"E la luna tesserebbe i capelli e il viso" cantava Fabrizio De Andrè.
Ieri sera la luna piena sopra l'oceano indiano, nella avvolgente magia dell'Africa buia e selvaggia, eppure così naturalmente ospitale, pareva sapere tutto quel che stava accadendo. Un'atmosfera unica, una commistione di poesia, musica, malinconia e gioia. La poesia e la musica erano quelle delle canzoni di De Andrè, la malinconia quella di omaggiarlo nel decennale della sua scomparsa, la gioia quella di poter vivere un momento unico in un luogo unico come Malindi.
L'atmosfera magica era quella del beach bar Lost, dove la luna piena regalava scie lucenti sul mare e, tra un cocktail e l'altro nel chiringuito affollato di turisti, riecheggiavano le strofe di Boccadirosa. Ma nello stesso momento i primi clienti del Baby Marrow facevano il loro ingresso trasportati dalle stesse note. Così poco dopo alla Terrazza del Coral Key, ascoltando "Il pescatore", o al Putipù gremito di clienti con il sottofondo di "La canzone di Marinella". Omaggio che ha accolto anche i clienti del ristorante La Malindina, ha accompagnato i cibi di Lorenzo's e che è risuonato anche oltre l'ora "accademica" del tributo al Casinò. Insieme ai villaggi turistici di Malindi, al Karibuni di Mambrui e all'Aquarius e Sun Palm di Watamu, la voce di Fabrizio De Andrè ancora una volta ha toccato l'anima di tanti italiani, e lo ha fatto in un luogo che solitamente riesce d emozionare e a raggiungere il profondo dei sentimenti anche senza bisogni di musica. Una serata indimenticabile, di cui hanno parlato diversi Tg Radiofonici, quotidiani e radio private. Grazie Faber, grazie Malindi.
lunedì 12 gennaio 2009
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