venerdì 31 ottobre 2008

GRANDE ATTESA PER LA MARATONA INTERNAZIONALE DI CANOTTAGGIO MOMBASA-MALINDI

Televisioni di ogni paese coinvolto, giornalisti, sportivi e campioni olimpici. La Maratona Internazionale di Canottaggio, pronta a salpare da Mombasa il prossimo 5 novembre, sta coinvolgendo attori e comprimari da Italia, Francia, Sudafrica, Kenya ed Emirati Arabi.
La presenza di equipaggi storici come quello italiano, con ex olimpici di Sidney, e quello Sudafricano che ha partecipato agli ultimi giochi di Pechino, il confronto con i migliori atleti kenioti, ma soprattutto la distanza coperta (120 chilometri) e la meraviglia della costa attraversata, fanno crescere l'attesa per questo evento. La maratona partirà mercoledì 5 novembre da Mombasa e farà tappa a Mtwapa, Kilifi e Watamu, prima di giungere sabato 8 a Malindi, con l'arrivo previsto sulla spiaggia del Rosada Beach. Oltre ai network locali, che daranno grande risalto alla manifestazione, sarà presente anche la Rai, con servizi per i telegiornali sportivi nazionali e Rai Italia da Nairobi.
Il ricavato delle iscrizioni e delle sovvenzioni degli sponsor, sarà interamente devoluto al progetto umanitario di Amref che prevede la costruzione di una scuola a Malindi. Il testimonial di questo sport che in Italia ha sempre fornito eccezionali atleti, sarà il connazionale Francesco Gambella. E' importante infatti, oltre all'iniziativa benefica, promuovere la cultura sportiva anche in Africa, approfittando del mare keniota, per questo l'iscrizione degli equipaggi locali è gratuita. Per la manifestazione si sono mossi già sponsor e imprenditori italiani che offiranno sostegno e logistica alla competizione. Tra le offerte di collaborazione già pervenute, quella di Mwembe Resort, Casino Malindi, Key Goup, Rosada e Masharubu Suppliers per quanto riguarda Malindi, Ascot Residence di Watamu, Makuti Villas di Kilifi, il Covo di Shanzu Beach, la rivista Out of Italy e la CGM Power Generation di Mombasa. Anche il nostro portale seguirà l'avvenimento giorno per giorno.

giovedì 30 ottobre 2008

FLOTTA NAVALE NATO A MOMBASA: DIREZIONE ITALIANA CONTRO I PIRATI SOMALI

Una flotta dell'Alleanza Atlantica, diretta dall'ammiraglio italiano Giovanni Gumiero, è giunta ieri nel porto di Mombasa. Si tratta di sei tra vascelli e cacciatorpedinieri, arrivati da Gibuti per scortare alcuni cargo che trasportano aiuti alimentari alle popolazioni somale, stremate da anni di guerriglie interne. L'intervento si è reso necessario per fronteggiare il crescente fenomeno della pirateria somala. I pirati sono soliti attaccare natanti solitari ma anche imbarcazioni da regata che si trovino a passare dalle coste della Somalia, proveniendo dalla penisola arabica o dal Mar Rosso. Quest'anno sono state sessanta le navi sequestrate, tra cui il cargo ucraino "Faina" che pur essendo sotto scacco, è ancora in mano dei malviventi. Ieri ha destato curiosità e ammirazione l'arrivo dell'ammiraglia della flotta diretta dall'Italia, il cacciatorpediniere Durand De La Penne. Le acque keniote, in ogni caso, non temono alcun pericolo, il problema è circoscritto al territorio marino della Somalia.

mercoledì 29 ottobre 2008

BENESSERE, SPORT E CULTURA: LE NOVITA' DI MALINDI PER L'ALTA STAGIONE

La nuova stagione 2008-2009 è alle porte e Malindi-Watamu-Mambrui, il triangolo delle vacanze, si preparano a lanciare la loro immagine di rinnovamento, di novità e di rilancio. Dopo un'estate finta come quella dell'anno scorso, c'è grande attesa e iniziative che hanno voglia di mettersi in mostra. Al benessere naturale provocato dal territorio, da Madre Natura e dalla bellezza che essa ha infuso ai luoghi, dallo iodio dell'oceano e dall'argilla della savana, è stata affiancata una vera e propria industria del relax e della cura di corpo e mente. Così molti hotel della costa nord hanno aperto le Spa e i centri benessere, con proposte diversificate e in grado di soddisfare qualsiasi esigenza. Si pensi al vero e proprio "percorso" del Lawford's Hotel, ad esempio, oppure alla scelta radicale del Sun Palm di Watamu, che si trasformerà in "Sanitarium & Lifestyle Resort" seguendo la nuovissima moda americana degli hotel che abbinano alla vacanza una dieta alimentare vegetariana basata su prodotti genuini e una specifica cura naturale che è in grado di guarire distrurbi non soltanto di natura nervosa e di migliorare le condizioni di malati cronici o terminali. Ma non è solo bellezza e terapia, il Kenya marino da quest'anno riapre le sue proposte sportive: il kitesurf sulla selvaggia e immensa spiaggia dell'Oasi, la pesca sportiva che avrà il suo cluo in un torneo organizzato dal Casino di Malindi a gennaio, i cui particolari sveleremo in esclusiva nei prossimi giorni. Si preparano inoltre proposte culturali: mostre, concorsi ed eventi che contribuiranno a dare un'immagine a tutto tondo di località che cercano di abbinare allo splendore dell'Africa il meglio delle influenze occidentali, senza invadenza ma nel rispetto dell'ambiente e delle tradizioni locali.

