nell'entroterra di Malindi. Al Catholic Institute di Malindi sono stati invitati gli insegnanti delle scuole elementari di Magarini, Pumwani, Kaembeni, Marikebuni e Bomani, insieme con due Community Bases Organizations, gruppi autogestiti al femminile, il Tuzo e il MaWoNe. Questo primo workshop durerà tutta la settimana, ma ieri gli insegnanti sono stati "precettati" dal loro sindacato. In questi giorni, infatti, come potete leggere nell'articolo a fondo pagina, è in corso uno sciopero nazionale dei maestri elementari che si preannuncia molto duro, oggi infatti è il terzo giorno di lezioni saltate e il Governo non sembra voler ascoltare le richieste del KNUT, il sindacato di categoria, appunto. Questo ha un po' scombussolato i piani iniziali del Cisp, ma ci saà modo di recuperare, anche perchè l'operazione di training di questi "educational" andrà avanti fino alla fine di aprile. Altre iniziative della campagna "Malindi protegge i bambini" riguardanti anche il coinvolgimento del settore turistico, saranno invece presentate a partire dal prossimo mese.

martedì 20 gennaio 2009

GIURAMENTO DI OBAMA: FESTE ANCHE IN KENYA E A MALINDI PER IL PRESIDENTE AFRICANO

E' arrivato il grande giorno dell'insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti alla Casa Bianca. La notizia è di quelle epocali, perchè stiamo parlando di Barack Obama, il primo presidente di colore della storia americana, di padre keniota e capace di parole di speranza per il mondo intero. Se pensiamo che quarant'anni fa per le stesse parole Martin Luther King veniva assassinato e che ancora pochi anni fa nessuno avrebbe scommesso sulla sua candidatura, il giorno è storico.
Chiaramente oggi la storia appartiene anche un po' al Kenya, Paese che per molti versi è diametralmente opposto agli Stati Uniti.
Eppure Obama può essere d'insegnamento alla classe dirigente keniota, avvolta e sporcata più che mai dalla corruzione e dagli scandali, che fa spesso uso della democrazia per arricchirsi senza risolvere i tanti problemi che affliggono il Paese.
Allora oggi in Kenya ci sono due feste: quella ufficiale e governativa che vede una delegazione di ministri e sottosegretari, con parenti e concittadini del papà di Obama, che saranno a Washington provenienti da Kogelo, Lago Vittoria, e quella della gente comune che in Obama ripone le speranze che sono le stesse dei poveri di tutto il mondo. Celebrazioni a Kisumu, cov'è stata costruita una pseudo Casa Bianca di cartongesso, a Nairobi e a Mombasa. Anche a Malindi si festeggierà, in locali e per le strade, con manifestazioni pacifiche e spontanee e semplicemente indossando il tradizionale kanga creato per l'evento. Hongera Obama!

lunedì 19 gennaio 2009

TORNEO DI PESCA DI MALINDI, IL VERO VINCITORE E' L'EQUIPAGGIO CHE HA SALVATO UNA BARCA DI NAUFRAGHI

Un torneo, due grandi vittorie: quella della barca che ha pescato di più e quello di un'altra imbarcazione che ha salvato dei naufraghi che si erano persi da tre giorni al largo di Watamu. Emozioni e gran cuore al "Casino Malindi Billfish Open Challenge" di pesca d'altura, che si è concluso ieri sera al Ristorante La Griglia, con la cena di gala e la premiazione degli equipaggi e di chi ha scommesso su di loro. Parlando di sport, il dominio assoluto è stato a vantaggio di "Tarka", il natante condotto dal navigato Callum Looman, eletto anche Top Skipper del torneo. Venticinque mila e seicento punti, contro i 24 mila e ottocento dei secondi classificati, Simba di Adam Ogden. Al terzo posto un'altra leggenda dei mari della costa keniota, Peter Ready con Seahorse. Ma il premio più importante della giornata è quello della solidarietà, di chi con tutta probabilità ha salvato alcune vite umane. Si tratta dell'equipaggio di "Dances with fish", condotta da Dave Weintraub e con a bordo anche l'italiano Michele Amadei. E' lui a raccontarci l'episodio. "Eravamo in alto mare e abbiamo intravisto, ancora più al largo, una barca locale alla deriva - illustra Amadei - avviocinandoci ci siamo accorti che avevano issato una maglietta su un palo per farsi notare. In effetti erano alla deriva da tre giorni, carichi di pesce ormai putrescente. Stavano spingendosi sempre più al largo e i precedenti tentativi di recuperarli erano falliti. Senza radiotrasmittenti, senza Gps, senza campo per il cellulari, rischiavano grosso. Li abbiamo legati alla nostra imbarcazione e trasportati a riva, perdendo mezza giornata di pesca e anche il torneo, ma contenti per aver avuto la fortuna e la possibilità di salvare quattro vite umane". Questo può capitare, quando si va per mare. Prendere magari soltanto un dorado ("la pesca questa volta non ci ha arriso - spiega l'organizzatrice Daniela Cellini - sembrava che la fauna ittica sapesse del torneo e si fosse nascosta, considerando che durante la settimana i sailfish abbondavano") ma tornare a casa con un premio inestimabile nel cuore.

