domenica 30 novembre 2008

LA SOLITA MALINDI DEI LUOGHI COMUNI NEL LIBRO DI SEVERGNINI

Severgnini e Malindi, un'occasione persa. Il giornalista scrittore cremasco ha da poco dato alle stampe il libro “Italians, il giro del mondo in 80 pizze”, in cui raccoglie dieci anni della sua esperienza di viaggiatore nelle comunità italiane di tutto il mondo.
“Una scommessa”, la definì ai tempi l'editorialista del Corriere della Sera. A giudicare dal successo del forum in internet si può dire che la scommessa sia stata vinta, non c'è dubbio. La sua maniera di affrontare gli argomenti senza la presunzione del tuttologo e di approfondire le questioni sempre “in punta di penna”, ne hanno fatto uno dei personaggi della rete: adorato, criticato, scopiazzato e dileggiato, ma sempre e comunque cliccatissimo.
Ma c'è anche una scommessa non vinta, quella di non aver voluto approfondire una delle poche comunità italiane non facilmente relegabili in un clichet e che non meriterebbero di essere limitate a qualche luogo comune, peraltro trito e ritrito. Sì, perchè Severgnini avrà passato mesi e mesi a New York, Londra, Los Angeles, Parigi, Berlino, Pechino (sommando le tante visite negli anni di onorata carriera) ma a Malindi è stato soltanto un giorno e qualche ora.
Il capitoletto che dedica alla cittadina e ai suoi residenti italiani, scritto di getto dopo quella visita, nel libro non è stato cambiato di una virgola, mentre la comunità di connazionali è in continua evoluzione e proprio perché è così eterogenea, atipica e difficile da delineare (anche per un gran viaggiatore e conoscitore dell'essere umano, del mondo e delle sue lusinghe come Severgnini), avrebbe meritato un'indagine più profonda, o piuttosto il silenzio. Invece no, anche per il giornalista Severgnini (che poi con un “copia-incolla” da tastiera in quest'ultimo volume si trasforma in scrittore) Malindi è ancora quella degli anni Ottanta e secondo lui gli “scappati” sono in maggioranza rispetto a chi può tornare in Italia in ogni momento, gli italiani trafficoni sono molti più degli imprenditori e operatori seri, che magari hanno lasciato l'Italia proprio perché non riconoscevano più quel Paese che hanno tanto amato. Della Malindi che si appresta a presentare il primo progetto pilota nel mondo in cui l'industria turistica si allea con l'Unicef e le cooperazioni internazionali per combattere la pedofilia (che è soprattutto un problema di radicate e abominevoli abitudini locali), Severgnini non è al corrente, così come ritiene che l'albergatore serio che lo ospitò sia l'unico nei paraggi e che chi gli offrì la cena abbia selezionato a fatica le persone con cui chiacchierare nel suo ristorante. Questo luogo, a differenza di altri molto più facili da leggere, è un vero “campione” di una certa Italia, che probabilmente non interessa a Severgnini e nemmeno a molti suoi lettori e agli inserzionisti del giornale per cui scrive. Qui non abbiamo studenti dell'Erasmus e non ci sono ricercatori fuggiti dalle università della Penisola, non ci sono nipoti di emigranti celebri o arrotini diventati miliardari, non c'è “l'italian dream”. Questa è una colonia per modo di dire, duemila persone che possono diventare ottantamila durante l'alta stagione. Eppure c'è gente che ha abbracciato questo luogo, la Natura, la gente e la filosofia come poche altre fedi al mondo. Ama l'Africa e la difenderebbe a spada tratta, la ama con tutti i suoi difetti, proprio come fa Severgnini con l'Italia e gli italiani. Sorprende che nel capitoletto su Malindi di “Italians”, manchi completamente questa indulgenza, soprattutto dopo aver visto così poco in così poco tempo. Forse perchè siamo più “Africans” che “Italians”? Forse perchè quella sera, a cena, non ha mangiato la pizza ma le linguine ai frutti di mare?
Sarebbe stato bello leggere in un libro (che non ha l'obbligo di schizzare sangue per far vendere più copie o di inseguire la notizia a tutti i costi) anche che Malindi è il luogo dove gli italiani hanno aperto più orfanotrofi per chilometro quadrato, che il turismo e i residenti danno lavoro a 60 mila persone e fanno mangiare le loro famiglie tutto l'anno, ovvero all'incirca 300 mila kenioti, che nel 2008 ci sono state donazioni “porta a porta” per oltre un milione di euro, altro che Telethon. Tutte cose che scrivono ultimamente spesso anche i quotidiani locali, che hanno capito che la Malindi italiana è cambiata.. Invece no, ecco puntare il dito con i depravati che vanno con le ragazzine (saranno il 5% dei turisti che passano di qui? Forse è addirittura una percentuale generosa) o quelli che sono sfuggiti alla giustizia italiana (qui secondo me, non si raggiunge l'uno per cento). Eppure in due paginette di un libro sugli italiani nel mondo, Severgnini ne spende una e mezza a parlare del turismo sessuale e di altre bieche abitudini dell'italiano a Malindi. Gli altri, tutti gli altri, tutti noi...siamo in minoranza. Forse perché lavoriamo e usciamo poco la sera, forse perchè non siamo turisti e in spiaggia ci andiamo solo la domenica, forse perché ci siamo sposati e abbiamo figli e conduciamo una vita così normale che nessuno se ne può accorgere, passando di qua solo un giorno e trascorrendo la serata allo Stardust e al Casino. Che peccato. Qualcuno diceva che parleranno i fatti, e che “le chiacchiere stanno a zero”. E noi cercheremo di farli parlare, con i nostri progetti, con l'associazione, con le iniziative di solidarietà vere, quelle che non amano farsi pubblicità. Magari non finiranno sui giornali come la prossima rapina o in un libro come il prossimo passaggio di un inviato ben imbeccato da qualcuno a cui fa comodo che si parli di questo posto in un certo modo, ma saranno la nostra forza.
Oltretutto dell'ex corrispondente dell'Economist, dell'autore di numerosi best-sellers, ci si poteva fidare, perché siamo certi che nessuno l'ha imbeccato e che non avrebbe avuto alcun interesse a raccontare la Malindi che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi noi italiani. Invece, tra tanti reportage interessanti, tanti sguardi imparziali, tante esperienze ben raccontate, ecco Malindi, la grande occasione persa da Beppe Severgnini.

sabato 29 novembre 2008

IL FILM DI CANALE 5 AL GALANA CENTER DI MALINDI

Un'intera giornata, dalle prime luci dell'alba, per girare alcune tra le scene fondamentali del film tv di Canale 5. Ieri la troupe e il cast di "Amici per la pelle", diretto da un'attivissima Francesca Marra, ha sostato tutto il giorno al Galana Center, tra la Imperial Bank e il bar Karen Blixen, con buona parte degli attori coinvolti nella commedia che ha come protagonista il comico lombardo Massimo Boldi. Una scena chiave del film vede due degli attori uscire dalla banca, con un bel gruzzolo di soldi e, mentre passa un gruppo gospel keniota, altri due connazionali gli sgraffignano il contante e si mescolano tra gli africani che cantano e si muovono a ritmo, disperdendosi tra la folla. Scena provata numerose volte, con la curiosità dei kenioti e anche di qualche turista di passaggio a fare da contorno nel centro commerciale che durante il giorno è molto frequentato. Intanto, nelle pause tra una ripresa e un'altra, la coppia nella vita Massimo Boldi-Loredana De Nardis è stata vista davanti alle vetrine delle boutique in atteggiamenti romantici. "Sono tutti molto stanchi, ma felici - rivela il produttore esecutivo Antonio De Feo - tutto sta procedendo per il meglio".
La stanchezza di una giornata intera di riprese, con il termometro che ha fatto segnare trentuno gradi, è il motivo principale per cui l'attesa proiezione dell'ultimo film di Boldi "La fidanzata di papà" girato a Miami con Simona Ventura e per la regia del marito della Marra, Enrico Oldoini, prevista per questa sera al Coral Key, rigorosamente ad inviti, è stata rimandata a domani sera. Domani giornata di riprese sempre nella zona centrale di Lamu Road, con scene girate davanti alla scuola cattolica e nelle viuzze sterrate che si diramano dall'arteria turistica principale di Malindi, questi almeno i piani della produzione. E intanto aumenta l'abbronzatura sui corpi delle belle attrici del cast e anche di parecchie persone della produzione "Rodeo Drive",

