Malindi ha già scelto da un pezzo il suo candidato, ma alla vigilia delle elezioni americane che appaiono come le più importanti da decenni a questa parte, sulla costa keniota sale la febbre per un evento che per il Paese sembra avere più che un valore affettivo, è quasi un afflato di speranza.
Barack Obama tra due giorni potrebbe essere eletto presidente degli Stati Uniti d'America e si tratterebbe del primo leader di colore degli Usa, e nientemeno che di un presidente di origine keniota. Nella cittadina turistica non c'è un ufficio (compreso quello dell'immigrazione) che abbia affisso un manifesto inneggiante ad Obama, alcuni hanno affisso la sua immagine nella vetrina del negozio, altri hanno trovato al mercato una maglietta con l'immagine riprodotta qui a lato e la sfoggiano allegramente, nella speranza che (come ormai assicurano i sondaggi) il loro beniamino venga eletto. "Change we need", è questo il cambiamento che il mondo aspetta? E' ancora presto per dirlo, ma in kenya hanno già deciso da un pezzo, il presidente keniota potrebbe ricordarsi delle sue umili origine africane (la famiglia ha le sue radici sul lago Vittoria, tribù Luo, come quella del primo ministro keniota Raila Odinga) ed essere un grande sponsor, il migliore che ci si potrebbe augurare, per il Paese. Così i giovani sfoggiano la pettinatura Obama, e possiamo essere sicuri che tra due giorni, qualora l'annuncio ufficiale dovesse rispettare le previsioni, scatteranno i caroselli di auto e colori, gente esultante come per una vittoria ai mondiali di calcio, e forse anche di più. In ogni caso Obama in Kenya ha già vinto: è il personaggio più popolare e più amato dell'anno.
Insomma, qualora dovesse andargli male alle presidenziali 2008, potrebbe sempre ripiegare sulle prossime elezioni keniote, la vittoria sarebbe assicurata e lo stipendio più alto di quello di chi occupa la Casa Bianca a Washington...
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