lunedì 31 agosto 2009
TROPPI STUDENTI IN KENYA, NON BASTANO LE UNIVERSITA'
Tra i meriti di una tendenza finalmente positiva in Kenya, sicuramente c'è anche quello di tanti italiani che negli ultimi anni hanno aiutato centinaia di ragazzi a studiare fino alla laurea, migliorando il loro status e quello di tante famiglie che potranno mantenere con un buon lavoro. Tendenza positiva a cui però il Ministero della pubblica istruzione non riesce a fare fronte. Infatti ultimamente in Kenya sono stati aperti tredici nuovi istituti di medio livello che offriranno corsi speciali per assorbire migliaia di studenti che non riescono a entrare negli atenei di Nairobi. Ogni anno oltre 45.000 studenti infatti non riescono ad accedere alle facolta’ pubbliche a causa della mancanza di posti. Su più di trecentomila aspiranti matricole, nel 2008, solo settantamila hanno passato i test di ingresso per iscriversi ai corsi universitari. "Siamo consapevoli del fatto che gli studenti delle scuole superiori dovrebbero potersi iscrivere dove vogliono, ma attualmente non siamo in grado di rafforzare il sistema universitario e abbiamo deciso di puntare su una formazione di medio livello", ha spiegato il ministro della Pubblica istruzione, Sally Kosgei.
domenica 30 agosto 2009
INAUGURATO L'OSPEDALE "ITALIANO" DI GEDE
Grande giorno, oggi sulla costa keniota. A Gede si apre il sipario su una delle più grandi opere pubbliche che gli italiani che frequentano e amano il Kenya abbiano mai approntato. Si tratta del nuovo ospedale di Gede, il cui primo lotto di lavori è stato inaugurato ieri mattina alle dieci, alla presenza del Ministro della Salute keniota James Gesami, del parlamentare ed ex sindaco di Malindi Gideon Mung'aro e della responsabile sanitaria provinciale, Dottoressa Anisa Omar.
Con loro il presidente della Onlus Karibuni Gianfranco Ranieri e alcuni soci dell'organizzazione no profit comasca che è lo sponsor maggiore di questo grandissimo sogno divenuto realtà, alla cui costruzione, con materiali e donazioni, ha partecipato buona parte dell'imprenditoria italiana di Malindi e Watamu.
Si tratta di una struttura moderna che sarà ultimata nel febbraio 2010 e che per ora vedrà attivo il pronto soccorso. "Tra i tanti progetti che abbiamo messo in campo da quattro anni a questa parte - spiega Ranieri - il nosocomio di Gede è senz'altro il più importante, una struttura che aiuterà tutto il distretto e che avrà organizzazione e assistenza del tutto europea. Dobbiamo ringraziare le istituzioni locali che ci hanno agevolato e molti italiani che vivono sulla costa keniota che, chi più e chi meno, hanno creduto nella forza di questo sogno e ci hanno dato una mano".
Con loro il presidente della Onlus Karibuni Gianfranco Ranieri e alcuni soci dell'organizzazione no profit comasca che è lo sponsor maggiore di questo grandissimo sogno divenuto realtà, alla cui costruzione, con materiali e donazioni, ha partecipato buona parte dell'imprenditoria italiana di Malindi e Watamu.
Si tratta di una struttura moderna che sarà ultimata nel febbraio 2010 e che per ora vedrà attivo il pronto soccorso. "Tra i tanti progetti che abbiamo messo in campo da quattro anni a questa parte - spiega Ranieri - il nosocomio di Gede è senz'altro il più importante, una struttura che aiuterà tutto il distretto e che avrà organizzazione e assistenza del tutto europea. Dobbiamo ringraziare le istituzioni locali che ci hanno agevolato e molti italiani che vivono sulla costa keniota che, chi più e chi meno, hanno creduto nella forza di questo sogno e ci hanno dato una mano".
sabato 29 agosto 2009
PREMIATA INVENZIONE KENIOTA: IL FORNO SOLARE CHE COSTA 5 EURO!
L'invenzione dell'anno arriva dal Kenya. Si tratta di un forno ad energia solare che costerà la bellezza di cinque euro. Per questa invenzione il residente keniota (ma norvegese di nascita) John Bohmer, ha vinto il Climate Change Challenge, premio indetto annualmente nientemeno che dal Finantial Times.L’invenzione dello scandinavo-keniota Bohmer è stata ribattezzata "Kyotobox" e si compone di due scatole di cartone, infilate una nell’altra. Quella esterna è foderata di carta argentata, quella interna è dipinta di nero. Messo al sole, questo rudimentale forno si riscalda quel che basta per far bollire litri d’acqua e cuocere il pane. Il dispositivo può essere prodotto in qualunque scatolificio con costi irrisori, senza bisogno di modificare i macchinari. Una fabbrica di Nairobi già prevede di confezionarne due milioni e mezzo di esemplari in un mese. In termini pratici, la diffusione del forno solare potrebbe significare la salvezza per milioni di bambini africani che ogni anno muoiono per aver bevuto acqua infetta. Inoltre, abbattendo la necessità di legna, potrebbe ridurre il problema della deforestazione.
«Ci sono scienziati che lavorano per mandare la gente su Marte», dice Bohmer con una punta di orgoglio. «Io ho cercato qualcosa di più semplice e popolare». Bohmer ha battuto la concorrenza di altre trecento idee ammesse al concorso.
«Ci sono scienziati che lavorano per mandare la gente su Marte», dice Bohmer con una punta di orgoglio. «Io ho cercato qualcosa di più semplice e popolare». Bohmer ha battuto la concorrenza di altre trecento idee ammesse al concorso.
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