venerdì 28 novembre 2008

IL MWEMBE PORTA LE MIGLIORI AGENZIE DI VIAGGIO DI NAIROBI A MALINDI

Un incentive tour di Malindi per aprire al turismo che fa tappa a Nairobi. Questa l'iniziativa del Mwembe Resort che da oggi ospita le più rinomate agenzie di viaggio della capitale, per una tre giorni di visite guidate, incontri ed escursioni mettendo in mostra il meglio che può offrire questa fetta di costa Nord keniota.
Bunson Travel, Express Travel Group, Going Place, Sunworld Safaris, Charleston Travel, Let's go Travel, più la catena Uniglobe e gli agenti locali di Air Italy e della Condor di Nairobi. Sono soltanto alcuni dei nomi delle prestigiose agenzie che si occupano di vendere il Kenya in casa e all'estero e non soltanto i safari nel Nord del paese o nei parchio nazionali, ma anche il mare, se è vero che per anni si sono appoggiati soprattutto su Mombasa, Nyali e Diani. Da ieri a domani gli agenti di viaggio saranno impegnati, oltre che nello scoprire il Mwembe Resort in visite alla cittadina, escursione al parco marino, al Mida Creek, all'Arabuko Sokoke Forest e alle rovine della cittadella araba di Gede,
Questa sera ci sarà l'occasione per una visione della famosa vita notturna malindina che, insieme al pranzo a Rosada di ieri, fornirà l'occasione per un relax da un "tour de force" davvero esaustivo di Malindi.

giovedì 27 novembre 2008

CON BOLDI IN GIRO PER MALINDI, I CIAK ENTUSIASMANO I KENIOTI

Sullo sfondo l'antico monumento a Vasco Da Gama, sul mare le vele dei pescatori che rientrano dal giro pomeridiano. L'azzurro del cielo si riempie di venature fucsia e rosa e proietta le sue tinte tenui sulle poche nuvole. Davanti al grande baobab, prima delle capanne dei pescatori. Questa è l'ambientazione scelta dalla regista Francesca Marra e dalla sua troupe pe ril terzo giorno di riprese del film malindino "Amici per la pelle", prodotto da Rodeo Drive per conto di Mediaset e già venduto a Canale 5 per la prima serata nel 2009. Il capannello di gente locale ha trasformato il set in un evento particolare e gli attori si sono scoperti sorpresi da tanto garbato interesse per il loro lavoro. La polizia non ha nemmeno avuto bisogno di avvertire i curiosi e i passanti di non disturbare il lavoro della troupe, tutto si è svolto regolarmente in tranquillità.
Anche oggi e nei prossimi giorni le riprese riguarderanno Malindi, con scene in mezzo alla old town e al mercato. Questo fino almeno a lunedì. Martedì, invece, le scene avranno come sfondo il Kivulini Hotel di Mayungu, e da mercoledì 3 dicembre attori e produzione si trasferiranno per alcuni giorni al Buffalo Camp, alle porte del Parco Nazionale dello Tsavo.
Soddifazione per le scene girate martedì scorso al Casino di Malindi.
Le immagini girate hanno riguardato l'incontro, al tavolo da gioco del black jack, tra la bella Elisabetta Pellini e l'attore anglo-uruguaiano George Hilton ("Natale in crociera", "Abbronzatissimi", ma anche una bella carriera degli anni Settanta come attore di spaghetti western), che impersona un interessante tycoon in stile Briatore. La conoscenza verrà approfondita nel bar del ristorante La Griglia, dove sono state girate altre riprese, a cui hanno preso parte anche Maurizio Mattioli e Loredana De Nardis, che con Antonio Catania, Barbara De Rossi ed altri bravi attori di contorno completano un nutritissimo cast.
Accanto a loro, tra i giocatori del casino, tante comparse scelte tra i residenti di Malindi, tra direttori d'albergo, agenti di viaggio ed altri professionisti. Per quanto riguarda le scene dei prossimi giorni, quasi nulla trapela dalla produzione, se non che è stato assoldato un coro gospel che apparirà improvvisamente in città e confonderà la pista d'inseguimento di alcuni tra i protagonisti che nella finzione sono stati vittime di uno scippo.

mercoledì 26 novembre 2008

BOLDI A MALINDI: "LA MIA PRIMA VOLTA IN KENYA"

"Che posto meraviglioso! E' la mia prima volta in Kenya e sono letteralmente incantato. L'accoglienza a Malindi, poi, è stata splendida". Parole in libertà di Massimo Boldi, all'indomani del suo arrivo a Malindi, per recitare il ruolo di protagonista nel film tv di Canale 5 "Amici per la pelle", che lo vedrà muoversi nel grande palcoscenico naturale fornito dalla cittadina keniota. "Per dire il vero - prosegue l'attore varesino, in vena di rivelazioni - la prima sensazione all'arrivo a Mombasa è scaturita dal cambio di clima. Arrivo dal gelo italiano di questi giorni, e qui fa davvero un gran bel caldo". Mentre lo dice si sta godendo, in pantaloncini e canottiera, già nei panni di uno dei suoi tanti improbabili personaggi, l'aria condizionata del Casino di Malindi. La sala da gioco ha ospitato ieri pomeriggio le riprese del lungometraggio diretto dalla brava regista Francesca Marra, tanto seria e professionale sul set, quanto cordiale, allegra e in sintonia con l'Africa a riflettori spenti. Le immagini del giorno riguardano l'incontro, al tavolo da gioco del black jack, tra la bella Elisabetta Pellini e l'attore americano George Hamilton, che impersona un interessante tycoon in stile Briatore. La conoscenza verrà approfondita nel bar del ristorante La Griglia, dove sono state girate altre riprese. Hamilton è una ciliegina sulla torta di questo film che ha tanta Malindi dentro. Una carriera di spessore alle spalle, iniziata alla fine degli anni Cinquanta, poi commedie e parodie celebri (tra cui uno Zorro gay) tra gli anni Settanta e Ottanta, è stato uno dei protagonisti del Padrino Atto Terzo di Coppola e recentemente lo si ricorda per aver preso parte a "Hollywood Ending" di Woody Allen. Accanto a loro, tra i giocatori del casino, tante comparse scelte tra i residenti di Malindi, tra direttori d'albergo, agenti di viaggio ed altri professionisti. Le riprese oggi si spostano in giro per Malindi, sfruttando le ore meno calde della giornata. Ma Boldi annuncia anche un appuntamento a cui tiene molto. "Mi hanno dato il via libera - dice - per proiettare in anteprima continentale il mio ultimo film che in questi giorni esce in tutte le sale italiane, "La fidanzata di Papà" in cui recito con Simona Ventura". La prima del film, rigorosamente ad inviti, avverrà venerdì sera al Coral Key. Ma la General Manager del resort, Cristina Tura, sta già pensando ad una seconda proiezione, più avanti, aperta a tutti.