sabato 17 gennaio 2009

SIGARETTA IN BOCCA ALL'AEROPORTO DI MOMBASA, RISPEDITO IN ITALIA TURISTA ITALIANO

La storia ha dell'incredibile e conferma una delle nostre priorità: la battaglia contro i malcostumi alla dogana aeroportuale di Mombasa. Questa mattina un turista italiano, C.F. milanese, 40 anni, appena sbarcato in Kenya con il volo charter Condor PE 5264 e diretto a Malindi, si sarebbe presentato con una sigaretta, spenta, in bocca, all'interno dell'aeroporto, al cospetto degli ufficiali dell'immigrazione. Di fronte alla richiesta degli agenti di togliersi la sigaretta di bocca, l'uomo avrebbe risposto che era spenta. Da qui la decisione allucinante non timbrare il passaporto all'italiano e di rimettere l'uomo, atteso da una vacanza al Blue Key di Malindi, sullo stesso volo con il quale era arrivato, rispedendolo a Francoforte. Per un problema che, solo in caso di offese a pubblico ufficiale, al massimo si sarebbe potuta risolvere in corte, l'ufficio immigrazione di Mombasa si è arrogato il diritto di non accettare sul suolo keniota un turista che aveva regolarmente pagato la sua vacanza, rimandandolo in Europa...per una sigaretta. "Questo caso conferma il malcostume e l'arroganza degli uffici doganali di Mombasa - afferma il Console di Malindi Roberto Macrì - ora speriamo che la nostra Ambasciata, a cui è stata riferita l'incresciosa vicenda, faccia qualcosa". Sconcertato anche il direttore del Malindi Key Group, Cristina Tura. "E' incredibile che per una sciocchezza del genere un nostro cliente non possa godere della sua vacanza nell'hotel che aveva prenotato - spiega - questo non è solo un danno economico, ma anche un grave danno di immagine per il turismo in Kenya". L'Associazione Turistica di Malindi e Watamu si è già mossa contattando il ministro del Turismo Najib Balala, già da tempo sensibilizzato sugli abusi di potere dell'immigrazione aeroportuale di Mombasa.

