venerdì 13 febbraio 2009

APERTO UN NUOVO ORFANOTROFIO "ITALIANO" NELL'ENTROTERRA DI MALINDI

Siamo andati a Majengo, piccolo villaggio del distretto di Magarini. Lungo la polverosa strada che porta verso Marafa, c'è poco o nulla. Qualche capanna, l'insegna di un pub che in realtà è una baracca per bevitori del deleterio vino di palma, la chiesa, una delle dodici in cui Don Joseph viene a dire messa nella zona.
Qui i coniugi Benaglia, erbesi, nel 2004 hanno capito che c'era bisogno di loro. Lui è architetto e ha progettato un orfanotrofio, lei è una "malata d'Africa" e di solidarietà e ne ha già pensate cento.
Nel corso del tempo si sono uniti, come spesso succede a chi viene contagiato da una passione autentica e lodevole, tanti amici e conoscenti.
Ieri si sono potuti ammirare i primi frutti di questo percorso, con l'inaugurazione dell'orfanotrofio che ne giro di poco tempo ospiterà 48 bambini. "Un po' per volta - spiega Claudio Benaglia - abbiamo avuto tanta pazienza, è meglio fare le cose piano ma per bene". Per vedere i frutti di questo amore per il prossimo sbocciato in Kenya, sono arrivati a Malindi anche due consiglieri comunali della cittadina brianzola, Glauco Bartesaghi e Roberto Dugo, tre medici della struttura sanitaria erbese e altri amici, tra cui qualcuno che inizierà un'adozione a distanza, dopo aver conosciuto le due bambine di cui si prenderà cura.
C'è chi ha portato medicine, chi semplicemente cibo e acqua. Per Marisa questa giornata non è altro che un inizio: "Contiamo di riempire l'orfanotrofio di bambini locali, ma anche di iniziare i lavori per la costruzione di un poliambulatorio aperto a tutti, di una farm con vacche, capre e galline e coltivazioni di mais e ortaggi per l'autosostentamento intelligente, e di corsi di formazione per infermieri, in collaborazione con i medici della nostra cittadina". Marisa è un vulcano di bene, siamo certi che da qui a un anno saremo a parlare di una nuova inaugurazione.

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