lunedì 27 ottobre 2008

DA OGGI SI PUO' TORNARE A FUMARE IN KENYA SULLE STRADE, NELLE SPIAGGE E NEI LOCALI PUBBLICI ALL'APERTO

Da oggi in tutto il Kenya si può tornare liberamente a fumare per strada e nei luogi pubblici all'aperto e, per quanto riguarda la costa, anche sulle spiagge.
A quasi quattro mesi dalla sua applicazione, di fatto la legge firmata dal Ministro della Sanità Beth Mugo, perde gran parte della sua forza e del suo significato. La legge, disegnata nell'agosto 2007 ma rimasta al palo in attesa delle ormai note elezioni del dicembre 2008, era stata approvata tra le polemiche in Parlamento, evidenziando parecchie incongruenze ed anomalie. Riguardavano soprattutto le aree all'aperto e la costituzione di appositi spazi delimitati da regole abbastanza confuse. Così a Malindi e nelle località che si affacciano all'Oceano Indiano, negli "spazi pubblici" erano state comprese anche le spiagge e tutti i villaggi turistici e i ristoranti che si sviluppano in gran parte all'aperto, rischiavano di non poter offrire un servizio importante per mi clienti che sono spesso turisti che vengono in Kenya a rilassarsi. Così con lungimiranza il responsabile distrettuale del ministero della Salute aveva pensato, per Malindi, di istituire apposite aree per fumatori, nei bar e nei locali pubblici, secondo criteri tanto efficaci quanto misteriosi. Ma le incomprensioni e la non facile lettura della legge stessa hanno creato specialmente ad agosto, problemi tra chi la dovrebbe fare rispettare (gli ufficiali e la polizia turistica) e i turisti. Sono fioccate alcune multe ma ci sono stati anche parecchi ricorsi, vinti. Quest'ultimo dato deve aver fatto riflettere il ministro Mugo, che ha deciso di tornare all'antico. "In tutti i luoghi all'aperto, comprese le strade e i locali pubblici, si può fumare senza limitazioni di spazi" si legge nella nuova postilla alla legge, pubblicata oggi anche dal quotidiano Nation (sarebbe importante tenerne una copia sempre pronta, per gestori di locali e albergatori, ma anche per chi fa un giretto in spiaggia). Il divieto, chiaramente, resta per i locali e i luoghi di frequentazione pubblica al chiuso. Che è già una mezza rivoluzione in Kenya: fino a qualche mese fa si poteva addirittura fumare negli ospedali e nelle scuole!