martedì 25 novembre 2008

FILM ITALIANO IN KENYA: IERI IL PRIMO CIAK, OGGI AL CASINO DI MALINDI

Motore, azione!
Un enorme elefante di lamiera, uno di quegli autobus kenioti che sembrano animali di una preistoria tecnologica che in Africa è ancora il presente, sfreccia sulla strada polverosa che da Malindi conduce in mezzo alla savana, nel regno degli animali veri, quelli selvaggi che nulla sanno di cineprese e fiction televisive. E' passata da poco l'alba e questa è la prima scena di “Amici per la pelle”, il film che Canale 5 ha deciso di ambientare a Malindi. Non c'è l'attesissimo Massimo Boldi, a lui toccherà rinverdire i fasti di un suo amico, altro mattatore di cinema e televisione, quel Diego Abatantuono che come lui mosse i primi passi da comico sullo storico palco milanese del “Derby” e che, a distanza di quindici anni, come lui si ritrova a Malindi per girare un film. Erano i tempi di “Nel continente nero”, che raccontava una colonia d'italiani che oggi è molto diversa. Erano avventurieri, cacciatori, trafficanti all'acqua di rose, anzi al frutto della passione. Oggi sono imprenditori seri, operatori turistici, catene alberghiere come il “Key group” che ospita la troupe e l'intero cast nelle sue strutture. La regista Francesca Marra si ripara dal sole e fa ripetere la scena. L'elefante fa inversione di marcia e si prepara a un'altra corsa, mentre la polizia locale, timidamente, regola il poco traffico di biciclette e qualche fuoristrada sullo sterrato.
Ma c'è un film nel film, in mezzo al verde della splendida periferia di Malindi, tra baobab e buganvillee, a poche decine di metri dalla radura di “maji kubwa”, una pozza d'acqua dove gli animali vanno ad abbeverarsi, prima che il sole del mattino li rispedisca tra gli arbusti. I protagonisti del film nel film sono ragazzi, anziani, mamme con neonati in braccio, contadini con la falce in mano.
Usciti dalle loro capanne e ora immobili sotto il sole a guardare con paralizzante curiosità il “sarakasi”, il circo dei bianchi, degli “wazungu”. Dietro al bus che lascia una scia di polvere di terra rossa, s'intravvede un uomo che sembra uscito da un altra pellicola. Pantaloni, giacca e cappello, ventiquattrore nella mano destra e passo spedito che stona con lo sguardo spaesato. Come sempre accade da queste parti, anche nel film malindino, sarà una masnada di bambini a dargli il benvenuto in Kenya: “Jambo italiano!”.
Il sole si fa cocente, la produzione monta i gazebo e distribuisce bottigliette d'acqua minerale. La squadra d'appoggio della “Blue Sky” di Nairobi si muove febbrilmente e la troupe italiana si organizza con ordine. L'avventura è iniziata, proseguirà fino al 20 dicembre e il Kenya sembra ringraziare della scelta. Intanto Massimo Boldi arriva al Coral Key e da domani sarà in pista, con le riprese serali al Casino di Malindi e con gli altri protagonisti di “Amici per la pelle”, Barbara De Rossi, Maurizio Mattioli, Antonio Catania. Si dice che Malindi sia un palcoscenico naturale, che da anni srotola pellicole e intreccia storie epiche o piccoli quadretti esotici, avventure senza fine o brevi e intensi filmini vacanzieri. E' un posto unico, dove un set cinematografico o televisivo sembra sempre una matrioska, uno di quegli esercizi di stile dei registi che vogliono raccontare il cinema dal didentro. Qui la vita è più vera che altrove e forse per questo, a chi in Italia sta perdendo la dimensione del sogno, della fantasia, della meraviglia d'incantarsi davanti a un tramonto o a un albero fiorito mosso dal vento, sembra semplicemente una “fiction”.

lunedì 24 novembre 2008

OGGI PRIMO CIAK A MALINDI DEL FILM DI CANALE 5 "AMICI PER LA PELLE"

Una domenica di preparativi al Coral Key, con la regista Francesca Marra, prodiga di consigli e attenta ai minimi dettagli, a provinare un coro gospel che sarà sul set tra qualche giorno, impegnato in una delle tante scene divertenti e pittoresche che iniziano a trapelare dall'entourage. "Sarà un bello spot per Malindi - si lascia scappare la regista - siamo tutti entusiasti di essere qui e non vediamo l'ora di iniziare". Per questa mattina è tutto pronto: il primo ciak del film tv di Canale 5, "Amici per la pelle", con Massimo Boldi e Barbara De Rossi, viene dato alla buon'ora (anche per motivi di solleone) sulla strada che da Malindi porta al parco nazionale dello Tsavo, appena fuori dal centro abitato. Non c'è ancora il protagonista, il comico varesino che tra qualche giorno sarà di nuovo mattatore di Natale sui grandi schermi italiani con "La fidanzata di papà", girato a Miami in coppia con Simona Ventura. Boldi infatti arriva oggi stesso a Malindi, reduce dalla promozione del film e pronto a lanciarsi in questa nuova avventura africana. Al suo fianco ci sono l'attrice romana Barbara De Rossi, la sua spalla Maurizio Mattioli, che ha preso il posto di Christian De Sica e che torna a Malindi quindici anni dopo il film di Marco Risi "Nel Continente nero". il bravo Antonio Catania e la new entry Elisabetta Pellini, che ha sostituito all'ultimo minuto la procace Elena Russo. Questa settimana i set si svolgeranno a Malindi, tra locali noti e scene in strada e nei luoghi pubblici più frequentati della cittadina. La prossima settimana le scene riguarderanno gli hotel del Key Group (l'intero cast e parte dello staff sono alloggiati al Coral Key) e il "Buffalo Camp", il bellissimo lodge nalla savana keniota, alle porte dello Tsavo. Poi Watamu e di nuovo Malindi, fino al 20 dicembre, data entro la quale le riprese dovranno essere ultimate. Felice di iniziare la regista, che ieri ha sistemato con il produttore esecutivo Antonio De Feo gli ultimi dettagli e si è premurata che gli attori non prendessero troppo sole.

sabato 22 novembre 2008

DALLO ZECCHINO D'ORO UN AIUTO CONCRETO PER I BIMBI SORDOMUTI DI MALINDI

Solidarietà canterina per i bambini sordomuti di Gede, dall'Italia a Malindi.
Ci sono tanti bambini che non hanno potuto mai ascoltare la ninna nanna della loro mamma, nè cantare una canzoncina banale da imparare a memoria e oggi magari il brano pop più in voga. Sono nati sordomuti o, peggio, lo sono diventati a causa delle condizioni di povertà in cui versa la loro famiglia, il loro intero villaggio. Lo Zecchino d'Oro, la più importante manifestazione canora per i più piccini che prende il via martedì 25 novembre, quest'anno raccoglierà fondi per i bambini sordomuti di Gede, il villaggio tra Malindi e Watamu, dove sono ospitati oltre ottanta bambini che non possono ascoltare o cantare nessuna canzoncina. Dal coro dell'Antoniano allora arriveranno note di speranza, attraverso il progetto "Il Fiore della solidarietà", che ogni anno aiuta i bambini meno fortunati. Quest'anno lo sguardo della cinquantunesima edizione dello Zecchino d'Oro è rivolto alla Special School di Gede, sede distaccata della locale Primary School che da anni (è stata aperta nel 1997) si prende cura delle disabilità in età scolare e ospita una classe intera di ragazzi sordomuti. Ma lo spazio non è abbastanza e purtroppo le patologie sono in aumento. Per garantire loro assistenza e un piano educativo su misura, ci vogliono aiuti. "Questi aiuti sono di vitale importanza per noi - spiega Eric Mramba, coordinatore dei progetti sui ragazzi sordomuti e insegnante alla Kibarani Primary School di Kilifi - solo nel nostro distretto ne abbiamo 180, di cui 100 maschi e 80 femmine. Molti di loro sono nati con questo problema, ma altri sono diventati sordomuti in seguito a infezioni che, per problemi economici o di strutture mediche". A questo proposito i fondi che arriveranno dalla manifestazione saranno importanti perchè inseriti all'interno di un progetto ben preciso che prevede la costruzione di una scuola speciale per il distretto di Malindi, l'inserimento graduale dei bambini con questa problematica nella vita sociale e nel rapporto con i coetanei che parlano e ci sentono, e una campagna di sensibilizzazione. "E' molto importante far partecipare i genitori dei bambini a un percorso di formazione - prosegue Mramba - insegnargli il linguaggio dei segni. Poi sensibilizzare le persone nei villaggi, affinchè fin da piccoli i sordomuti non vengano emarginati. Ci sono ancora scuole che non li accettano e non segnalano il problema". Questo progetto, tutto finanziato e gestito da italiani (si parla di una ONG presente sul territorio che farà da tramite) coinvolgerà quasi duecento alunni con bisogni speciali, il doppio di genitori e almeno 40 insegnanti. Come inizio, raccogliere parecchi fondi durante lo Zecchino d'Oro, sarebbe già un ottima cosa.

