La base italiana in Kenya, a Malindi, potrebbe tornare ad essere un punto di accesso allo spazio, con un programma che prevede il lancio di palloni stratosferici. E' uno dei programmi allo studio per il futuro della base, che da oggi l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) condivide con l'Aeronautica Militare, in seguito all'accordo di cooperazione nei campi della formazione e della ricerca firmato dal commissario straordinario dell'Asi, Enrico Saggese, e dal Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, generale di squadra aerea Daniele Tei.
Malindi si prepara a tornare ad essere una base di lancio, ma non solo: fin da ora è attiva come centro di controllo di satelliti e nell'osservazione della Terra, oltre che come centro di ricerca e formazione.
Oltre 40 anni fa la base di Malindi, oggi dedicata al suo fondatore, il padre dello spazio italiano Luigi Broglio, segnava il debutto dell'Italia nello spazio grazie al programma San Marco. Sebbene siano ancora integre dal punto di vista strutturale, le piattaforme principali al largo delle coste sono ormai inutilizzate da molto tempo e per il momento ogni attività di lancio è sospesa. Tuttavia, rileva il responsabile per l'Asi del programma San Marco, Roberto Ibba, "si punta a mantenere da Malindi la capacità di accesso allo spazio" e "in questa prospettiva il primo mezzo di accesso potrebbero essere palloni stratosferici" per ricerche di fisica dell' atmosfera o per osservazione della Terra, o ancora per uso didattico per scuole e università africane ed europee.
"Lo studio su questo tipo di utilizzo - aggiunge - è cominciato nel settembre scorso e la durata prevista è di tre-quattro anni". E' invece operativa da tempo la seconda linea di attività di Malindi, relativa alla gestione dei contatti con i satelliti in orbita. Il sistema di antenne attivo nel centro permette infatti di supportare i lanci che avvengono dalle basi equatoriali, come quella statunitense di Cape Canaveral (Florida) e quella europea di Kourou (Guyana Francese). Attualmente Malindi sta assicurando il contatto con i satelliti scientifici Agile e Swift. "Questa é la linea di attività più consolidata che - spiega Ibba - sarà potenziata in termini di capacità organizzativa". E' poi allo studio la linea di attività per l'osservazione della Terra, con la possibilità di aprire un centro di telerilevamento per i Paesi dell'Africa centro-orientale, con sede a Malindi e a Nairobi. Il progetto e rientra negli accordi bilaterali fra Italia e Kenya conclusi fra l'Asi e un insieme di istituzioni kenyane e si stanno anche esaminando le condizioni di una piccola missione scientifica congiunta fra Italia e Kenya. In quest'ambito il programma per l'osservazione della Terra Cosmo SkyMed acquista un rilievo notevole e si sta discutendo la possibilità di mettere a disposizione dei Paesi africani i dati dei satelliti radar e di favorire la formazione di esperti africani attraverso il sostegno del Centro di Geodesia Spaziale dell'Asi a Matera. I dati preliminari di questo studio saranno disponibili a metà del 2009. Ricerca e formazione sono, infine, le altre attività sulle quali punta la base di Malindi. "Contiamo molto - dice Ibba - sull'accordo con l'università di Roma La Sapienza, con cui abbiamo fatto cose di assoluto rilievo: non si vede perché non potremmo farlo a Malindi. Quanto all'accordo fra Italia e Kenya, sarà attivo fino al 2010, ma c'é già un'intesa di principio per rinnovarlo. C'é anche un interesse nuovo in questo senso da parte del Kenya, che si prepara a istituire un segretariato dello Spazio per il quale conta sull'assistenza dell'Italia.
mercoledì 17 dicembre 2008
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