venerdì 16 gennaio 2009

KILIFI, DONNA "RUBA" UN BABBUINO MORTO ALLA SUA COMUNITA', INSEGUITA A COLPI DI PIETRE E NOCI DI COCCO

Una storia curiosa e sintomatica della vita nella costa keniota.
Ieri mattina, come riferisce il quotidiano Nation, una donna non più giovane, vicino Kilifi, è stata aggredita a colpi di noci di cocco e pietre, da un gruppo di una trentina di babbuini, ed è stata tratta in salvo da un uomo che è riuscito a metterli in fuga, permettendo alla “mama” di raggiungere la sua capanna.
Il motivo del contendere era un babbuino morto che la signora aveva raccolto dalla strada subito dopo un incidente con un pulmino e che voleva portare a casa con l'intenzione di cucinarlo. La storia di primo acchito può anche far sorridere, ma l’ostinazione della donna nel trattenere la sua “preda” ci fa capire quanto duri siano i tempi anche sulla costa, proprio nei giorni in cui i parlamentari eletti da queste parti hanno sollecitato Nairobi a spedire le confezioni di farina a prezzi scontati per aiutare le famiglie indigenti. Si calcola che un villaggio su tre, nel distretto di Kilifi, faccia fatica a dividersi un pasto al giorno a base di polenta, sugo di pomodoro e verdura.
Ecco come malindikenya.net ha immaginato la scena.
La signora Kadzo Ziro ne ha viste tante, nella sua vita. Avendo superato i cinquant’anni, a buon diritto può essere chiamata “mama mzee”, una donna saggia e navigata che ha tirato su un intero villaggio, a pochi chilometri da Kilifi. Questo però è un tempo strano, che Mama Kadzo fatica a capire: i nipoti arrivano al villaggio col telefonino ma negli ospedali non si trovano più le medicine a prezzi accessibili, suo figlio Kalume ha comperato una moto ma non ha la farina per la polenta da dare ai suoi figli. Tempi difficili, che a volte è meglio non capire. Così Mama Kadzo attraversa la grande strada provinciale, come tutti i giorni, per andare a fare gli spinaci nel campo, che sta nell’interno. Non fa a tempo a raggiungere la parte opposta della carreggiata che con la coda dell’occhio vede sopraggiungere un matatu.
E’ in quel momento che sente il botto.
Sulle prime trema, non vorrebbe voltarsi.
Ha paura che si tratti di un bimbo, di un nipote che l’ha seguita. Poi pensa alle sue tre caprette.
Niente di tutto questo. A terra, in una piccola pozza di sangue, c’è un babbuino. Proprio in mezzo alla strada.
Dall’altra parte è la sua famiglia a disperarsi. Sono in una decina, ma ne stanno sopraggiungendo altri. Chissà se soffrono come soffrirebbe una mamma, un padre, pensa Mama Kadzo. Chissà. Ma è un pensiero che la sfiora soltanto, perché subito si fa largo un’idea che arriva direttamente dalla bocca dello stomaco, dalla pentola semivuota della sera prima, dagli spinaci-sempre-gli-spinaci, dalle promesse non mantenute dai politici che erano venuti l’anno scorso a fare campagna elettorale proprio a due passi dal suo villaggio e se ne erano andati con grandi fuoristrada dai vetri scuri.
Con uno scatto degno di una gazzella, Mama Kadzo sfida la strada, raccoglie l’animale ancora tiepido e se lo mette sotto il braccio, facendo marcia indietro verso la capanna.
Oggi niente spinaci. Oggi è festa. Mungu Akubariki. Sempre sia lodato.
Ma i babbuini non la pensano così. Non c’è proprio niente da festeggiare, anzi, se potessimo gli faremmo un gran bel funerale. O al limite, se proprio non si trova di meglio in giro, ce lo mangeremmo noi. No, non è giusto!
Gli esemplari ora sono diventati una trentina e circondano Mama Kadzo.
Molla nostro fratello, sembrano voler dire.
Troppo tardi, sembra dire Mama Kadzo, digrignando i pochi denti che le sono rimasti. Ho già immaginato il sughetto. La scimmia va con le cipolle, non con l’aglio. E di contorno ci starebbero bene i fagioli, se ce ne fossero.
E’ mio, l’ho trovato io! Avete forse un documento che attesti che è vostro?
Ma i babbuini non ci sentono. Emettono urla acutissime, hanno gli occhi cattivi.
Alcuni sono già sulla palma e scaraventano all’indirizzo della donna grosse noci di cocco, altri hanno preso pietre dal ciglio della strada e gliele lanciano addosso.
La donna allora torna sull’asfalto. I babbuini hanno paura delle automobili, anch’io per la verità. Per un attimo però si tengono lontani. Così mama Kadzo si agita e riesce a fermare un pick-up che sopraggiunge. Lo guida un signore di Chumani, ben vestito. Parla il dialetto giriama, per fortuna.
Ne mette in fuga un po’ facendo due manovre con la macchina, poi tiene il motore acceso ed esce con il cric. Si sente quasi in un film di quelli trasmessi da Ktn. E’ contento di aver messo in casa la parabola satellitare, anche se adesso mangia la carne solo una volta alla settimana. Però, no, la scimmia proprio no. Comunque quando una donna chiede aiuto, si deve sempre accorrere.
Fatevi sotto se avete il coraggio.
I babbuini scappano e mama Kadzo, lanciando un’occhiata furtiva di ringraziamento come a dire “se passa di qua stasera, può assaggiare uno stufatino di scimmia”, sparisce nella boscaglia e raggiunge la sua capanna.
Oggi è festa.
Sia benedetto l’uomo.

mercoledì 14 gennaio 2009

PRONTE LE PRIME AULE DELLA "SCUOLA ITALIANA" DI PUMWANI, ALL'INTERNO DI MALINDI

Ecco un altro progetto che diventa realtà a Pumwani, sotto l'egida del "Comitato Gaia", ovvero Adriano e Giovanna Ghirardello, i coniugi lombardi di cui anche la stampa italiana si sta interessando. Il loro impregno a Pumwani, venti chilometri nell'interno di Mambrui, è ormai leggenda: da un orfanotrofio (Pumwani Children Home, 40 bambini ospitati), sono passati a colture, programmi di autosostentamento, piantagioni di Jatropha, la pianta da cui si ricava combustibile, più una serie di iniziative per la popolazione locale, come quella di insegnare loro a fabbricare i mattoni con gli strumenti appositi. Ora la scuola elementare, proprio di fronte all'orfanotrofio. Giaceva in condizioni pietose, una baracca di fango e legno messa molto male. La solita buona volontà, qualche donazione e via al restauro. Dopo solo un paio di mesi le prime cinque aule sono già pronte. E chiaramente, si va avanti.