venerdì 24 ottobre 2008

PENSIONATO ITALIANO DI MALINDI SI PERDE IN SAVANA. RIPORTATO A CASA IL GIORNO DOPO

A volte, in Africa, anche le disavventure hanno un lieto fine. Alcuni stenteranno a crederci, ma ci si può perdere, senza benzina, senza soldi né telefonino cellulare nel mezzo della savana e riuscire a fare ritorno a casa senza un graffio, grazie all'umanità della popolazione locale.
E' accaduto ad Aldo Viganò, un italiano originario di Como, che da anni ha una villa a Malindi, la nota località turistica keniota dov'è solito “svernare”, lo riferisce l'agenzia stampa “malindikenya.net”. L'altra mattina Viganò è uscito di casa con il suo fuoristrada, diretto a fare colazione. Chissà cosa gli è passato per la mente, osservando la verdeggiante realtà africana, ma ha deciso di fare un giretto un po' più lungo del solito. Da Malindi ha imboccato la strada che porta a nord, verso Lamu. Il tempo ideale, il manto stradale in ottime condizioni, la natura rigogliosa intorno, baobab e palme riverenti al suo passaggio, gesti ancestrali delle mama dei villaggi e studenti in divisa a piedi per chilometri, tra le capanne di argilla e la scuola.
Ad Aldo la giornata deve essere sembrata magnifica, lontana dalla routine rilassante ma anche un po' noiosa del pensionato di Malindi: sempre il solito bar, il cappuccino con la brioche, le solite allegre facce da salutare. Un sogno di pace e tranquillità, per un coetaneo italiano, perso magari nel traffico e nel freddo della metropoli. Ma in lui che vi è abituato, l'umana voglia di evadere è in agguato. Così Viganò Segue la strada asfaltata in quel paradiso, supera due posti di blocco, passa il bivio di Garsen e punta verso Garissa, cittadina tra il mondo conosciuto e il deserto somalo, confine tra i selvaggi parchi nazionali, dove s'incontrano leoni ed elefanti, e il niente in mano alle tribù nomadi Pokomo e Rendille. Siamo a più di quattrocento chilometri da Malindi, ma il pensionato lariano viaggia ora su una strada sterrata sconnessa, dove s'incontrano solo animali allo stato brado e, ogni cento chilometri, un camion in avaria o un autista che cambia una ruota. Il pensionato comasco viaggia e con lui i suoi pensieri, che spaziano liberi e felici. Fino a quando, inevitabilmente, viene a mancare la benzina del fuoristrada. La macchina si ferma, in mezzo al niente. Intorno soltanto rumori di fauna africana, esemplari spesso sconosciuti al “mzungu”, l'uomo bianco. E' una zona lontana dai safari organizzati, appena tratteggiata dalle mappe locali. Tra poco scenderà la sera, che in questa parte di mondo, proprio sotto l'equatore (che se fosse un'asse nel cielo come lo disegnano, almeno farebbe ombra) copre tutto come un nero manto intorno alle sei di sera. C'è un uomo bianco, non più giovane, che non parla una parola di inglese e di swahili. Senza soldi e senza telefonino. Sembra un film, e probabilmente lo è: è il suo lungometraggio personale, quello in cui interpreta la parte di un tranquillo italiano che si perde nel mezzo dell'Africa nera e con la serenità e l'incoscienza di chi vi è capitato quasi da predestinato, sa che andrà tutto bene.
Non è così invece per la signora Viganò, che da alcune ore sta cercando suo marito dappertutto a Malindi e dintorni. Ha avvertito per prima cosa il console italiano Roberto Macrì, che si è immediatamente attivato organizzando le ricerche della polizia locale e avvertendo tutte le sedi distaccate del distretto keniota. Nel pomeriggio, la mancanza di riscontri gli fa pensare che sia meglio estendere l'avviso a tutta la Nazione.
Tra Garissa e Nairobi, sporadicamente, si segnala la presenza di shifta, pericolosi banditi di origine somala che attaccano mezzi di trasporto o automobilisti solitari. Per questo sono stati istituiti posti di blocco e il fenomeno è stato isolato, ma a volte per attraversare quella desolata parte di Kenya è consigliabile far salire a bordo un poliziotto armato. Chiaramente il nostro eroe vi ha rinunciato, ed ora è solo. Chiunque potrebbe approfittare di lui. Il suo fuoristrada farebbe gola a molti, un toccasana illegale per l'estrema povertà degli abitanti di quelle regioni, e per i camionisti, e i contrabbandieri di passaggio. In lontananza, macchia polverosa che potrebbe essere indifferentemente mandria di bufali o piccolo tornado, spunta un autocarro che vede l'uomo ai margini dello sterrato con un'espressione innocente che sembra dire: “vi stavo aspettando”.
Non servono le parole, basta un'occhiata e i due occupanti dell'enorme elefante di lamiera estraggono lunghe e possenti corde dal vano e le attaccano al fuoristrada. Piano piano, mentre il cielo colora il paesaggio di tinte tenui e il caldo torrido si placa, lo strano convoglio raggiunge il villaggio di Mwingi. Siamo a cinquecento chilometri da Malindi. Aldo Viganò viene portato al posto di polizia locale dove, dopo lo stupore generale, si fa largo il dovere. Le telefonate del quartier generale di Nairobi, allertato dal console italiano a Malindi, raggiungono anche loro a tarda sera.
“Il vostro mzungu è qui, sta bene!”. Passerà la notte in guardiola, sul materasso più comodo messo a disposizione dalla comunità di Mwingi. Nel frattempo, con un servizio di invio di denaro via sms, la stazione di polizia ottiene il necessario per un pieno di benzina e il ritorno a Malindi dell'indomani. E' l'alba, l'alba indimenticabile dell'equatore che stregò Hemingway e Karen Blixen e che innamora centinaia di migliaia di turisti ogni anno. L'ufficiale della polizia di Mwingi chiama Malindi.
“Cosa possiamo offrire a questo signore da bere e da mangiare...tè, caffè, un chapati...?” chiede.
“Non so, sentite lui...”
Il linguaggio dei gesti è essenziale. Mani nere che, accompagnate da un sorriso, mimano una tazza e qualcosa da mettere in bocca.
“Un cappuccino e una brioche, grazie” è la risposta dell'italiano, con perfetto accento comasco.
Il “kenya coffee” e la tortilla che qui chiamano chapati sarà sembrata buonissima al pensionato comasco che si rimette in viaggio, per arrivare a Malindi in serata. E' scortato questa volta da due guardie. Si sa, quando uno inizia a respirare l'avventura, non è detto che ci riprovi. E l'Africa è grande, anche se non dappertutto si trovano cappuccino e brioche...
Freddie del Curatolo