venerdì 21 novembre 2008

I PESCATORI DI MALINDI: "COME NOI, CHIUNQUE PESCA LO FACCIA NEL RISPETTO DELLA BARRIERA E DEI FONDALI"

Qualche giorno fa una grande lite in alto mare, proseguita poi a riva, tra pescatori malindini e tanzaniani. Motivo del contendere, metodi non legali dei "cugini" per pescare.
"Hanno utilizzato le reti di ferro - spiega il presidente del sindacato dei pescatori di Malindi, Yunus Abdì - che sono state vietate dal Governo, perchè oltre a uccidere anche i pesci più piccoli, rovinano i fondali e la barriera corallina. Noi di Malindi abbiamo rispetto per il nostro mare". Pace fatta con i tanzaniani, che hanno capito. "Finchè non ne arriveranno altri. Questi comunque hanno la licenza per pescare nel nostro mare, basta che lo facciano con onestà". Ieri intanto ennesima pesca miracolosa di Sailfish. I pesci vela lasciano il mare caldo di Malindi e vanno verso nord, ma incappano nelle reti locali. "Un anno d'oro per il sailfish" conferma Abdì.

giovedì 20 novembre 2008

MALARIA IN CALO IN KENYA, A MALINDI QUASI SPARITE LE ANOFELE

I dati del Governo parlano di un calo del 42%, ma sulla costa del Kenya si arriva anche al 60%. La malaria sta scomparendo velocemente dal Paese e i numeri, mese per mese, lo confermano. La notizia è di quelle splendide soprattutto per la popolazione locale che fino a qualche anno fa nè è stata vittima, anche per via della scarsa informazione, delle cure a cui non tutti potevano accedere ed altre motivazione dovute a noncuranza e poca attenzione da parte dello Stato. Ma è un'ottima notizia anche per i turisti che da sempre nutrono qualche timore nei confronti della febbre tropicale e si attrezzano di conseguenza, spesso esagerando con cure preventive o precauzioni.
Importanti, a tal proposito, sono le statistiche elaborate dall'Ufficio Sanitario di Malindi. Nei test effettuati su soggetti a rischio, ad esempio, si è passati da una media del 7% di affetti da malaria cronica, del gennaio 2007, al 3% dello stesso mese del 2008 e si calcola che in questi mesi la percentuale si sia ulteriormente ridotta. "Molti elementi concorrono a questi risultati - spiega Dickson Mugaza, responsabile sanitario di Malindi - innanzitutto la lenta scomparsa della zanzara anofele, per diversi motivi, poi l'accessibilità delle cure a tutti, con molti medicinali in distribuzione gratuita e anche la dotazione di zanzariere anche alla classe meno abbiente". Ma i numeri sono confortanti non soltanto per quanto riguarda la cura della malaria nei confronti dei kenioti, ma anche per i residenti italiani e i turisti. La possibilità di prendere la febbre tropicale è diminuita vertiginosamente, Nel 2007 i casi segnalati su 90.000 turisti italiani arrivati sulla costa keniota sono stati 14, ovvero lo 0,0003%. Roba da Superenalotto.
In pochi anni il Kenya è diventato uno dei Paesi più sicuri dell'Africa in tal senso. Il merito è in parte italiano. Mauro Saio, primario del reparto di malattie infettive del Nairobi Hospital, ha fatto parte del team che nel 1996 ha rivoluzionato le cure per la malaria in Kenya, portando il Paese ad essere il primo tra quelli in cui il problema esiste, ad introdurre l'artemisina nei medicinali antimalaria. "Abbiamo sperimentato questo metodo per primi nel mondo - spiega Saio - grazie alla collaborazione con i ricercatori cinesi, che per primi hanno messo in atto questa nuova cura. L'artemisina agisce direttamente sui gametociti della malaria, rendendo di fatto sterili le zanzare anofele che pungono l'uomo, in modo da impedire loro di riprodursi. Questo è il motivo principale della quasi estinzione della specie". Parallelamente sono state messe in commercio altre medicine "del giorno dopo" veramente efficaci, come il Coartem. "In Kenya ormai da qualche anno si trova il cosiddetto Combination Treatment - illustra il medico italiano - che cura la malaria e allo stesso tempo ne previene il ritorno. In più il Governo si è attivato per ridurre i costi dei medicinali, in modo da poter garantirne l'accesso anche alle classi più povere. E' stata anche bloccata la vendita in composizione singola, perchè è proprio la combinazione di cure e la sua completezza a creare i presupposti per debellare la malaria. Ora il Kenya è all'avanguardia in Africa, da questo punto di vista". Se è vero che oggi nessuna vaccinazione viene richiesta a chi entra in territorio keniano, è altrettanto vero che risulta antiquato parlare di profilassi antimalarica, di fronte a una così scarsa probabilità di prenderla.

mercoledì 19 novembre 2008

CACCIA AI CONTRABBANDIERI DI PELLI DI LEOPARDO: OLTRE 50 ARRESTI IN KENYA

La caccia è partita qualche giorno fa da Malindi. Qualcuno ha notato dei movimenti strani al mattatoio e avvertito la polizia. C'erano due persone che avevano chiesto a uno degli addetti alla macellazione di scuoiare per loro due pelli di leopardo e quattro di "Tsavo Cat", un piccolo felino selvatico che si trova frequentemente nelle foreste a ridosso del parco nazionale. Le forze dell'ordine malindine li hanno colti in flagrante, mentre pagavano l'impiegato del mattatoio e si portavano via le pelli, che avrebbero rivenduto al mercato nero di Mombasa a 12.000 scellini l'una (centoventi euro). Per una cifra irrisoria hanno ammazzato uno degli esemplari sempre più rari e belli da incontrare durante un safari.
Tramite i due contrabbandieri, rivelatisi due "pesci piccoli", la polizia con l'aiuto del Kenya Wildlife Service, sono riusciti a risalire a una banda che da poco si era rimessa in attività nei parchi nazionali, bracconieri capaci di far sparire un'intera specie animale in pochi mesi, se nessuno li avesse scoperti. L'operazione ha portato in due giorni all'arresto di cinquantasette persone e al recupero di cinque pelli di leopardo ed altri animali, la cui carne viene venduta anche a ristoranti della costa, che amano servire (di nascosto, perchè da qualche anno è illegale, tranne che sulle specie di allevamento) la cosiddetta "game meat, la carne di animale della savana, come gazzelle, facoceri, giraffe e anche coccodrilli.
Ora questi malfattori rischiano grosso, perchè l'uccisione degli animali protetti e punita in maniera esemplare dalla legge keniota, essendo una delle grandi attrattive della Nazione. Questo avviene proprio nel periodo in cui i leopardi sono tornati a fare capolino in gran numero nello Tsavo Est, dino alle porte del Sala Gate, l'ingresso della Savana che porta a Malindi. Speriamo che questa operazione sia di esempio a chiunque volesse tentare di alimentare il traffico illecito di animali selvaggi. Già nelle scorse stagioni significativi colpi contro i contrabbandieri erano stati messi a segno, con la cattura di bande criminali che operavano per conto dei cinesi riguardo al commercio delle corna di rinoceronte, ritenute afrodisiache dagli orientali.