martedì 13 gennaio 2009

SABATO E DOMENICA TORNEO DI PESCA D'ALTURA ORGANIZZATO DAL CASINO MALINDI

L'attesa è grande per i patiti della pesca d'altura e specialmente della pesca al sailfish, il pesce vela di cui l'oceano indiano al largo di Malindi e Watamu abbonda. Sabato 17 gennaio si apre il torneo di pesca "Casino Malindi Billfish Open Challenge", presentato come il torneo keniota più divertente e appassionante. C'è ancora tempo in questi giorni per iscriversi ovvero trovare un equipaggio pronto ad arruolare chi si presentasse da solo. Per farlo o avere altre informazioni basta chiamare il numero di telefono dell'ufficio eventi del Casino, 042/30886.
Intanto gli equipaggi locali, quelli inglesi soprattutto, hanno già lanciato la sfida per la competizione che salperà sabato prossimo da Watamu. L'inaugurazione del torneo avverrà al sushi bar del ristorante La Griglia venerdì 16 gennaio alle 19.30 con un cocktail e un'asta. Poi la mattina successiva, a partire dalle 6, via alla competizione, i cui risultati parziali si inizieranno a valutare sabato sera durante la cena a buffet al Ristorante La Griglia. La giornata campale, come sempre, sarà domenica, con la seconda sessione di pesca, dalle 6 alle 16, e la cena finale con la premiazione (ingresso Kshs. 5000 comprensivo di dinghy fees e maglietta commemorativa).
Il "Casino Malindi Billfish Open Challenge" è un'occasione imperdibile per gli appassionati, con la possibilità di noleggiare le imbarcazioni e le attrezzature (chiamando Peter Darnborough 0722/734788 o Callum Looman 0722/282573). Per chi arrivasse da fuori Malindi, invece, ci sono interessanti offerte di pernottamento per chi è iscritto al torneo da parte di Coral Key e Driftwood a Malindi e di Ocean Sport Beach Club per quanto riguarda Watamu.

lunedì 12 gennaio 2009

ATMOSFERA MAGICA PER L'OMAGGIO A DE ANDRE' DI MALINDI

"E la luna tesserebbe i capelli e il viso" cantava Fabrizio De Andrè.
Ieri sera la luna piena sopra l'oceano indiano, nella avvolgente magia dell'Africa buia e selvaggia, eppure così naturalmente ospitale, pareva sapere tutto quel che stava accadendo. Un'atmosfera unica, una commistione di poesia, musica, malinconia e gioia. La poesia e la musica erano quelle delle canzoni di De Andrè, la malinconia quella di omaggiarlo nel decennale della sua scomparsa, la gioia quella di poter vivere un momento unico in un luogo unico come Malindi.
L'atmosfera magica era quella del beach bar Lost, dove la luna piena regalava scie lucenti sul mare e, tra un cocktail e l'altro nel chiringuito affollato di turisti, riecheggiavano le strofe di Boccadirosa. Ma nello stesso momento i primi clienti del Baby Marrow facevano il loro ingresso trasportati dalle stesse note. Così poco dopo alla Terrazza del Coral Key, ascoltando "Il pescatore", o al Putipù gremito di clienti con il sottofondo di "La canzone di Marinella". Omaggio che ha accolto anche i clienti del ristorante La Malindina, ha accompagnato i cibi di Lorenzo's e che è risuonato anche oltre l'ora "accademica" del tributo al Casinò. Insieme ai villaggi turistici di Malindi, al Karibuni di Mambrui e all'Aquarius e Sun Palm di Watamu, la voce di Fabrizio De Andrè ancora una volta ha toccato l'anima di tanti italiani, e lo ha fatto in un luogo che solitamente riesce d emozionare e a raggiungere il profondo dei sentimenti anche senza bisogni di musica. Una serata indimenticabile, di cui hanno parlato diversi Tg Radiofonici, quotidiani e radio private. Grazie Faber, grazie Malindi.

domenica 11 gennaio 2009

COSTA KENIOTA MAGICA ANCHE PER I VIP STRANIERI: DA CAROLINA DI MONACO A MICK JAGGER

Tra i posti da sogno della costa keniota, oltre al T-Club Sands di Chale Island che ha ospitato la famiglia Totti tra Natale e Capodanno e ha visto ripartire solo oggi il pilota Giancarlo Fisichella, che è stato talmente bene da rimandare la partenza, c'è anche l'arcipelago di Lamu.
Nell'isola di Kiwaju, per la precisione, c'è un resort tra i più esclusivi del mondo, frequentato da personaggi che riescono a godere di una privacy davvero completa. Due anni fa è stata la volta del cantante Sting, mentre Bono degli U2 fece tappa l'anno prima, per poi farsi "beccare" a cena dall'ex presidente dell'Onu Koffi Annan, che la villa ce l'ha nella vicina isola di Manda.
Quest'anno le fonti ben informate hanno garantito la presenza di una grandissima rock star e dopo alcune ricerche, le possibilità si sono ristrette a due sole: Mick Jagger dei Rolling Stones o Michael Stipe dei REM. Poi qualcuno ben informato ha dato per certo che si trattasse dell'intramontabile divo degli Stones.
La principessa Carolina di Monaco, habituè del Kenya, è invece arrivata qualche giorno fa a Mombasa e da ieri è segnalata nella sua villa di Lamu, dove hanno fatto tappa anche la figlia dell'ex presidente francese Mitterand e l'attrice Anne Parillaud.