PENSIONATO ITALIANO SI PERDE IN SAVANA, RIPORTATO A MALINDI IL GIORNO DOPO

A volte, in Africa, anche le disavventure hanno un lieto fine. Alcuni stenteranno a crederci, ma ci si può perdere, senza benzina, senza soldi né telefonino cellulare nel mezzo della savana e riuscire a fare ritorno a casa senza un graffio, grazie all'umanità della popolazione locale.
E' accaduto ad Aldo Viganò, un italiano originario di Como, che da anni ha una villa a Malindi, la nota località turistica keniota dov'è solito “svernare”, lo riferisce l'agenzia stampa “malindikenya.net”. L'altra mattina Viganò è uscito di casa con il suo fuoristrada, diretto a fare colazione. Chissà cosa gli è passato per la mente, osservando la verdeggiante realtà africana, ma ha deciso di fare un giretto un po' più lungo del solito. Da Malindi ha imboccato la strada che porta a nord, verso Lamu. Il tempo ideale, il manto stradale in ottime condizioni, la natura rigogliosa intorno, baobab e palme riverenti al suo passaggio, gesti ancestrali delle mama dei villaggi e studenti in divisa a piedi per chilometri, tra le capanne di argilla e la scuola.
Ad Aldo la giornata deve essere sembrata magnifica, lontana dalla routine rilassante ma anche un po' noiosa del pensionato di Malindi: sempre il solito bar, il cappuccino con la brioche, le solite allegre facce da salutare. Un sogno di pace e tranquillità, per un coetaneo italiano, perso magari nel traffico e nel freddo della metropoli. Ma in lui che vi è abituato, l'umana voglia di evadere è in agguato. Così Viganò Segue la strada asfaltata in quel paradiso, supera due posti di blocco, passa il bivio di Garsen e punta verso Garissa, cittadina tra il mondo conosciuto e il deserto somalo, confine tra i selvaggi parchi nazionali, dove s'incontrano leoni ed elefanti, e il niente in mano alle tribù nomadi Pokomo e Rendille. Siamo a più di quattrocento chilometri da Malindi, ma il pensionato lariano viaggia ora su una strada sterrata sconnessa, dove s'incontrano solo animali allo stato brado e, ogni cento chilometri, un camion in avaria o un autista che cambia una ruota. Il pensionato comasco viaggia e con lui i suoi pensieri, che spaziano liberi e felici. Fino a quando, inevitabilmente, viene a mancare la benzina del fuoristrada. La macchina si ferma, in mezzo al niente. Intorno soltanto rumori di fauna africana, esemplari spesso sconosciuti al “mzungu”, l'uomo bianco. E' una zona lontana dai safari organizzati, appena tratteggiata dalle mappe locali. Tra poco scenderà la sera, che in questa parte di mondo, proprio sotto l'equatore (che se fosse un'asse nel cielo come lo disegnano, almeno farebbe ombra) copre tutto come un nero manto intorno alle sei di sera. C'è un uomo bianco, non più giovane, che non parla una parola di inglese e di swahili. Senza soldi e senza telefonino. Sembra un film, e probabilmente lo è: è il suo lungometraggio personale, quello in cui interpreta la parte di un tranquillo italiano che si perde nel mezzo dell'Africa nera e con la serenità e l'incoscienza di chi vi è capitato quasi da predestinato, sa che andrà tutto bene.
Non è così invece per la signora Viganò, che da alcune ore sta cercando suo marito dappertutto a Malindi e dintorni. Ha avvertito per prima cosa il console italiano Roberto Macrì, che si è immediatamente attivato organizzando le ricerche della polizia locale e avvertendo tutte le sedi distaccate del distretto keniota. Nel pomeriggio, la mancanza di riscontri gli fa pensare che sia meglio estendere l'avviso a tutta la Nazione.
Tra Garissa e Nairobi, sporadicamente, si segnala la presenza di shifta, pericolosi banditi di origine somala che attaccano mezzi di trasporto o automobilisti solitari. Per questo sono stati istituiti posti di blocco e il fenomeno è stato isolato, ma a volte per attraversare quella desolata parte di Kenya è consigliabile far salire a bordo un poliziotto armato. Chiaramente il nostro eroe vi ha rinunciato, ed ora è solo. Chiunque potrebbe approfittare di lui. Il suo fuoristrada farebbe gola a molti, un toccasana illegale per l'estrema povertà degli abitanti di quelle regioni, e per i camionisti, e i contrabbandieri di passaggio. In lontananza, macchia polverosa che potrebbe essere indifferentemente mandria di bufali o piccolo tornado, spunta un autocarro che vede l'uomo ai margini dello sterrato con un'espressione innocente che sembra dire: “vi stavo aspettando”.
Non servono le parole, basta un'occhiata e i due occupanti dell'enorme elefante di lamiera estraggono lunghe e possenti corde dal vano e le attaccano al fuoristrada. Piano piano, mentre il cielo colora il paesaggio di tinte tenui e il caldo torrido si placa, lo strano convoglio raggiunge il villaggio di Mwingi. Siamo a cinquecento chilometri da Malindi. Aldo Viganò viene portato al posto di polizia locale dove, dopo lo stupore generale, si fa largo il dovere. Le telefonate del quartier generale di Nairobi, allertato dal console italiano a Malindi, raggiungono anche loro a tarda sera.
“Il vostro mzungu è qui, sta bene!”. Passerà la notte in guardiola, sul materasso più comodo messo a disposizione dalla comunità di Mwingi. Nel frattempo, con un servizio di invio di denaro via sms, la stazione di polizia ottiene il necessario per un pieno di benzina e il ritorno a Malindi dell'indomani. E' l'alba, l'alba indimenticabile dell'equatore che stregò Hemingway e Karen Blixen e che innamora centinaia di migliaia di turisti ogni anno. L'ufficiale della polizia di Mwingi chiama Malindi.
“Cosa possiamo offrire a questo signore da bere e da mangiare...tè, caffè, un chapati...?” chiede.
“Non so, sentite lui...”
Il linguaggio dei gesti è essenziale. Mani nere che, accompagnate da un sorriso, mimano una tazza e qualcosa da mettere in bocca.
“Un cappuccino e una brioche, grazie” è la risposta dell'italiano, con perfetto accento comasco.
Il “kenya coffee” e la tortilla che qui chiamano chapati sarà sembrata buonissima al pensionato comasco che si rimette in viaggio, per arrivare a Malindi in serata. E' scortato questa volta da due guardie. Si sa, quando uno inizia a respirare l'avventura, non è detto che ci riprovi. E l'Africa è grande, anche se non dappertutto si trovano cappuccino e brioche...
Freddie del Curatolo