martedì 18 novembre 2008

CAMBIA IL VENTO IN KENYA: ARRIVA L'ESTATE A MALINDI

Arrivederci al "Kusi", il vento delle basse stagioni, quello che soffia durante le grandi e le piccole piogge e che disegna quello che in Kenya viene considerato l'inverno. Ecco in questi giorni, dopo un assestamento durato una settimana, insediarsi il "Kaskazi", il vento ponentino caldo che annuncia la stagione secca. In questi giorni infatti, di fronte ball'aumento della temperatura, si assiste a una progressiva diminuzione dell'umidità. Con il prossimo cambio di lune l'estate keniota sarà definitivamente arrivata, in perfetto orario.

lunedì 17 novembre 2008

DALLA LIGURIA A MAYUNGU PER FARE DEL BENE CONSEGNATI I FONDI RACCOLTI DALLE "HARLEY"

Ricordate i fan delle Harley Davidson che ad agosto si sono riuniti a Portofino per far rombare i loro motori ma soprattutto per raccogliere fondi per l'orfanotrofio di Mayungu? La giornata ligure fu un successo, nonostante il forfait dell'ultima ora di George Clooney, che aveva garantito la sua presenza. Quattromila euro raccolti e tanto interesse per la solidarietà in Kenya, da parte del Portofino Coast Chapter. In questi giorni una delegazione del gruppo di "easy rider" è arrivata a Malindi e per prima cosa si è recata a Mayungu, per la consegna dei fondi raccolti. Ecco il racconto dei sei ragazzi che hanno partecipato alla "spedizione".
"Questa vacanza in Kenya, lontano dalle nostre Harley e dalle nostre strade ben asfaltate aveva come unico scopo il relax. Invece, grazie al “compito” datoci dal Portofino Coast Chapter, il viaggio ha acquisito un ulteriore senso. Questa piccola “delegazione”del chapter composta da Marco, Enrica, Renato, Baby, Simone ed Irene ha una missione importante: consegnare parte della beneficenza del chapter all’Orfanotrofio Children Centre Mayungu. Consigliati da chi ci ha accolto, abbiamo trasformato parte dei 2.000,00 euro in generi alimentari di prima necessità, quali olio, farina, riso, latte ecc. Vista l’ubicazione dell’Orfanotrofio, a bordo di due fuoristrada e di un Pick-up, tutti muniti con bandiera del Chapter, ci siamo avventurati in uno sterrato tutto pozze e buche. L’Orfanotrofio si presenta molto bene: una grande area recintata ben organizzata, ordinata e pulita. Ad accoglierci la Direttrice Marialuisa Travaglia che ci fa visitare la struttura. 50 piccoli ospiti svolgono le loro mansioni in un serenissimo silenzio. Una “stretta allo stomaco” ci prende quando la signora Travaglia ci presenta i due nuovi arrivati : Piera e Piero (1 anno lei,pochi mesi lui) “dimenticati” dalla loro mamma. La visita continua nell’ordinato dormitorio. Questo dormitorio accompagnerà i loro sogni fino a quando compieranno 18 anni….. sempre che continuino ad arrivare aiuti! Poi la foto di rito accompagnata da un canto di ringraziamento dei bimbi sia in Italiano che in Swahili. In quel momento una lacrima è sfuggita alla Signora Travaglia, testimone della Sua sensibilità, accompagnata da un sincero: grazie! All’uscita viste le imminenti necessità dell’Orfanotrofio abbiamo deciso, una volta rientrati in Italia, di anticipare tramite bonifico la seconda parte di beneficenza prevista inizialmente per gennaio 2009. Gli occhi espressivi e le strette di mano ricevute ad uno ad uno da tutti noi rimarranno scolpiti nei nostri cuori."

sabato 15 novembre 2008

MALINDI SPOPOLA IN "FACEBOOK", SI PREPARA UN RADUNO IN SPIAGGIA

Il paradiso reale del Kenya diventa anche un luogo d'incontro virtuale. Spopolano infatti su Facebook, il più frequentato "social network" di internet, i gruppi di appassionati del Kenya e amanti di Malindi, che si mescolano con residenti italiani, britannici e, ovviamente, kenioti. In poco tempo gli spazi comuni dedicati a chi frequenta la costa keniota hanno visto aumentare le loro presenze. Il passaparola è stato spasmodico, specialmente in coincidenza con l'alta stagione. Così c'è chi si da appuntamento per confrontarsi sulle date di partenze, per risparmiare sui biglietti aerei, sapere come stanno i mabini adottati a distanza o anche semplicemente chiacchierare del più e del meno con il denominatore comune dell'amore per l'Africa. Ci sono tour-leader di villaggi turistici con la passione per la fotografia che condividono i loro splendidi scatti africani in rete, architetti instancabili che imparano a "chattare", disk-jockey che invitano tutti al loro party, avventurieri giramondo che non vedono l'ora di fermarsi un po' di tempo in Kenya, gente che ci ha vissuto quindici anni fa ma non ha mai dimenticato quella che considera una seconda patria, impiegati che raccontano com'è bello andare in riva all'oceano in pausa pranzo, mentre chi mangia un panino di fretta nel freddo del centro di Milano manda giustamente in diretta le sue maledizioni. Poi ci sono "Quelli che sono stati almeno una volta alla Malindina", gruppo creato da fedelissimi che si danno appuntamento per Natale, C'è chi ama la Savana e scambia opinioni sui campi tendati migliori e chi cita il nostro portale per consigliare agli amici di tenersi aggiornati. Ci sono ragazzi di ogni nazionalità, ma tutti "kenyan born" che sono andati a studiare ovunque, dall'Australia a Londra o Pisa. C'è chi ritrova un amico smarrito "da quella volta allo Stardust"... La rete spesso è una fuga dalla realtà, ma nel caso del popolo di Facebook che ama Malindi è esattamente il contrario: internet diventa il mezzo per condividere una passione e prepararsi a vivere il Kenya al meglio. E già c'è chi pensa a una festa-raduno dei "facebookisti", ballando a piedi nudi, in spiaggia. Altro che realtà virtuale!

venerdì 14 novembre 2008

TORNANO A VOLARE IN KENYA LE GRANDI COMPAGNIE

Effetto Obama? Non si sa, ma ciò che è sicuro è che le grandi linee aeree stanno seriamente pensando di includere (o tornare, per chi si era allontanato dopo lo "stop" per via dei problemi post-elettorali) il Kenya nelle proprie rotte.
A inaugurare questa inversione di marcia è la compagnia americana Delta Airlines, che ha presentato le strategie di mercato per la prossima stagione, includendo tra le 15 nuove mete mondiali, proprio il Kenya, insieme con altri quattro stati africani. "In questo momento di crisi internazionale - ha spiegato il vicepresidente di Delta Airlines, Glen Hauenstein - bisogna andare dove c'è possibilità di crescita".