sabato 10 gennaio 2009

IL KENYA IN MOSTRA A PESARO, CON IL VICEMINISTRO A INAUGURARE

Una delegazione proveniente dal Kenia e formata dal vice ministro dell’Agricoltura del governo Japhet Kareke Mbiuki, dal rappresentante del parlamento Gitobu Imanyara e dal capo missione dei padri della consolata di Mujwa Enrique Rituerto, è a Pesaro in occasione dell’inaugurazione, avvenuta ieri, nella sala Laurana di Palazzo Ducale di Pesaro, della mostra fotografica “Una scuola per Mujwa”. L’esposizione documenta l’avanzamento dei lavori di costruzione di una struttura scolastica nel cuore del Kenya, destinata ad ospitare 100 bambini orfani o abbandonati, finanziata da Regione Marche e Provincia di Pesaro–Urbino, con la collaborazione della Repubblica di San Marino, di “Aiutiamo l’Africa” onlus, dell’Unione dei Comuni Pian del Bruscolo e della Confservizi Marche.
Prima del taglio del nastro, la delegazione incontrerà il presidente della Regione Gian Mario Spacca ed il presidente della Provincia Palmiro Ucchielli per la stipula di un accordo di amicizia e collaborazione che prevede, tra l’altro, anche la sistemazione della strada che condurrà alla scuola. Previsto anche un incontro con il Prefetto Alessio Giuffrida. Autore delle belle immagini proposte nella mostra (che documentano la vita quotidiana, i volti e i paesaggi di Mujwa, villaggio non lontano dal Monte Kenya e dalle falde del Kilimangiaro) è il geometra Gianni Cesarini, che ha curato il progetto tecnico della scuola ed è anche il direttore dei lavori. La mostra, curata dall’ufficio cooperazione internazionale della Provincia ed allestita dalla cooperativa “Ecstra” di Urbino, rimarrà aperta tutti i giorni fino al 21 gennaio, con orario 10.30-12.30 e 16.30-19.

venerdì 9 gennaio 2009

IL NORD ITALIA SI COPRE E I TURISTI RINVIANO IL RITORNO DA MALINDI

Nord Italia sommerso dalla neve, Milano bianca come non si vedeva dalla famosa nevicata dell'85.
I fiocchi bianchi fanno bene all'industria turistica malindina ma anche e soprattutto alle ossa, all'abbronzatura e al relax dei turisti di stanza sulla costa keniota, che in questi giorni sempre più numerosi, dopo aver sentito le notizie metereologiche italiane, si stanno recando nelle agenzie di viaggio locali per posticipare la data del ritorno in Italia. Scuole chiuse, economia ferma ma non certo per la neve, clima inospitale. Perchè affrettarsi a tornare se si può ancora rimandare di qualche giorno? Come si dice dalle nostre parti, "haraka haraka aina baraka", a far le cose di fretta, non c'è alcun guadagno. Se non un bel raffreddore coi...fiocchi!

giovedì 8 gennaio 2009

MALINDI RICORDA DE ANDRE', INIZIATIVA DI HOTEL, VILLAGGI E RISTORANTI MALINDINI PER RICORDARE IL GRANDE POETA IN MUSICA

Cosa hanno in comune il più grande poeta in musica italiano, Fabrizio De Andrè, e la comunità italiana di Malindi? Apparentemente nulla: il cantautore ligure scomparso l'undici gennaio di dieci anni fa non è mai stato sulla costa keniana, non ha mai scritto una canzone sull'Africa, non conosceva la realtà di Malindi. Ma basta dare un'occhiata al nostro portale, alle iniziative che sosteniamo o portiamo avanti, all'attivitò sociale dell'Associazione Turistica di Malindi e Watamu, e allora si troverà un filo comune. E' lo sguardo agli ultimi, ai meno fortunati, ai diseredati e ai poveri che ci accomuna. Fabrizio De Andrè ha cantato gli sguardi dei bambini dei nostri orfanotrofi, ha messo in poesia il dolore di chi non ha nulla se non la speranza. Così sembra giusto che Malindi, come sta facendo l'Italia intera, attraverso la mostra al Palazzo Ducale di Genova, pagine e pagine su quotidiani e riviste, programmi televisivi e concerti commemorativi in ogni città, renda omaggio all'autore di Boccadirosa, della Canzone di Marinella e di altre indimenticabili poesie che oggi i giovani studiano anche sui libri di testo scolastici.
Per questo motivo l'Associazione MWTWG e il nostro portale hanno organizzato "Malindi ricorda De Andrè", un tributo del tutto particolare. Dalle 20 alle 21 di domenica 11 gennaio, giorno in cui cade il decimo anniversario della scomparsa, in tutti i ristoranti, gli hotel e i villaggi turistici che fanno parte dell'Associazione Turistica, risuoneranno le note delle canzoni di De Andrè, attraverso un compact disc preparato per l'occasione. E' un modo per rendere omaggio alla canzone italiana, alla nostra lingua che con la poetica di "Faber" ha raggiunto livelli altissimi di espressione e significato, e alle migliaia di turisti che ancora affollano nell'estate keniota la nostra località di villeggiatura. Per questo motivo la Fondazione De Andrè, l'Ente fondato dalla moglie Dori Ghezzi che diffonde e difende l'immagine e il pensiero del cantautore, riconosce e plaude all'iniziativa, tra le tante che in questa settimana vengono approntate.
A volte basta un pensiero, e forse in Kenya è più facile pensare a queste cose, e anche a un poeta che cantava "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori".

