martedì 3 febbraio 2009

COME CAMBIA MALINDI AGLI OCCHI DELLA STAMPA, ORA ANCHE L'AVVENIRE LODA LE BUONE AZIONI DEGLI ITALIANI

Anche l'Avvenire, quotidiano che nel passato non si era sottratto al facile e superficiale tiro al bersaglio nei confronti della comunità italiana di Malindi, vedendo come sempre solo la punta dell'iceberg e facendo di tutta la savana un fascio, si è accorto che la Malindi italiana è anche e soprattutto un'altra. La giornalista Paola Scarsi è stata condotta da malindikenya.net alla scoperta di quel sottobosco che spesso è meno visibile di primo acchito di quanto lo possa essere un pensionato a passeggio con una giovane ragazza locale, ma sicuramente più legato al territorio in cui ha scelto di vivere o lavorare.
Così l'inchiesta che il quotidiano cattolico ha pubblicato a pagina 3 dell'edizione di sabato scorso, ha questo richiamo in prima pagina: "Malindi, turismo dai due volti: c'è anche la solidarietà degli italiani".
E questa volta si parla di pedofilia senza esagerare cifre o inventarsi casi, ma parlando dell'iniziativa "Malindi protegge i bambini" e le cifre che si snocciolano non sono più quelle di statistiche Unicef o rapporti della polizia (con dati sempre ridicoli, rispetto a ciò che accade in Italia), ma quelle relative ai cittadini kenioti aiutati dagli italiani a Malindi, di quelli impiegati nelle case (che sono 3 mila, tra ville e appartamenti, da Watamu a Mambrui) e negli hotel. Con una stima di almeno 60 mila persone che hanno migliorato il loro status grazie alla comunità italiana direttamente e altrettanti tramite l'indotto. Finalmente si fanno nomi, esempi, viene intervistato il nostro direttore con nome e cognome, non ignoti (o inventati) residenti che remano contro o ai quali si estorgono dichiarazioni estemporanee di cui poi si pentono. Non abbiamo la pretesa che si debba sempre e solo parlare bene di Malindi, perchè siamo i primi a denunciare i problemi che ancora affliggono questo territorio, ma finalmente apprezziamo una pagina importante di giornalismo serio che approfondisce una comunità che merita di essere conosciuta dall'interno, senza fermarsi a facili, comodi e veloci sguardi tramutati in articoli sensazionalistici.

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