giovedì 13 novembre 2008

"DA MAMMA A MAMA": L'INIZIATIVA BENEFICA DELLE CASALINGHE DI PARMA PER MALINDI

Ecco un'altra bella storia di solidarietà italiana "diretta", senza filtri nè secondi fini, dalla Penisola a Malindi. Loro sono un gruppo di mamme di Parma, capitanate da Susy, trentaquattro anni, che da cinque frequenta il Kenya con la passione per i villaggi giriama. Ogni anno riempie di fotografie le amiche, i parenti e soprattutto le mamme dei coetanei di suo figlio Marco, che frequenta la seconda elementare e che l'anno scorso è stato a Malindi per la prima volta. "Quella in Africa è la mia vacanza - racconta Susy - il mio angolo di libertà che vivo quasi sempre con amiche o con mia sorella. Marco rimane con mio marito e con le nonne. Ma l'anno scorso ha visto le fotografie dei bambini di Ganda e ha espresso il desiderio di conoscerli e portare loro i suoi giocattoli. Come dirgli di no?" Così è nato il progetto "Da mamma a mama" che in questi giorni sta raccogliendo fondi, attraverso feste scolastiche e spettacoli del doposcuola organizzati proprio dai genitori, per aiutare le mamme di Ganda, piccolo villaggio alle porte di Malindi, a crescere meglio i propri figli. "Stiamo organizzando spettacoli tratti dalle storie africane che mi hanno raccontato a Malindi, come quella bellissima che vuole le nove tribù Mijikenda (di cui fa parte quella giriama che è la più diffusa a Malindi) provenienti da altrettanti vasi di coccio rotti da un dio, che sprigionarono i capostipiti delle etnie. Durante gli spettacoli saranno raccolti fondi e verranno proiettate le fotografie digitali che mostrano com'è la vita di mamme e bambini nel villaggio keniota che abbiamo deciso di aiutare".
"Da mamma a mama" è l'ennesima iniziativa che vede la solidarietà italiana puntare dritto alle condizioni di vita della popolazione malindina. "Malindi ha questa grande capacità attrattiva - spiega Susy, che non avrebbe voluto nemmeno rendere pubblica la sua splendida iniziativa - ci arrivi la prima volta come turista e apprezzi la pace che regna, l'immersione nella Natura e la cordialità della gente del luogo. Poi però, se hai un po' di sensibilità, ti imbatti nelle loro condizioni di vita e capisci che sono le donne il motore trainante della loro modesta economia. Con loro puoi parlare e ti fanno partecipi dei loro problemi senza vittimismo, ma con un realismo che lascia esterrefatti". Una collaborazione tutta al femminile, in maniera addirittura categorica. "Abbiamo fatto un patto - spiega la mamma emiliana - che nessun uomo del villaggio utilizzi quei soldi o si sogni di vendere uno degli oggetti che arrivano in regalo per fare i propri interessi. Quelle decisioni e la gestione dei fondi spetta solo alle donne". Susy e le sue amiche (quest'anno ne ha coinvolte altre tre) saranno a Ganda a fine gennaio, l'obbiettivo per quest'anno, con in mezzo le feste natalizie, è raggiungere quota cinquemila euro. "C'è la crisi economica - ammette Susy - ma proprio per questo suona ancora più assurdo sperperare i pochi soldi per comprare cose inutili. Io da anni sotto l'albero a mio figlio metto, insieme con un regalo simbolico, la foto del volto sorridente del suo fratello africano che riceverà il regalo più importante, la nostra mano tesa".

mercoledì 12 novembre 2008

LINEE ELETTRICHE: PER MALINDI STANZIATI 20 MILIONI DI SCELLINI

Il problema dell'elettricità è una delle annose questioni con cui gli abitanti di Malindi e dintorni si trovano a fare i conti da molti anni, tanto che è suonato come una beffa l'aumento delle bollette dallo scorso agosto. Di fronte alle numerose proteste, la scellerata decisione della compagnia keniota dell'elettricità, la Power & Lightning, è rientrata e da questo mese dovremmo tornare a cifre più consone, dopo aver visto aumenti anche del 70% delle bollette. Ma non è tutto, il Governo ha stanziato fondi per la partecipazione statale della compagnia, in risposta alle avances dei cinesi, che vorrebbero acquistare la società Kengen a cui fa capo la Power & Lightning ". Venti milioni di scellini, questa la cifra stanziata per il distretto di Malindi, che però beneficerà anche dei 3 miliardi e mezzo messi a disposizione al Distretto di Kilifi, dove è in attività il più importante trasformatore della costa nord del Kenya.

martedì 11 novembre 2008

GLI ARTIGIANI DI MALINDI SI SBIZZARRISCONO: ECCO L'OBAMA D'EBANO PER TURISTI

Leoni ruggenti, guerrieri masai con lance e scudo, elefanti dalle lunghe zanne, "mama" dal prosperoso seno e maschere tribali.
Il neo presidente americano Barack Obama è in buona compagnia, nel più noto workshop di artigianato di Malindi, "Muungano Handcraft", che rifornisce parecchi negozi di souvenir della cittadina ed è visitato ogni anno da migliaia di turisti che vogliono portare a casa un oggetto artigianale intagliato a mano da mani keniote. Perchè nell'enfasi post-elettorale che ha visto trionfare il primo candidato di colore della storia statunitense, per giunta di origini keniote, dopo che Kogelo, il villaggio sul lago Vittoria da cui proveniva il padre si sta trasformando in un santuario degno di Graceland, la casa di Elvis Presley a Memphis, anche Malindi ha voluto celebrare a modo suo il leader afroamericano, inserendo il (quasi) connazionale nel novero delle statuine che illustrano la vita africana. Così da qualche giorno, accanto alle solite attrazioni per turisti, ecco apparire un mezzobusto in giacca e cravatta che, a dire il vero, di Obama ha soprattutto l'idea e le orecchie. "Non è facile riprodurre il lineamenti del presidente americano - spiega Richard, uno dei responsabili dello Workshop - abbiamo puntato sulle rughe d'espressione del volto, sulla bocca larga e sulle orecchie un po'...a sventola". Sulla base, campeggia la scritta: "Obama, the kenyan president of Usa". Una trovata simpatica per celebrare una vittoria storica, non si sa quanto possa interessare agli italiani a caccia di animali e gadgets più "etnici" di un uomo politico vissuto nella Southside di Chicago. Forse era meglio una statuetta da presepe, che un busto da ufficio "che può andare bene come fermacarte" spiega Richard. Non male, per uno che è chiamato a fermare i capitomboli dell'economia mondiale. In ogni caso, ancora una volta l'originalità degli artigiani di Malindi viene premiata e non è detto che in futuro riescano a fare di meglio. Non ci vuole un mutuo per acquistare un Obama d'ebano. Il prezzo? "Ottocento scellini - dice Richard, che per adesso ne ha fatto fare solo qualche esemplare da esposizione, ma assicura che in un giorno ne può produrre di nuovi - ma, come sempre il prezzo è trattabile...".

lunedì 10 novembre 2008

CASTING PER IL FILM DI CANALE 5 A MALINDI

Seconda chiamata per figuranti e aspiranti attori: la produzione italiana Rodeo Drive, a Malindi per girare "Amici per la pelle", film tv per Canale 5 con protagonista Massimo Boldi, recluta comparse e attori per ruoli secondari, "wazungu" e kenioti, domani mattina a partire dalle dieci al Coral Key. Venerdì scorso, per il primo casting, la partecipazione è stata eccezionale, con centinaia di ragazzi, particolarmente beach boys, che hanno affollato la reception di fronte al villaggio. Presenti anche molti residenti italiani, che sperano di poter concorrere a mostrare Malindi in Italia (televisione, prima serata, ottimo spot per la cittadina turistica keniota) e magari farsi vedere anche dai parenti che vivono a ottomila chilometri di distanza. "C'è ancora posto per qualcuno - invita l'assistente alla regia del film, Mohamed Houssein - attendiamo ancora turisti e residenti italiani". Nel frattempo la produzione sta cercando un piccolo attore dalle "qualità" non facilissime da reperire: un adolescente keniota che sappia parlare napoletano. E' vero che Malindi è ormai italianizzata, ma...buona fortuna!