mercoledì 7 gennaio 2009

IL "FUORI PISTA" DI ALONSO A MALINDI FA IL GIRO DEL MONDO E PROMUOVE L'IMMAGINE POSITIVA DELLA COSTA KENIOTA

Potenza dei personaggi famosi e dei divoratori di gossip.
E' bastato un banale incidente al jet privato del campione di Formula Uno Fernando Alonso, in vacanza a Malindi ospite di Flavio Briatore, che tutto il mondo per due giorni ha parlato della nostra cittadina.
Gli spagnoli, ad esempio, hanno scoperto "il paradiso degli italiani", come titola El Pais, uno dei quotidiani più letti della penisola iberica. "Si vive italian style in Africa, si mangia bene, si ozia, si sta al mare e al sole. Che volete di più?".
Da qui a fare un excursus sui vip che transitano dalle località sulla costa keniota il salto è breve, con storie che mettono in risalto le qualità di luoghi capaci di ammaliare anche personaggi che si possono permettere di girare tutto il mondo. Così nei blog in rete, dove si accumulano i pettegolezzi e le curiosità sul Kenya e molti viaggiatori virtuali covano aneliti di fuga in mete esotiche come appunto Malindi.
Certo, i vip fanno notizia, a volte più delle tragedie e delle notizie scabrose (per fortuna), ma danno anche la possibilità di parlare di altre notizie correlate che difficilmente trovano spazio sui giornali o nei rotocalchi televisivi.
Infatti la disavventura a lieto fine di Alonso all'aeroporto di Malindi ha permesso al redattore dell'articolo del Corriere della Sera, pubblicato in prima pagina nell'edizione di ieri, di parlare della stagione turistica keniota, in ripresa dopo gli avvenimenti dell'anno scorso, e di dedicare buona parte del pezzo alla campagna dell'Associazione Turistica di Malindi e Watamu MWTWG con Unicef e Cisp "Malindi protegge i bambini".
Molte le mail di complimenti per la campagna giunte alla nostra casella info@malindikenya.net, provenienti da lettori del Corsera che sono venuti a sapere che a Malindi c'è gente che vuole aiutare davvero la popolazione locale a migliorare le proprie condizioni di vita sotto tutti i punti di vista e vuole togliersi quella nomea spesso appioppata ingiustamente proprio dagli stessi quotidiani, come il Corriere della Sera che non è mai stato tenero in passato nei confronti di Malindi. Che le cose, negli ultimi anni, siano cambiate se ne sono accorti un po' tutti. Possiamo dirlo? Grazie anche a noi di malindikenya.net

martedì 6 gennaio 2009

ALONSO RIPARTE DA MALINDI CON IL JET DI BRIATORE, DOPO IL "FUORI PISTA" CON IL SUO

E' decollato ieri nel primo pomeriggio da Malindi, il campione automobilistico Fernando Alonso, dopo la "falsa partenza" del giorno prima, quando il suo pilota con una sciagurata manovra di terra per uscire dal parcheggio dell'aeroporto locale ha semidistrutto il gabbiotto della scuola di volo e ha causato seri danni al velivolo di proprietà del campione di Formula Uno. Secondo le prime stime di esperti che hanno visto il mezzo si tratterebbe di un affare da mezzo milione di euro. L'incidente era avvenuto nel pomeriggio di domenica, quando Fernando Alonso, dopo aver salutato Flavio Briatore ed Elisabetta Gregoraci che lo hanno ospitato nella villa-beauty farm "Lion in the sun", è salito a bordo del suo jet bianco con la moglie, la cantante Raquel del Rosario, la sorella Marta Bruna e il cognato Ander Astrain. Secondo alcuni testimoni, il pilota di Alonso, Alberto Fernandez, avrebbe ignorato i consigli del personale della pista di decollo per eseguire una corretta manovra di terra per mettersi in posizione. L'impatto con la casupola della scuola di volo è stato forte, ma i passeggeri non hanno subito nessun danno fisico. Solo l'evidente disappunto di Alonso, che era atteso da alcuni impegni in patria.
Ieri mattina, dopo aver verificato l'impossibilità di riparare il velivolo in loco, Alonso e parenti hanno chiesto aiuto al team-manager alla Renault, scopritore dell'ex campione del mondo spagnolo e suo amico personale da anni. Sono partiti nel primo pomeriggio di ieri e sono atterrati in serata all'aeroporto di Luxor, in Egitto, dove un altro mezzo preso in affitto era già pronto a prelevarli per portarli a Madrid. Il jet argentato di Briatore farà invece ritorno a Malindi, dove si terrà pronto per la prossima partenza della coppia Flavio-Elisabetta, prevista (salvo altri inconvenienti) per dopodomani.