giovedì 23 ottobre 2008

MALINDI IN VETRINA AL TTG DI RIMINI

Ci sarà anche un po' di Malindi, da domani alla quarantacinquesima edizione del TTG di Rimini, diventata da qualche anno la fiera del turismo più importante d'Italia, specialmente per gli addetti ai lavori. La manifestazione nata a Milano e per molti anni organizzata a Riva del Garda, ha ormai soppiantato la Bit di Milano e propone uno sguardo a trecentosessanta gradi sulla proposta turistica mondiale dei tour operator e delle agenzie di viaggio. In un turismo sempre più improntato su internet (è questo uno degli argomenti dell'edizione 2008, evidenziato da un convegno che si terrà domani alle 15.30) non poteva mancare il nostro portale malindikenya.net che è stato recentemente riconosciuto dalla massima istituzione turistica keniota, il Kenya Tourist Board, e sarà in link con tutte le agenzie di viaggio presenti alla fiera riminese, tramite un suo rappresentante che distribuirà informative e illustrerà il progetto. Uno dei ruoli del portale, infatti, è quello di promuovere l'informazione corretta e i servizi utili direttamente da qui, senza filtri e disinformazione, diventando uno strumento utile per i "banconisti" di qualsiasi agenzia che abbia il Kenya in catalogo o sitrovi di fronte clienti che lo richiedono. Alcune delle prossime iniziative del portale sono orientate in questo senso: offrire risposte e soluzioni ai quesiti più comuni che vengono sollevati specialmente da chi ha intenzione di recarsi per la prima volta sulla costa keniota per una vacanza. Alla fiera del turismo di Rimini, in ogni caso, malindikenya.net non è solo, il Kenya è rappresentato (oltre che dal Kenya Tourist Board) da tour operator che da anni lo vendono come destinazione di spicco (Albatour, Condor), dal Key Group e da singoli investitori che allacceranno rapporti con agenti di viaggio e operatori del settore. Chiaramente, grazie anche al supporto del KTB e alla presenza del portale, l'azione della Malindi & Watamu Tourism & Welfare Group sarà importante e le attività ad essa connesse avranno una visibilità maggiore di quanto possa fare un singolo albergatore o chiunque abbia un'attività ma non ha affrontato la spesa di allestimento di uno stand all'interno del moderno polo fieristico di Rimini. Il TTG prende il via domani e si conclude domenica, giornata aperta anche ai visitatori "comuni" e agli aspiranti turisti. Gli orari: domani e sabato orario continuato dalle 9 alle 18.30, domenica dalle 9 alle 16. Per gli operatori del settore l'ingresso è gratuito. Molti in convegni e gli incontri in cartellone, si parlerà della crisi economica, delle mete "dimenticate" e dei nuovi strumenti per viaggiare con cognizione di causa. Sicuramente malindikenya.net è in linea con i temi di quest'anno dell'importante manifestazione del turismo che, per il Kenya, si apre proprio alla vigilia dell'estate equatoriale, della nostra alta stagione.

mercoledì 22 ottobre 2008

I PARLAMENTARI DI MOMBASA: "SPAZI APPOSITI PER I BEACH BOYS"

Il giro di vite proposto dal Ministro del Turismo Najib Balala e allo studio del Governo keniota continua a destare giudizi positivi e perplessità. Al plauso di tutte le associazioni di hotelier e di operatori turistici della costa, fa riscontro la richiesta dei sindaci di chiarimenti riguardo alle modalità attraverso le quali il governo intende intervenire per limitare l'invadenza dei beach boys nei confronti dei turisti nelle località di villeggiatura. "Capiamo il problema - ha detto Hassan Ali Joho, parlamentare eletto nel distretto di Kisauni - l'importante è trovare luoghi adatti per creare mercatini dei commercianti da spiaggia che hanno diritto a poter lavorare". Di questo avviso anche molti sindaci della costa, ma questo è quel che chiedono anche gli albergatori italiani di Malindi, regole e organizzazione per gli ambulanti delle spiagge.