domenica 9 novembre 2008

TORNA ALL'ANTICO LA DOGANA DI MOMBASA: IL VISTO SI PAGA SOLO IN DOLLARI

Non è frutto dell'effetto Obama, perchè la decisione risale a una decina di giorni fa, ma la dogana aeroportuale di Mombasa, attraverso l'ufficio immigrazione, ha deciso di tornare all'antico, quando ancora non c'era l'euro, e chiedere ai turisti il pagamento del visto d'ingresso in dollari, anzichè lasciar loro scegliere quale valuta utilizzare, tra quella americana e la moneta unica europea. Tutto questo è stato fatto senza avvertire tour operator e associazioni, ambasciate e consolati. Così si sono verificati in questi giorni piccoli disguidi per turisti arrivati sprovvisti di dollari. Richieste di spiegazione sul perchè di questa decisione sono state inviate a Nairobi, specialmente al ministro del Turismo Najib Balala. Nei prossimi giorni si chiarirà se la misura è temporanea o meno. Intanto si raccomanda ai viaggiatori che si preparano ad arrivare in Kenya, di premunirsi di 30 dollari, altrimenti saranno costretti a cambiare gli euro al cambio non troppo conveniente dell'aeroporto.

sabato 8 novembre 2008

MARATONA DI CANOTTAGGIO MOMBASA-MALINDI: VINCE L'OLIMPIONICO SCARPA

Vincono in due: l'olimpionico italiano Daniele Scarpa e la solidarietà, con il campione Francesco Gambella che consegna 4500 euro ad Amref, per la costruzione di una scuola a Malindi.
Questo l'esito finale della Maratona Internazionale di canottaggio Mombasa-Malindi, iniziata mercoledì scorso e snodatasi attraverso quattro splendide tappe: Mombasa-Mtwapa, Mtwapa-Kilifi, Kilifi-Watamu e gran finale ieri da Watamu a Malindi, con arrivo in volata sulla spiaggia della Rosada, davanti a decine di fans e curiosi. Ha vinto all'ultimo colpo di remo (ma mai come in questo caso l'affermazione conta poco) il campione iridato e olimpico, medaglia d'oro ad Atlanta, Daniele Scarpa. Ma la soddisfazione si legge sul volto di Francesco Gambella, l'atleta con all'attivo diversi record mondiali sulla distanza, che ha fortemente voluto questa manifestazione di solidarietà, insieme con Amref, Kenya Tourist Board e Associazione MWTWG. "E' stata un'esperienza unica, memorabile - ha detto col fiatone Scarpa - ho vinto mondiali, olimpiadi, ma quello che ho provato durante questa maratona è qualcosa di assolutamente straordinario. Soprattutto vedere la partacipazione, la curiosità e l'allegria della popolazione locale, al nostro arrivo nei villaggi della costa, non ha prezzo". E un prezzo invece ce l'ha l'aiuto che questi atleti porteranno ad Amref, per la costruzione di un edificio scolastico a Malindi. Sono 4440, per la precisione, gli euro raccolti da Gambella e soci, con oltre seicento racimolati proprio in extremis durante la competizione. "Sono al settimo cielo - spiega Gambella - e ringrazio tutti quelli che ci hanno sostenuto, compresi gli imprenditori malindini che ci hanno dato appoggio logistico e sponsorizzazioni. Un'altra bella sfida è stato vedere gli equipaggi kenioti approcciarsi con entusiasmo, sono giovani e devono ancora imparare molto, ma siamo sulla strada giusta". Specialmente con "maestri" come loro. Sorridenti al loro arrivo anche gli equipaggi sudafricani, compresa una coppia che per la prima volta ha affrontato le acque keniote. "Molto meglio qui che in Sudafrica" ha commentato l'energica signora. Sulla riva di Silversand, intanto scene di gioia e fotografie di gruppo, con bambini saltellanti nell'acqua a festeggiare l'insolito avvenimento e Scarpa che allieta la compagnia elargendo bandierine italiane e avvolgendosi in un grande stendardo keniota come un mantello. D'altronde, il superman rimane lui, e i campioni di solidarietà sono tutti quanti, ex aequo. Vince ancora una volta la voglia di fare del bene sulla costa keniota, grazie agli italiani e allo spirito di gruppo.

giovedì 6 novembre 2008

OBAMA PRESIDENTE "KENIANO" DEGLI USA: OGGI IN TUTTO IL PAESE E' FESTA NAZIONALE

Festa nazionale e celebrazioni in tutto il Paese, come per un proprio beniamino, come per un campione sportivo keniota. Gente esultante per le strade, immagini a grandezza naturale dell'uomo che vuole cambiare il mondo.
Tutto il Kenya festeggia un evento che per il Paese sembra avere più che un valore affettivo, è quasi un afflato di speranza.
Barack Obama è stato eletto quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti d'America e si tratta del primo leader di colore degli Usa, e nientemeno che di un presidente di origine keniota. Il padre dell'ex senatore dell'Illinois era originario di Kogelo, sessanta chilometri da Kisumu, sul lago Vittoria. Ed è lì che si sono concentrate le scene di gaudio e le manifestazioni festose.
Il presidente Mwai Kibaki ha dichiarato la giornata di oggi festa nazionale keniota. A Kisumu, Nairobi e Mombasa da ieri è festa grande, negli slum di Kibera e Korogocho salgono gli slogan "Yes we can" e "Change we need" e anche a Malindi bandiere keniote sventolanti e scene di festa, oggi il clou delle manifestazioni di contentezza per il primo presidente afroamericano della storia degli Stati Uniti.

mercoledì 5 novembre 2008

MENO SAILFISH E PIU' TONNI, COME CAMBIA L'OCEANO KENIOTA

Tra qualche anno Malindi dovrà cambiare il simbolo della municipalità: non più due sailfish saltellanti che escono dall'oceano, ma due bei tonni sorridenti. L'Oceano Indiano non poteva restare indifferente ai cambiamenti climatici del nostro pianeta, e la sua fauna marina si deve adattare di conseguenza. Secondo una ricerca condotta congiuntamente dal WWF e da diverse associazioni per la tutela dell'ambiente e dei cambiamenti climatici, sulle coste keniote sono già in diminuzione gli esemplari di pesce vela, il caratteristico esemplare ittico originario di queste zone, la cui "danza" durante la pesca è un rituale conosciuto in tutto il mondo e meno crudele certo della mattanza del tonno. Il Sailfish se ne va in cerca di mari più freschi, e in compenso arrivano proprio più tonni, quasi a darsi il cambio. Per il disappunto dei pescatori e, forse, il piacere degli amanti della buona cucina, benchè, affumicato, il pesce vela dica decisamente la sua.

martedì 4 novembre 2008

ECCO LA MARATONA INTERNAZIONALE DI CANOTTAGGIO. GAMBELLA: "LA SOLIDARIETA' HA GIA' VINTO"