lunedì 5 gennaio 2009

FIAMME DOMATE IN DUE HOTEL DI MAYUNGU, NESSUN PROBLEMA PER NOVANTA TURISTI

Un principio d'incendio in due villaggi turistici di Mayungu domato grazie all'ormai consueta tempestività della comunità italiana e all'intervento dei Vigili del Fuoco.
Ieri pomeriggio, intorno all'una, il Flamingo Villa's Resort di Mayungu è stato avvolto dalle fiamme a causa di un corto circuito della centralina elettrica posizionata fuori dalla struttura turistica, che ospitava una ventina di italiani in vacanza, oltre allo staff locale. Panico comprensibile ma nessun danno a cose o persone, se si eccettuano ovviamente le strutture: tre delle ville che compongono l'hotel sono state visibilmente danneggiate e i tetti di makuti sono da rifare completamente. Il fuoco, in realtà, sembra fosse partito dal villaggio attiguo, il Kivulini, di proprietà del Key Group. Dopo pochi minuti dall'allarme, erano già arrivati i primi soccorsi, con i vigili del fuoco locali (che hanno avuto problemi ad operare al Flamingo, per una via d'accesso problematica) e l'ormai consueta catena di solidarietà degli imprenditori locali e italiani e dei membri dell'associazione MWTWG di cui il Kivulini fa parte. Quest'ultimo ha riportato danni alla sola reception, ma per motivi di sicurezza e comfort, oltre che per la provvisoria mancanza dell'energia elettrica, i sessantotto turisti ospiti della struttura sono stati riprotetti al Coral Key. Sul posto, oltre ai rifornimenti d'acqua arrivati dal Casino Malindi e dall'abitazione privata del suo proprietario Bobby Cellini e da altri alberghi e case private, due camion-cisterna del Jacaranda Village di Mayungu. Anche il capo della polizia Ali Ayub si è recato a Mayungu con alcuni uomini. Verificando la situazione del Flamingo Villa's Resort ha dichiarato.
"Gli hotel di Malindi sono tendenzialmente sicuri, ma ci adopereremo, di concerto con l'associazione degli imprenditori MWTWG, affinchè anche i pochi che non sono preparati a possibili imprevisti, si mettano in regola. Le pompe per attingere dalle piscine, ad esempio, devono esserci ed essere funzionanti".
D'accordo anche il presidente di Malindi Watamu Tourist Welfare Group, Renzo Quaciari: "Sono pochi i villaggi che non applicano le più elementari norme di sicurezza in materia di prevenzione antincendio, ma oltre a non garantire la sicurezza dei turisti, gettano discredito su tutti quelli, che sono la maggioranza, che sono preparati all'evenienza di un principio d'incendio. Parlo specialmente di chi ha i tetti in makuti e di chi non predispone vie d'accesso sicure e comode per le camionette dei Vigili del Fuoco".
In ogni caso, scampato pericolo. Solo un po' di paura e un cambio di scenario, magari guadagnandoci in bellezza e comodità, per un ottantina di turisti italiani.

domenica 4 gennaio 2009

CHI PARTE E CHI ARRIVA, A MALINDI ANCHE L'EX ARBITRO PAPARESTA

Dai cartellini alle cartoline. Nessuna sanzione per Malindi che invece fa goal nel cuore dell'ex arbitro internazionale Gianluca Paparesta, in vacanza nella località keniota e ospite in una villa del Key Group.
Avvicinato dopo una cena al ristorante La Malindina, il fischietto messo in fuorigioco dopo l'affaire "moggiopoli", era raggiante. "Non ero mai stato a Malindi prima d'ora - ha ammesso - e l'ho scoperta grazie ad amici. Sono rimasto letteralmente entusiasta, è un luogo incantevole". Con la promessa di tornare presto, il fischietto barese si gode gli ultimi giorni di relax. Così come la conduttrice di Sky Sport Ilaria D'Amico, che ha deciso di trascorrere gli ultimi giorni della sua vacanza nella pace di Lamu, il paradiso a nord di Malindi frequentato, tra gli altri, anche da Carolina di Monaco (c'è chi giura di averla vista in questi giorni), Mick Jagger, Koffi Annan e Sting.