martedì 21 ottobre 2008

MALINDI MIGLIORA E SI RIFA' IL MAQUILLAGE: ECCO I PROGETTI IN CANTIERE

Nuove strade asfaltate, illuminazione e lampioni, spiagge pulite e più sicure, marciapiedi e pedonalizzazione parziale del centro, circonvallazione esterna per i camion diretti a Lamu. Ecco le prime proposte in cantiere per la Malindi che verrà, presentate ufficialmente dal parlamentare Gideon Mung'aro, ex sindaco della cittadina ed eletto sotto le file dell'Odm di Raila Odinga per la circoscrizione di Malindi. Un piano che ha l'approvazione piena del ministero del Turismo e quella ufficiosa del ministero delle strade. Il primo colpo, i cui effetti si potrebbero vedere già entro la fine di quest'anno, è l'illuminazione. Finalmente il contenzioso tra la municipalità di Malindi e le autorità aeroportuali è stato risolto e una ditta di Mombasa è stata incaricata di svolgere i lavori di piantumazione di quattrocento lampioni che daranno luce all'ingresso nella cittadina, dando luce notturna anche a uno dei quartieri più bui, la zona del New Market. A questa operazione seguirà uno studio generale sull'illuminazione notturna di Malindi. Duecentoventi milioni di scellini, questa la richiesta di Mung'aro per un'altra grande opera in progetto: l'asfaltatura della strada che da Malindi porta all'ingresso del Parco Nazionale dello Tsavo, il Sala Gate. La richiesta verrà discussa prossimamente in Parlamento, dove già sono approdati i progetti per l'asfaltatura della strada costiera tra Malindi-Watamu, ovvero lo sterrato attuale che attraversa il villaggio di Mayungu. Riguarda Malindi anche l'opera di costruzione della nuova strada Lamu-Garsen, che inizierà dall'isola a nord del Kenya e scenderà fino a Garsen rendendo asfaltato tutto il tratto della Mombasa-Lamu. Per quanto riguarda direttamente la cittadina turistica, Mung'aro ha rispolverato un suo vecchio cavallo di battaglia, la circonvallazione che trasformerebbe Malindi in una località da passeggio sulla falsariga delle realtà turistiche di mezzo mondo: i camion, i "matatu" e i mezzi pesanti diretti altrove, non entrerebbero nel centro ma, prima della rotonda (il "roundabout della Total" come si è soliti chiamarlo qui) potrebbero deviare lungo una direttrice asfaltata che li porterebbe direttamente verso il ponte sul fiume Sabaki. Questa operazione darebbe il là alla parziale pedonalizzazione di Lamu Road, l'arteria turistica principale di Malindi, che sarebbe dotata di marciapiedi e lampionistica e vedrebbe valorizzate le attività che si affacciano alla strada. Stiamo parlando di proposte, progetti anche se alcuni, come si può vedere, sono già partiti. Sognare una Malindi migliore non costa nulla, farla costa un po' di più ma la volontà stavolta sembra quella giusta.

lunedì 20 ottobre 2008

DALLA ROMAGNA AL KENYA: ECCO IL VINO CHE DARA' L'ACQUA A UN INTERO VILLAGGIO

Diecimila bottiglie di Sangiovese per risolvere il problema della sete in un villaggio keniota. "Ma questi italiani sono matti?" potrebbe chiedere qualcuno. Spieghiamo: il miracolo all'incontrario di trasformare il vino in acqua è un'ìdea tutta basata sulla solidarietà, frutto della collaborazione tra Cantina di Cesena e Cefa Onlus. L'azienda vinicola romagnola ha creato un Sangiovese d.o.c. con un'etichetta appositamente creata per questa campagna e parte del ricavato delle vendite (60 centesimi a bottiglia) attraverso la Cefa Onlus, che da anni si occupa di solidarietà in Africa, arriveranno nel villaggio keniota di Kahia, a nord est del Paese, in una zona particolarmente arida, e serviranno per costruire un acquedotto di 21 chilometri che porterà una risorsa indispensabile per la vita e darà nuova linfa all'agricoltura locale, soddisfacendo la richiesta di acqua di dodici mila persone e soprattutto instaurando un progetto che prevede nel giro di poco tempo l'autosostentamento della popolazione locale. Il "vino della solidarietà" è stato presentato nei giorni scorsi dall'assessore regionale all'agricoltura dell'Emilia Romagna, la prima produzione parla di 10.000 bottiglie ma nei prossimi mesi ne sono previste altrettante.

sabato 18 ottobre 2008

SARA' UNA GIRAFFA LA COPROTAGONISTA DEL FILM CON MASSIMO BOLDI GIRATO A MALINDI?

Una giraffa per Massimo Boldi. La produzione del film per la tv che sarà girato prossimamente a Malindi, è sempre più convinta di avre trovato i luoghi giusti per ambientare sulla costa keniota i ciak che avranno come mattatore il comico Massimo Boldi. In questi giorni si svelano anche alcuni particolari del film, che porta la firma produttiva di Luciano Martino e quella esecutiva di Antonio De Feo, già aiuto regista del celebrato lungometraggio "Nel continente nero", girato sedici anni fa a Malindi per la regia di Marco Risi e con un grande Diego Abatantuono. Molte le voci sulla possibile coprotagonista, per ora top-secret. Spunta invece un'altra "spalla" per il comico. La produzione infatti starebbe cercando una giraffa. Sarebbe proprio l'elegante quadrupede di savana uno dei personaggi principali del film!"