Ecco finalmente arrivato il grande giorno della maratona internazionale di canottaggio Mombasa-Malindi. L'evento che unisce sport e solidarietà, fortemente voluto da Amref e da uno stuolo di imprenditori italiani della costa e di associazioni locali, prende il via alle dieci di domani mattina. Alla partenza, dalla Marina di Mombasa, sono 17 atleti provenienti da tre Paesi, Kenya Italia e Sud Africa. Da ieri, giornata della presentazione ufficiale con la conferenza stampa di rito, sono sulla costa keniota anche giornalisti e televisioni. Il TG2 italiano ha già montato il primo servizio, altri se ne aggiungeranno da qui all'arrivo della competizione, sabato otto novembre alla Rosada di Malindi. Tra i partecipanti spiccano sicuramente due nomi, testimonial d'eccellenza che hanno attirato l'attenzione dei media. Si tratta di Francesco Gambella, recordman di traversate nazionali e internazionali (la Civitavecchia-Olbia e Messico-Cuba, tanto per citarne due) e anima del Giro d'Italia di Kayak, e del pluridecorato Daniele Scarpa, oro e argento mondiale.
"Essere qui alla partenza di questa maratona - ci dice Gambetta - è un'emozione grandiosa. Un sogno che si realizza con un duplice intento: quello di fare del bene insieme con Amref, impegnata nella costruzione di una scuola a Malindi, e quello di far riscoprire la costa keniota grazie a questo sport e sotto un altro punto di vista".
Gambetta è abituato alle imprese impossibili, ma non si aspettava un inizio in discesa come questo. "Gli italiani che vivono e operano in Kenya - ammette il campione - sono stati fantastici, ci hanno messo a disposizione i loro alberghi, ci aiutano nella logistica, sponsorizzano in toto la manifestazione. Ma anche i miei connazionali nella Penisola sono stati grandi, grazie a loro abbiamo già vinto la gara della solidarietà: infatti comunque andrà sono arrivato con qualche migliaio di euro già raccolto per il progetto di Amref, ma spero lungo il tragitto di racimolare ancora qualcosa".
E allora vediamolo, questo percorso che vede al via sei atleti kenioti, sei italiani e cinque dal Sud Africa. Si parte domattina con la venti chilometri da Mombasa a Mtwapa, e arrivo al Kenyamarina della località balneare. Giovedì sarà la volta della traversata più lunga, Mtwapa-Kilifi, più di 40 chilometri (una vera e propria maratona) con arrivo al Makuti Villas e pernottamento nella stessa struttura. Venerdì, per i 35 chilometri della Kilifi.Watamu sarà l'Ascot Residence ad accogliere i canoisti, e a farli riposare in vista del rush finale, la Watamu-Malindi, poco meno di venti chilometri con arrivo sulla spiaggia di Rosada, tra mezzogiorno e le tre del pomeriggio, a secondo delle condizioni del mare e delle correnti. Un appuntamento, quello di sabato, da non perdere. Perchè al di là del valore degli atleti, della competizione e della copertura televisiva, si tratta soprattutto di una grande festa che è l'ennesima occasione per fare del bene in questa terra in maniera concreta e promuovere le buone cose che si fanno in questa fetta d'Africa.

lunedì 3 novembre 2008

MALINDI E LA COSTA HANNO GIA' SCELTO: OBAMA IL "KENIOTA" SARA' il NUOVO PRESIDENTE USA

Malindi ha già scelto da un pezzo il suo candidato, ma alla vigilia delle elezioni americane che appaiono come le più importanti da decenni a questa parte, sulla costa keniota sale la febbre per un evento che per il Paese sembra avere più che un valore affettivo, è quasi un afflato di speranza.
Barack Obama tra due giorni potrebbe essere eletto presidente degli Stati Uniti d'America e si tratterebbe del primo leader di colore degli Usa, e nientemeno che di un presidente di origine keniota. Nella cittadina turistica non c'è un ufficio (compreso quello dell'immigrazione) che abbia affisso un manifesto inneggiante ad Obama, alcuni hanno affisso la sua immagine nella vetrina del negozio, altri hanno trovato al mercato una maglietta con l'immagine riprodotta qui a lato e la sfoggiano allegramente, nella speranza che (come ormai assicurano i sondaggi) il loro beniamino venga eletto. "Change we need", è questo il cambiamento che il mondo aspetta? E' ancora presto per dirlo, ma in kenya hanno già deciso da un pezzo, il presidente keniota potrebbe ricordarsi delle sue umili origine africane (la famiglia ha le sue radici sul lago Vittoria, tribù Luo, come quella del primo ministro keniota Raila Odinga) ed essere un grande sponsor, il migliore che ci si potrebbe augurare, per il Paese. Così i giovani sfoggiano la pettinatura Obama, e possiamo essere sicuri che tra due giorni, qualora l'annuncio ufficiale dovesse rispettare le previsioni, scatteranno i caroselli di auto e colori, gente esultante come per una vittoria ai mondiali di calcio, e forse anche di più. In ogni caso Obama in Kenya ha già vinto: è il personaggio più popolare e più amato dell'anno.
Insomma, qualora dovesse andargli male alle presidenziali 2008, potrebbe sempre ripiegare sulle prossime elezioni keniote, la vittoria sarebbe assicurata e lo stipendio più alto di quello di chi occupa la Casa Bianca a Washington...

sabato 1 novembre 2008

CIAK. SI GIRA A FINE NOVEMBRE A MALINDI "AMICI PER LA PELLE" FILM TV MEDIASET CON MASSIMO BOLDI

Ciak, si gira a Malindi. Come avevamo già annunciato più di un mese fa in esclusiva, la località turistica keniota si trasformerà da fine novembre, per l'ennesima volta, nel set di una produzione cinematografica italiana. Questa volta si tratta del piccolo schermo, ma gli attori garantiscono una audience da primi della classe e un gran bel ritorno d'immagine a Malindi e al Kenya. Massimo Boldi sarà il protagonista di "Amici per la pelle", lungometraggio prodotto dalla Rodeo Drive in collaborazione con Dania Film e RTI, ovvero Mediaset, che trasmetterà poi il film in prima serata su uno dei suoi canali nel 2009. Al fianco del comico campione di incassi per anni con Cristian De Sica, ci sarà l'attrice romana Barbara De Rossi. Si andrà così a ricostituire la celebre coppia della serie "Un ciclone in famiglia" che ha fatto registrare ascolti da record. Nel cast anche quella che (dopo la separazione consensuale con De Sica) è diventata la spalla abituale di Boldi, Maurizio Mattioli, la bella Elena Russo e l'attuale fidanzata del comico lombardo, Loredana De Nardis. La regia del film che sarà ambientato in gran parte nei resort del Malindi Key Group (Coral Key e Kivulini in particolare), è affidata a Francesca Marra, moglie del regista Enrico Oldoini, maestro della commedia leggera all'italiana e grande amico dello stesso Boldi. Ci sarà per il cast la possibiltà di fare un bel safari, durante le riprese. Infatti parte della storia è ambientata nello Tsavo, e il set prescelto è il Buffalo Camp, lodge tendato a due passi dal Sala Gate, l'ingresso malindino del parco nazionale. Tra leoni, giraffe e coccodrilli, Boldi e la sua banda si muoveranno fedeli a un copione che per adesso è top secret. Tra qualche giorno sbarcheranno a Malindi i "location manager" e arriverà anche buona parte della troupe per preparare il terreno ad attori e registi, che secondo le previsioni della produzione, dovrebbero arrivare intorno al 20 novembre. Le riprese dureranno meno di un mese, termine ultimo per completare l'opera del film malindino sarebbe il 19 dicembre. Per Malindi si tratta di un ritorno in grande stile alle riprese di un film, dopo aver fatto da sfondo a un film d'avventura e sport due anni fa e dopo il grande successo del film "Nel continente nero" con Diego Abatantuono, in cui Malindi e il Kenya non erano soltanto scenografia ma protagonisti della storia che si raccontava, con numerosi residenti italiani della cittadina come attori e comparse. Di quell'esperienza ormai lontana (1992) faceva parte il produttore esecutivo di "Amici per la pelle" Antonio De Feo, già aiuto regista di Marco Risi e gran conoscitore di Malindi, per averci vissuto, dopo essersene innamorato proprio durante le riprese del film con Corso Salani e Anna Falchi. Questa volta non si parla in particolare di storie malindine, ma è possibile tuttavia che ci sia spazio anche questa volta per apparizioni di personaggi locali e soprattutto dei kenioti.