sabato 3 gennaio 2009

SCIOPERO AL PARCO MARINO, ESCURSIONI BLOCCATE A MALINDI E WATAMU

Barche ferme al Parco Marino per lo sciopero dei barcaioli che portano i turisti in gita alla barriera corallina e agli isolotti davanti a Mayungu, escursioni bloccate anche per i diving italiani.
Oggi si prepara il terzo giorno di sciopero del mare tra Malindi e Watamu, la situazione è sotto controllo ma tesa e chi lavora con il turismo si sente decisamente penalizzato. Tutto è nato con l'arrivo del nuovo anno e con la sorpresa, peraltro annunciata, dell'aumento dei biglietti d'ingresso nelle acque territoriali del parco marino di Malindi e Watamu: da 10 dollari a persona a 15 dollari, uno sconsiderato aumento del 50% da parte del Kenya Wildlife Service che gestisce per conto del Governo Keniota la zona protetta tra le due località di villeggiatura.
I proprietari delle imbarcazioni che portano in gita i turisti non ci stanno e decidono di incrociare le braccia, come se non bastasse obbligano anche i privati, come i centri subacquei italiani, a fare lo stesso, pena pesanti ritorsioni.
"La loro protesta è giusta - spiega Angelo De Faveri, contitolare del Blu Fin Diving - ma non possono costringerci a non svolgere il nostro lavoro nel periodo di massima affluenza del turismo. Così ci mettono in ginocchio, anche se comprendo le loro ragioni. Oltretutto abbiamo subito pesanti minacce, come quella di bruciare le barche di chi prende il mare ignorando lo sciopero".
Per ora siamo fermi alla protesta civile, nessuno scontro, ma le autorità stanno a guardare e non garantiscono la sicurezza delle imbarcazioni di chi volesse lavorare. Nel pomeriggio di ieri è intervenuta anche la massima autorità costiera, il Chief di Mombasa del KWS che ha provato la via del dialogo con gli scioperanti ma è rimasto fermo sulle sue posizioni: "Le tariffe non verranno abbassate" ha detto, a conclusione del faccia a faccia. Immediata la risposta dei barcaioli: "Allora nessuno salperà dal Parco Marino, non avrete i nostri soldi". Nella giornata di oggi ci si augura che le due opposte fazioni possano arrivare a un compromesso, anche perchè dalla ragionevolezza di tutti si può fare il bene del turismo, evitando che molti villeggianti non riescano a godere dello spettacolo offerto dalla barriera corallina e dagli isolotti che affiorano al largo di Mayungu, così come a chi ha intrapreso il corso di divang per il brevetto scuba ed è atteso in questi giorni alla prova pratica finale, che è anche una delle meraviglie della vacanza in Kenya, l'immersione tra i fondali della costa keniota.

venerdì 2 gennaio 2009

DOMANI SERA AL CASINO MALINDI ERIC WAINAINA E ATEMI

Domani sera al Casino Malindi va in scena l'ultima delle serate musicali delle feste di Natale e anno nuovo. Sul palco del ristorante La Griglia saliranno due tra le più interessanti proposte artistiche nazionali: Eric Wainaina e Atemi.
Wainaina è uno dei musicisti di spicco della generazione "di mezzo" della musica keniota. Il suo album "Sawa sawa" è stato uno dei più venduti non solo in patria. Dotato di una voce potente e interessante, è considerato lo "Youssou N'Dour" keniota. La bella voce della cantante Atemi farà da contraltare femminile. A seguire, una sopresa per il Casino, tavoli ai lati e un po' di discoteca con il disc jockey Carlo Chionna.

giovedì 1 gennaio 2009

S.SILVESTRO TRA FUOCHI E SHOW A MALINDI, PRIMO DELL'ANNO TUTTI IN SPIAGGIA!

Dopo una lunga notte di ordinata baldoria, senza alcun incidente nè episodi spiacevoli, il primo giorno del nuovo anno a Malindi è trascorso felicemente e anche un po' pigro in spiaggia per moltissimi turisti, residenti italiani e cittadini kenioti.
Le spiagge di Silversand e del Parco Marino a Casuarina erano affollate di famiglie, coppie e giovani. Tutti in acqua con un venticello piacevole che ha increspato l'oceano indiano abbastanza da far divertire i bambini a cavalcioni sulle onde.
E' stato un risveglio splendido, quello del primo dell'anno sulla costa keniota, temperatura attorno ai trenta grandi ma pochissima umidità. La notte di S.Silvestro ha visto migliaia di persone in giro per la cittadina, tra le feste private e quelle dei ristoranti, e gli appuntamenti dopo la mezzanotte nei locali pubblici. Hanno spadroneggiato la discoteca sulla spiaggia di Rosada Beach, con il dee-jay locale Dulla a dettare i tempi del ballo scatenato, e il Beach Bar Lost, sulla spiaggia del Lawford's Hotel, con la commercial house di Doctor Vey, richiestissimo MC di Radio Capital FM, ormai popolare anche alle Seychelles.
Fino alla mezzanotte invece gli appuntamenti più gettonati sono stati il Casino, con il concerto del cantautore di Nairobi Harry Kimani, con il suo pop raffinato, e il gruppo di ballerini e acrobati Sarakasi Dancers, e il ristorante La Malindina, con il tradizionale "tutti in piscina" di mezzanotte. Pienone a cena anche per Rosada e La Terrazza. Si è ballato fino a notte fonda allo Stardust, l'unica vera discoteca al chiuso di Malindi, mentre chi ha scelto le atmosfere africane si è ritrovato allo Stars & Gatters o al Lena's Joint, dove era in programma una serata di musica Bango. Al Lost, con falò sulla spiaggia e long drink, si è fatta l'alba. Alla fine tutti felici, nessun problema di ordine pubblico e tanti saluti al 2008, che per il kenya è un anno da archiviare il più in fretta possibile. Ma se questo è il buongiorno del nuovo anno, si può essere più che ottimisti.