Ecco un'altra bella storia di solidarietà italiana "diretta", senza filtri nè secondi fini, dalla Penisola a Malindi. Loro sono un gruppo di mamme di Parma, capitanate da Susy, trentaquattro anni, che da cinque frequenta il Kenya con la passione per i villaggi giriama. Ogni anno riempie di fotografie le amiche, i parenti e soprattutto le mamme dei coetanei di suo figlio Marco, che frequenta la seconda elementare e che l'anno scorso è stato a Malindi per la prima volta. "Quella in Africa è la mia vacanza - racconta Susy - il mio angolo di libertà che vivo quasi sempre con amiche o con mia sorella. Marco rimane con mio marito e con le nonne. Ma l'anno scorso ha visto le fotografie dei bambini di Ganda e ha espresso il desiderio di conoscerli e portare loro i suoi giocattoli. Come dirgli di no?" Così è nato il progetto "Da mamma a mama" che in questi giorni sta raccogliendo fondi, attraverso feste scolastiche e spettacoli del doposcuola organizzati proprio dai genitori, per aiutare le mamme di Ganda, piccolo villaggio alle porte di Malindi, a crescere meglio i propri figli. "Stiamo organizzando spettacoli tratti dalle storie africane che mi hanno raccontato a Malindi, come quella bellissima che vuole le nove tribù Mijikenda (di cui fa parte quella giriama che è la più diffusa a Malindi) provenienti da altrettanti vasi di coccio rotti da un dio, che sprigionarono i capostipiti delle etnie. Durante gli spettacoli saranno raccolti fondi e verranno proiettate le fotografie digitali che mostrano com'è la vita di mamme e bambini nel villaggio keniota che abbiamo deciso di aiutare".
"Da mamma a mama" è l'ennesima iniziativa che vede la solidarietà italiana puntare dritto alle condizioni di vita della popolazione malindina. "Malindi ha questa grande capacità attrattiva - spiega Susy, che non avrebbe voluto nemmeno rendere pubblica la sua splendida iniziativa - ci arrivi la prima volta come turista e apprezzi la pace che regna, l'immersione nella Natura e la cordialità della gente del luogo. Poi però, se hai un po' di sensibilità, ti imbatti nelle loro condizioni di vita e capisci che sono le donne il motore trainante della loro modesta economia. Con loro puoi parlare e ti fanno partecipi dei loro problemi senza vittimismo, ma con un realismo che lascia esterrefatti". Una collaborazione tutta al femminile, in maniera addirittura categorica. "Abbiamo fatto un patto - spiega la mamma emiliana - che nessun uomo del villaggio utilizzi quei soldi o si sogni di vendere uno degli oggetti che arrivano in regalo per fare i propri interessi. Quelle decisioni e la gestione dei fondi spetta solo alle donne". Susy e le sue amiche (quest'anno ne ha coinvolte altre tre) saranno a Ganda a fine gennaio, l'obbiettivo per quest'anno, con in mezzo le feste natalizie, è raggiungere quota cinquemila euro. "C'è la crisi economica - ammette Susy - ma proprio per questo suona ancora più assurdo sperperare i pochi soldi per comprare cose inutili. Io da anni sotto l'albero a mio figlio metto, insieme con un regalo simbolico, la foto del volto sorridente del suo fratello africano che riceverà il regalo più importante, la nostra mano tesa".
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