venerdì 17 ottobre 2008

LA BALENA SALVATA DAGLI ITALIANI A MALINDI FA IL GIRO DELLA RETE

La storia è stata raccontata da noi in anteprima ed è una storia di coraggio, esperienza e amore per il mare e gli animali che lo popolano. I due sub italiani, Lorenzo De Ponti e Angelo De Faveri, titolari del Blue Fin Diving, sono già due "eroi" di internet. Dopo il salvataggio della balena e del suo cucciolo (qui la storia) i blog e i siti non solo di subacquei e amanti degli animali hanno tempestato di commenti l'impresa dei due residenti malindini. E c'è già chi sta montando il video artigianale fornito da un giornalista locale presente sull'imbarcazione per metterlo su Youtube.
I complimenti per il coraggio e la determinazione sono stati sottolineati più volte. "Faccio l'istruttore nel Mar Rosso da molti anni - ha ammesso un blogger - ma al cospetto di un cetaceo di undici metri, per giunta nervoso per la vicinanza del suo piccolo, avrei avuto parecchia paura". Lorenzo De Ponti conferma: "Paura no, ma molta adrenalina. Tre anni fa ne avevo liberata un'altra, ma non aveva il suo cucciolo di fianco e si era lasciata toccare tranquillamente. Questa era agitatissima e faceva continui movimenti che mi sobbalzavano di parecchi metri. Alla fine, quando sono risalito sulla barca, ero letteralmente a pezzi". I due esperti sub ieri sono stati intervistati da alcune testate italiane e la notizia viene riportata anche dai quotidiani kenioti e da alcuni network africani. Un ringraziamento ufficiale arriva anche da John Kamerino, responsabile di Malindi del Kenya Wildlife Service, che si congratula con i due italiani e spiega la dinamica del salvataggio: "Siamo stati avvertiti nottetempo da alcuni pescatori che un dhow era in difficoltà in quanto una balena era rimasta impigliata nella loro rete. E' stato chiesto ai proprietari della barca di non prendere alcuna iniziativa. Abbiamo cercato subito volontari che avessero un imbarcazione veloce, che ci è stata fornita dal Kingfisher, e abbiamo chiamato il Blu Fin Diving. Grazie anche al coordinamento del KWS in due ore siamo riusciti a portare a termine brillantemente l'operazione". Anche a Malindi la notizia ha avuto una grande eco. "Un episodio che da lustro alla nostra comunità - è stato detto ieri alla riunione generale dell'associazione MWTWG, di cui tra l'altro il Blu Fin Diving fa parte - composta da persone che amano il Kenya e rispettano i suoi elementi principali, come Natura, i suoi abitanti, il mare, gli animali".

giovedì 16 ottobre 2008

Chale Island, alla scoperta del nuovo paradiso dei VIP stranieri e kenioti, ideato dall'italiano Mario Scianna.

Dio creò la terra in soli sei giorni, ma era Dio...oggi in pochi potrebbero scommettere che in sei mesi soltanto si può creare un Paradiso Terrestre che nel primo anno di apertura già si guadagna la palma di miglior resort della costa keniota e di "buen retiro" per i personaggi famosi e i tycoon internazionali. Stiamo parlando di Chale Island, l'ultima creatura del brindisino Mario Scianna, già istruttore di diving e costruttore di barche, ora architetto e costruttore. Un resort sull'isola a dieci chilometri da Diani, amato dall'uomo più ricco del mondo, Bill Gates, ma per nulla inacessibile alla gente comune. Le sue sabbie terapeutiche, la Spa, le Jacuzzi formato famiglia, il centro fitness dall'avanguardia sono ciliegine sul dolce relax di un luogo incantevole e unico nella realtà costiera keniota, soprattutto per la grande attrazione, la genialità dei cottage nell'acqua. Se ne sono accorti anche i Vip kenioti, ministri e parlamentari, turisti della hig-class nairobina, che lo considerano il luogo da sogno numero uno in Kenya.

mercoledì 15 ottobre 2008

DUE SUB ITALIANI SALVANO UNA BALENA E IL SUO CUCCIOLO AL LARGO DI MALINDI

Ecco una di quelle storie che diventano meravigliosamente epiche soltanto quando si concludono con un lieto fine. Prima, però è un'avventura che si colora di pericolo e ansia, che ha il salmastro dell'oceano nei polmoni e lo sguardo deciso di due uomini coraggiosi. Ieri mattina il Kenya Wildlife Service di Malindi riceve un messaggio da una barca di pescatori: una balena di undici metri, con accanto il suo cucciolo ("solo" tre metri di lunghezza) è rimasta nottetempo incagliata alla rete da pesca di un dhow, la tipica imbarcazione di legno keniota, al largo di Mambrui.
I dirigenti del KWS chiamano subito gli esperti subacquei Angelo De Poli e Angelo De Faveri, trevigiani, proprietari e istruttori del Blu Fin Diving, che si precipitano con le attrezzature subaquee e il loro assistente Emmanuel Nguma.
Con un veloce natante a motore raggiungono la zona in cui affiorano i cetacei e, senza perdere tempo, si tuffano in mare aperto armati di coltelli, per strappare l'enorme rete che da ore tiene in ostaggio mamma Megattera, la più comune tra le balene dell'Oceano Indiano. L'animale è come "insaccato" per intero, e al suo fianco il suo cucciolo impaurito gli sta addosso. "La missione si presentava alquanto pericolosa - spiega De Poli, che già tre anni fa aveva salvato un cetaceo irretito - perchè la balena era nervosa e preoccupata per suo figlio che, pur essendosi liberato dalla rete, rimaneva vicino e piangeva, appoggiandosi a lei e rischiando di incastrarsi una seconda volta".
Il collega De Faveri ha rischiato a sua volta di restare impigliato, e poi schiacciato tra il cetaceo e la barca, ma insieme i due italiani, dopo più di un'ora e mezza di lotta, sono riusciti a tagliare in due la rete e a fare uscire mamma balena dall'impiccio che l'avrebbe presto portata alla morte. Infatti il pericolo era quello di finire alla deriva insieme al dhow e di insabbiarsi. Non ci sarebbe stato più niente da fare. Invece, mentre due pescatori locali saltavano sul dorso dell'enorme cetaceo a mo' di "surfers" per tenerlo fermo il più possibile, i sub italiani continuvano imperterriti a tagliare la rete, sobbalzati più volte da sei metri di profondità alla superficie, dai movimenti della balena. "Il rischio - spiega De Faveri - era quello di prendere un colpo di coda che avrebbe potuto anche romperci l'osso del collo". Nel frattempo il cucciolo cercava affannosamente di attaccarsi alla mamma, fino a quando la rete viene aperta in due e la grande mamma balena riesce a sgusciare fuori, inabissandosi con il suo piccolo. Salvi e liberi, grazie al cuore, alla mano e al coraggio dell'uomo.

