martedì 14 ottobre 2008

BEACH BOYS: VIA DALLE SPIAGGE KENIOTE CHI IMPORTUNA I TURISTI

Il commercio sulle spiagge della costa keniota sarà presto messo al bando, parola di Najib Balala. Una delle più importanti campagne condotte dall'Associazione Malindi & Watamu TWG e dai singoli albergatori sta per raccogliere i suoi frutti. In una lettera consegnata di persona al Ministro del Turismo, gli investitori appartenenti all'associazione avevano sollevato il problema, ben visibile agli occhi dei direttori delle strutture alberghiere che si affacciano sul mare e presente anche nelle lamentele di molti villeggianti. Lo stesso Balala aveva anche presentato, nella sua visita malindina lo scorso agosto, l'esempio di Kikambala, spiaggia a nord di Mombasa in cui aveva risolto il problema negli anni in cui era sindaco della seconda città keniota, creando una cooperativa di "beach traders" e costruendo discreti baracchini ai margini delle spiagge dove gli associati potevano esibire i loro prodotti.
"Spesso il commercio selvaggio sulle spiagge porta problemi - ha detto Balala, parlandi all'Unione Industriali di Mombasa - abbiamo numerose lamentele di albergatori e turisti riguardo ad episodi di fastidi, molestie e aggressività verbale. In questi casi pochi venditori da spiaggia rovinano gli affari di un'intera nazione. Per questo il Governo sta studiando una misura efficace per regolarizzare chi vuole lavorare di concerto col turismo e mettere fuorilegge gli altri". Balala si è soffermato sulle modalità da seguire, come la creazione di zone con mercatini appositi in cui i turisti possono visitare l'artigianato locale e le offerte dei venditori da spiaggia, ma rafforzando la sicurezza per non permettere che "cani sciolti" possano andare a zonzo per il bagnasciuga proponendo anche droga e sesso e alimentando un turismo trasversale che non fa certo il bene dell'immagine che si vuol dare a un luogo di vacanza come il Kenya.
L'associazione MWTWG, dopo avere ricevuto decine di lettere in merito, tra albergatori che a loro volta hanno mandato e-mail personali all'ufficio di Balala e turisti che le hanno inviate a noi con l'esplicita richiesta di "fare qualcosa", si è impegnata in questa che per molti era una battaglia persa, fino ad arrivare all'attenzione del Ministro del Turismo e da qui alle porte del Parlamento. "Una legge specifica per il commercio in spiaggia è già allo studio del Governo" ha confermato Balala. Ora starà ai politici kenioti trovare la formula per regolarizzare una situazione che deve tornare ad essere il festoso e colorato mondo delle "mama" con i loro parei, dei masai con le perline e degli artisti con i loro manufatti, non il regno di pochi scaltri e ineducati affaristi che cercano di venderti qualsiasi cosa con insistenza e poco rispetto per chi ha pagato una vacanza in questo meraviglioso Paese.

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