domenica 23 novembre 2014
LA FORESTA DEL KENYA ARABUKO-SOKOKE A RISCHIO PER COLPA DELLE ESTRAZIONI PETROLIFERE
Gli ambientalisti si muovono per evitare uno scempio che potrebbe riguardare "casa nostra", ovvero l'Arabuko Sokoke Forest, che si estende da Gede a Matsangoni, lungo la strada Malindi-Mombasa dove ci sono anche gli ingressi per i turisti, fino a buona parte della strada per lo Tsavo, tra i villaggi di Jilore e Vitengeni. All'interno della foresta vivono alcune specie di uccelli e rettili difficilmente trovabili in altri microclimi, anche perché l'Arabuko è una foresta di formazione pluviale in alcuni tratti impenetrabile. Le sue radure però piacciono anche agli elefanti e le sue ramificazioni alle scimmie colobo. Senza contare le centinaia di varietà di fiori, piante e arbusti. Tutto questo paradiso di flora e fauna potrebbe subire un duro colpo se le compagnie petrolifere CAMAC (statunitense, il committente) e BGP (cinese, l'appaltatore dei lavori) inizieranno i loro sondaggi alla ricerca di petrolio. "La dinamite che la compagnia petrolifera si propone di utilizzare per la ricerca - spiega Paul Matiku dell'associazione ambientalista "Nature Kenya" - avrà impatto negativo su tutta la fauna, dalle api alle elefanti. Gli elefanti temono i test sismici e tendono a fuggire, ma nella foresta di Arabuko-Sokoke non possono correre lontano, dato che la foresta è recintata. Inoltre, l'apertura di strade all'interno dell'area protetta la renderà accessibile ai bracconieri e ai taglialegna illegali, come è già avvenuto nella Riserva del Selous, dove trent’anni fa le esplorazioni petrolifere hanno praticamente distrutto il più grande parco nazionale della Tanzania". Le proteste sono già state inoltrate al Governo, alla Contea, all'Onu e all'Unesco, per cui l'Arabuko Sokoke da tempo è sul punto di diventare Patrimonio dell'Umanità.
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