martedì 14 ottobre 2008

BEACH BOYS: VIA DALLE SPIAGGE KENIOTE CHI IMPORTUNA I TURISTI

Il commercio sulle spiagge della costa keniota sarà presto messo al bando, parola di Najib Balala. Una delle più importanti campagne condotte dall'Associazione Malindi & Watamu TWG e dai singoli albergatori sta per raccogliere i suoi frutti. In una lettera consegnata di persona al Ministro del Turismo, gli investitori appartenenti all'associazione avevano sollevato il problema, ben visibile agli occhi dei direttori delle strutture alberghiere che si affacciano sul mare e presente anche nelle lamentele di molti villeggianti. Lo stesso Balala aveva anche presentato, nella sua visita malindina lo scorso agosto, l'esempio di Kikambala, spiaggia a nord di Mombasa in cui aveva risolto il problema negli anni in cui era sindaco della seconda città keniota, creando una cooperativa di "beach traders" e costruendo discreti baracchini ai margini delle spiagge dove gli associati potevano esibire i loro prodotti.
"Spesso il commercio selvaggio sulle spiagge porta problemi - ha detto Balala, parlandi all'Unione Industriali di Mombasa - abbiamo numerose lamentele di albergatori e turisti riguardo ad episodi di fastidi, molestie e aggressività verbale. In questi casi pochi venditori da spiaggia rovinano gli affari di un'intera nazione. Per questo il Governo sta studiando una misura efficace per regolarizzare chi vuole lavorare di concerto col turismo e mettere fuorilegge gli altri". Balala si è soffermato sulle modalità da seguire, come la creazione di zone con mercatini appositi in cui i turisti possono visitare l'artigianato locale e le offerte dei venditori da spiaggia, ma rafforzando la sicurezza per non permettere che "cani sciolti" possano andare a zonzo per il bagnasciuga proponendo anche droga e sesso e alimentando un turismo trasversale che non fa certo il bene dell'immagine che si vuol dare a un luogo di vacanza come il Kenya.
L'associazione MWTWG, dopo avere ricevuto decine di lettere in merito, tra albergatori che a loro volta hanno mandato e-mail personali all'ufficio di Balala e turisti che le hanno inviate a noi con l'esplicita richiesta di "fare qualcosa", si è impegnata in questa che per molti era una battaglia persa, fino ad arrivare all'attenzione del Ministro del Turismo e da qui alle porte del Parlamento. "Una legge specifica per il commercio in spiaggia è già allo studio del Governo" ha confermato Balala. Ora starà ai politici kenioti trovare la formula per regolarizzare una situazione che deve tornare ad essere il festoso e colorato mondo delle "mama" con i loro parei, dei masai con le perline e degli artisti con i loro manufatti, non il regno di pochi scaltri e ineducati affaristi che cercano di venderti qualsiasi cosa con insistenza e poco rispetto per chi ha pagato una vacanza in questo meraviglioso Paese.

lunedì 13 ottobre 2008

IL MINISTRO BALALA, RICLASSIFICHIAMO GLI HOTEL DELLA COSTA KENIOTA

Un premio in "stellette" a chi rinnova il suo hotel. In vista della stagione più pubblicizzata nella storia del Kenya, il Ministro del Turismo Najib Balala ha parlato della riqualificazione degli hotel, dei resort e dei villaggi turistici della costa keniota. Lo ha fatto durante l'inaugurazione del rinnovato Sai Rock Hotel di Mombasa.
"Il Governo provvederà a riclassificare ogni edificio in base ai rinnovamenti fatti - ha spiegato Balala - e invito quegli hotel che da più di dieci anni non intraprendono lavori di manutenzione straordinaria e che offrono servizi sotto lo standard normale, a farlo". Anche in Kenya, come negli altri Paesi del mondo che hanno nel turismo un importante risorsa economica, le "stellette" diventeranno importanti, in base alla nuova classificazione infatti si potranno adeguare i prezzi e si potrà dare lustro alla propria struttura alberghiera. "Ben venga una riqualificazione intelligente degli hotel - ha detto il "chairman" dell'Associazione Turistica della Costa, Kuldip Sondhi - ma il Governo deve anche capire che gli hotelier stanno ancora soffrendo economicamente le traversie della scorsa stagione". Plausi all'iniziativa del Governo anche dall'Associazione MWTWG. "Ogni iniziativa del Governo che esalti la professionalità degli operatori turistici in Kenya - afferma il presidente Renzo Quaciari - è ben accetta e la riclassificazione degli hotel rientra in quest'ottica".